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Monza-Roma, DE ROSSI: “La squadra capisce quello che voglio. Gruppo coeso? Non ho fatto niente”

All’U-Power Stadium vince la Roma: i giallorossi battono il Monza 4-1 nella 27esima giornata di campionato, prima della sfida europea col Brighton in programma giovedì. Dopo la vittoria il tecnico giallorosso Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:

POSTPARTITA

DE ROSSI A DAZN

La partita?
“Se questa è la Roma di questa sera devo lavorare e immaginare quella che sarà la Roma di giovedì. Se questi ragazzi possono fare una partita così possono continuare a giocare così perché sono giocatori fortissimi. Concentriamoci verso il futuro più prossimo, quello che sarà giovedì, poi la partita dopo e poi quella dopo ancora”.

Una grande partita per la partecipazione di tutti. Come si fa a costruire in poco tempo un gruppo così compatto e coeso?
“Evidentemente questo era un gruppo coeso anche prima, io non ho fatto niente. Questo è un gruppo che è andato per due anni fino in fondo in Europa, ha fatto delle cavalcate importantissime, quindi se non sei un gruppo unito non raggiungi quegli standard. Io continuerò a gestire, come detto in conferenza stampa, gli esseri umani ancor prima dei calciatori. Cerco di essere onesto e dire la verità, essere diretto quando vedo qualcosa che non mi piace. Poi faccio l’errore, faccio le scelte e loro sono fantastici con me, sono contentissimo di stare in mezzo a loro sia per come lavoriamo sia per come mi fanno sentire. È ovvio che sono avvantaggiato perché qualcuno di loro era mio compagno, quindi magari hanno avuto un occhio di riguardo quando sono entrato e hanno fatto finta che ero il loro allenatore. Magari mi hanno aiutato per quello che siamo stati insieme da compagni”.

Su che cosa ha lavorato con Pellegrini? I numeri e le prestazioni parlano chiaro.
“Ho lavorato fisicamente, tatticamente e tecnicamente. Ho cercato di dare quello che penso che sia la mia idea di calcio, credo particolarmente in questo tipo di gioco ma anche che bisogna stare molto bene fisicamente per farlo. Mi piace che oggi abbiamo giocato meglio rispetto alla partita prima, mi piace che questa squadra e non solo Lorenzo capisca quello che voglio da loro e quanto questo tipo di gioco, che oggi abbiamo sviluppato in maniera molto buona, abbia bisogno di uno sforzo fisico, di gamba, di movimento e fatica senza palla. Altrimenti diventa un gioco fine a se stesso”.

Venti gol nelle ultime sette partite, meglio anche dell’Inter. Penso che hai messo in condizione questi giocatori di esaltarsi al massimo, quanto c’è del tuo lavoro in questi venti gol?
“Spero tanto, non lo so. Cerco di mettere in campo una squadra abbastanza offensiva perché so che ho giocatori che poi ti fanno gol in qualsiasi momento. Non è che dico a Pellegrini in allenamento di fare quel dribbling lì, già il secondo gol di Lukaku lo proviamo un po’ più spesso. Penso che ci siano delle qualità di questi giocatori che debbano essere rispettate e sfruttate, quindi cerco di organizzarli in maniera tale che spesso si trovino con la palla in mezzo ai piede e possibilmente vicino alla porta. Quando parlo di prestazione dei singoli, per raggiungere il filotto che abbiamo fatto che ancora non è niente, voi magari pensate che parlo della punizione di Dybala e i gol di Lukaku e Pellegrini. Quando hai una squadra e si fa male un giocatore – speriamo non sia nulla di grave – ti giri ed entra un nazionale turco che non lo faccio mai giocare, che si allena sempre a 200 all’ora e ti fa la prestazione che ha fatto Zeki (Celik ndr), questi sono i singoli. Per me i singoli sono anche quelli un po’ più invisibili che domani non saranno sul giornale, ma che ti fanno vincere alla lunga e raggiungere i piazzamenti che puoi ottenere”.

Se vogliamo trovare un pelo nell’uovo, nel primo tempo siete andati ogni tanto in difficoltà. Sai quanto sono importanti i dettagli, ora affronti il Brighton e ci dovrai lavorare.
“Assolutamente, ma anche nelle partite migliori c’è sempre da lavorare. Anche oggi non abbiamo preso gol sul fondo ma abbiamo rischiato di prenderlo nel secondo tempo. Anche oggi un paio di palloni sparati lunghi ci hanno colto un po’ alla sprovvista. Bisogna lavorare su tutto. Ma penso che già adesso sia dal punto di vista della squadra di quanto è corta rispetto all’inizio, sia dal punto di vista delle pressioni lì davanti e anche dal punto di vista delle letture difensive vedo qualche miglioramento. Non è assolutamente abbastanza e soprattutto più giochi contro squadre forti e più questi giocatori forti metteranno in difficoltà e metteranno in evidenza se non siamo perfetti”.

