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IL MESSAGGERO. Roma, doppio sorpasso

Festa Roma

(U.Trani) La migliore Roma della stagione batte 2 a 1 il Lecce e sale al quinto posto in classifica, anche se il Genoa e il Napoli, entrambe dietro, hanno una gara da recuperare in casa rispettivamente con Inter e Juve. Esibizione chic, senza rischi. Il successo, con le prime reti giallorosse di Pjanic eGago, è striminzito solo per gli errori davanti alla porta avversaria, soprattutto di Bojan, e per la rete da cineteca, rovesciata spaziale, tolta a Osvaldo dall’assistente Carrer. Luis Enrique non si smentisce e vince, benedetto dalla sud che gli dedica uno striscione (Mai schiavi del risultato), proponendo la tredicesima formazione diversa in tredici incontri ufficiali contro il Lecce dell’ex Di Francesco che fuori casa ha conquistato 7 punti degli 8 raccolti fin qui. Taddei, confermato da fluidificante sinistro, diventa mossa preziosa. Il brasiliano riadattato nel ruolo di terzino offre subito tre occasione nitide e di fila ai compagni. La terza è quella decisiva per sbloccare il risultato e anche la più bella, partorita dopo diciannove passaggi consecutivi, coinvolto pure Stekelenburg, sporcati da un colpo di testa di Oddo su cross da destra di Rosi. Palla ripresa vicino alla linea del fallo laterale proprio da Taddei che scarica dietro per De Rossi, svelto all’imbucata in area per il brasiliano che arriva sul fondo e permette a Pjanic di segnare, a porta vuota: 1 a 0 al venticinquesimo e azione stile Barça. Anche se nella circostanza De Rossi è a sinistra, a metà tempo, Luis Enrique aveva deciso di invertire i due intermedi. A sinistra sposta Pjanic e manda De Rossi a destra. In mezzo a loro, conferma per Gago, da regista difensivo. L’argentino risulterà il più bravo della serata: ruba palloni che scottano e imposta con lucidità. Non funziona nella prima parte, invece, il tridente che funzionò, in corsa, a Novara per conquistare i tre punti nell’ultimo turno di campionato. Lamela da trequartista non trova spazio per la giocata chiave, anche perché il Lecce passa in fase di non possesso palla dal 4-2-3-1 al 4-4-2, e Osvaldo e Bojan fanno cilecca. La prima iniziativa di Taddei è per Pjanic che liscia di sinistro davanti all’ex Julio Sergio. La seconda è per Bojan che davanti al portiere brasiliano non riesce a toccare il pallone. Dopo il vantaggio un’invenzione di Lamela, entrando in area a sinistra e saltando Cuadrado, è sprecata da Bojan che a pochi centimetri dalla linea di porta non trova la palla che gli sfila via tra le gambe. Anche Osvaldo, su lancio in contropiede dello spagnolo, si pappa un gol: scivola mentre calcia, sull’uscita di Julio Sergio fuori area. Troppo sprecona, la Roma sbaglia a non chiudere il match già nei primi quarantacinque minuti. Il raddoppio, comunque, arriva all’inizio della ripresa. Ancora grazie a un’intuizione di Luis Enrique che, dopo l’intervallo, ripresenta De Rossi da mediano centrale, alzando Gago che, su tocco invitante di Pjanic, va al tiro di destro da fuori e, complice Julio Sergio partito in ritardo, realizza il 2 a 0 al nono, terza rete in carriera. Ancora chance buttate al vento: Taddei lancia Lamela che in diagonale conclude sul fondo, Gago libera Osvaldo che si fa respingere il destro da Julio Sergio in angolo e Bojan, su apertura di Lamela, spara alto. Il Lecce ne approfitta. Kjaer si addormenta sul tocco centrale di Grossmuller e Bertolacci, romanista prestato al Lecce, con un cucchiaino di sinistro supera Stekelenburg al sedicesimo. Bojan si mangia un altro gol e Luis Enrique lo sostituisce: dentro Totti, dopo cinquanta giorni. Cuadrado, destro in diangonale a lato, sfiora il pari. Entra Greco per Pjanic. L’assistente Carrer, chiudendo una giornata disastrosa per arbitri e guardalinee, toglie una rete da favola a Osvaldo, che segna pedalando in aria su cross di Gago: posizione regolare, ma prodezza annullata per fuorigioco. Perrotta per Rosi nel finale e in cassaforte applausi e tre punti preziosi.

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