Era dal 2020 che Dybala non segnava un gol su punizione…
“Siamo contenti della sua attitudine quotidiana, lavora, gli piace lavorare e quando non lavora viene in campo a sostenere i compagni che si allenano. È veramente un esempio, ma mi dispiace dirlo di lui perché dovrei dirlo di tutti gli altri giocatori, sono veramente fantastici. È ovvio che lui, oltre alla professionalità e la condizione fisica, stia mettendo in campo tutto il suo talento che è qualcosa di diverso rispetto agli altri, non possiamo nasconderci”.

Era dal 2017 che la Roma non aveva una coppia di attaccanti in doppia cifra, cosa importante per trascinare la squadra in Champions League.
“Dobbiamo segnare tutti, in tanti e arrivare in area in tanti per segnare. Però inevitabilmente le stelle di ogni squadra devono poi dare quel contributo che loro stanno dando. Ma ripeto faccio fatica a parlare solo degli attaccanti perché oggi è stata una grande partita da parte di tutti. Mi piace sempre sottolineare che quelli che sono entrati: Bove, Celik, Smalling, Baldanzi, sono entrati alla grande. Questi ci trascinano se poi alle spalle c’è una base solida, uno scheletro importante e l’atteggiamento positivo di tutti”.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA

C’è naturalezza nella squadra, è stupito?
“No, stupito no. Sono giocatori calcisticamente intelligenti e forti, quindi si ritrovano parecchio in quello che chiedo. Il fatto di cambiare modulo con naturalezza è perché hanno giocato sempre con quel modulo, si ritrovano in qualcosa che per loro è sempre stato naturale. Sono contento dei principi, del fatto che quando uno si abbassa ad impostare si alza l’altro al suo posto, che non siano mai fermi, che il possesso palla non sia stato mai sterile ma sempre volto ad entrare in una zona più offensiva. Sono contento, si può fare ancora meglio ma sono stati molto bravi questa sera e mi sono piaciuti”.

Si guarda la classifica adesso, aspettando Atalanta-Bologna domani? Sente l’obiettivo Champions più vicino? Le condizioni degli infortunati?
“Più vicino no, mancano tantissime partite e tanti scontri diretti. Come si dice, siamo a carissimo amico. Sicuramente abbiamo accorciato delle distanze, ci siamo avvicinati, i giocatori hanno preso conoscenza di me e viceversa e allo stesso tempo siamo stati capaci di fare punti e non è mai facile. A volte le conoscenze iniziali portano a fare qualche passo falso, ma siamo stati bravi a fare punti. C’è un mio collaboratore che ha guardato la classifica e ha detto ‘le abbiamo vinte tutte e siamo ancora quinti?’. Era quella che sapevamo che sarebbe stata la nostra piccola rincorsa e ancora purtroppo è a metà strada, se non ancora prima. Mancano tantissime partite e tantissimi punti, ma siamo contenti di aver accorciato le distanze. Kristensen? Devo ancora chiedere, magari il dottore sarà più preciso: credo che si sia fatto male, ha preso una botta che forse lo ha portato ad un infortunio muscolare per un movimento non congruo. Spero non si sia fatto nulla di male, ne abbiamo bisogno come di tutti gli altri. Per Mancini penso siano crampi e stanchezza, ha giocato tanto e i giocatori esperti sanno anche quando fermarsi in base alla condizione fisica e ai risultati”.

Quanto sta lavorando dal punto di vista atletico? In campionato sei vittorie su sette, si aspettava una partenza così bella?
“La sognavo, forse con l’Inter meritavamo qualcosa in più. Ma sognavamo di partire così forte, perché abbiamo bisogno di rincorrere. Noi lavoriamo forte, con la stessa intensità con cui lavoravamo l’anno scorso e forse abbiamo aumentato un pochino ogni tanto il lavoro senza palla che odiavo, ma ogni tanto serve e l’esperienza serve per capire questo. Dopo l’esonero siamo venuti qui a fare lezione dal prof. Palladino col corso Uefa Pro. Quando parli con un collega giovane come te, ma già dentro la Serie A e che sa quello che sta facendo, anche questa conoscenza ti apre un mondo e fa sì che si cominci a lavorare forse con la palla e anche senza. Fisicamente stiamo bene, ma questo tipo di gioco qua ha senso se stai bene fisicamente e se fai tanto movimento senza palla sia in possesso sia in non possesso. Altrimenti stai fermo, prendi la palla sui piedi, palleggi, chiami le pressioni degli avversari e non diventi pericoloso. Se invece palleggi, conduci e porti dentro la zona difensiva avversaria ha un senso e per farlo hai bisogno di avere l’abitudine di scattare”.

È la prestazione che la soddisfa di più anche per la continuità nei 90 minuti?
“Se guardi i 90′ forse sì, non lo so. Per me con l’Inter abbiamo giocato molto bene considerando l’avversario, abbiamo fatto 15′ brutti nel secondo tempo dove loro hanno anche deciso di vincere la partita perché sono molto forti, ma poi siamo usciti fuori e abbiamo attaccato fino alla fine. Col Cagliari abbiamo fatto una buona partita, col Verona nel primo tempo molto bene e col Torino in parte abbiamo giocato bene e le due partite col Feyenoord mi sono piaciute. In alcune partite siamo stati un po’ altalenanti. Questa è stata più continua e mi è piaciuto come abbassarci un pochino, non è una vergogna: sul 2-0 si sta lì, ogni tanto si aggredisce e si rifiata, si riparte sapendo che siamo anche forti nella gestione dei contropiedi”. 

Sono stati concessi tanti tiri verso la porta. Nell’azione del primo tempo di Birindelli cosa manca?
“Noi abbiamo fatto più tiri in porta, ma non è quello importante, abbiamo concesso un pochino. Se vai forte in avanti sempre ogni tanto qualcosa non funziona, è un concetto da digerire, soprattutto nei primi periodi in cui lavori così qualcosa può saltare nella comunicazione: quello è uno scambio di uomo che va fatto e va lavorato di più. Penso sempre che il Monza tiri spesso con tante squadre, porti tanti giocatori in area avversaria e un colpo di testa da Djuric lo puoi prendere. Nel secondo tempo abbiamo preso un colpo di testa in una situazione che non mi piace e che è molto simile ai gol della Salernitana e del Feyenoord, è una cosa che va lavorata. Ma nel complesso forse se fossimo stati più bassi e nella nostra aerea, avremmo preso meno contropiedi e palle lunghe. Se vuoi andare avanti e aggredire, come abbiamo fatto con Feyenoord e Inter nel primo tempo, ogni tanto se non sei perfetto ci sta che tirino in porta. Dobbiamo andare verso la perfezione e analizzare ogni minimo difetto. Ma siamo in Serie A, non dico che va bene ma ci sono anche gli avversari”.

DE ROSSI AI CANALI UFFICIALI DELLA ROMA

“Quando si vince c’è sempre entusiasmo, adesso è un bel periodo in cui le cose stanno andando bene. Mi piace soprattutto rimarcare la prestazione che hanno fatto oggi i ragazzi: è sembrata facile ma non lo è stata, il Monza è una grande squadra allenata benissimo. E siamo stati tanto bravi nel primo tempo ad avere pazienza, entrare nel momento giusto, soffrendo perché hanno avuto anche loro le occasioni. Ma mi è piaciuta proprio la partita e l’atteggiamento dei ragazzi. L’avevo caricata perché sapevo che poteva essere molto importante e che poteva darci 3 punti importanti in una settimana in cui c’erano gli scontri diretti. Sono molto contento della prestazione e di come sono entrati i ragazzi in panchina”.

Non era facile dopo il gol annullato anche psicologicamente fuori casa, però la cosa che impressiona è che la Roma è sempre in controllo della partita. Nel gol che porta al vantaggio toccano palla 20 calciatori, è questo che vuole. 
“Sì, penso che sia importante e, ripeto, se tutti ci muoviamo con la storia del possesso palla, di tenere palla e di toccare la palla in tanti ha senso, se siamo fermi è solo tempo perso. Oggi hanno fatto bene anche a muoversi, a scambiarsi le posizioni, i difensori spingevano tanto, Mancini spingeva tanto e mi è piaciuto questo. Non sapevo quanti tocchi ci fossero stati ma avevo visto che la squadra giocava e soprattutto, quello che dico sempre, se una cosa funziona al 30’, anche se ti annullano un gol, può rifunzionare anche al 31’ e al 35’ e via dicendo…Noi abbiamo i nostri spartiti. Mi è piaciuto anche il fatto che nel secondo tempo siamo stati un po’ più bassi, abbiamo portato a casa la pagnotta anche in maniera più compatta senza buttare sempre la palla, ma con un atteggiamento anche un po’ più coperto”.

Giovedì ci sarà una grande partita tra squadre che giocano a calcio, è molto stimolante.
“Sì, è stimolante come lo era contro il Feyenoord che è un’altra grande squadra. Sarà un’altra notte, presumo, immagino e spero, da sold out: immagino uno stadio veramente infuocato. È la prima di due partite delicate contro una squadra molto forte e contro un allenatore che stimo tantissimo, come tutti sapete. Quindi ci prepareremo, abbiamo bisogno di tutti quanti, ci riposiamo e saremo pronti per la prima sfida di Europa League”.

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