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GGR – Le PAGELLE della stagione 2022-2023: i voti ruolo per ruolo

(K.Karimi – A.Papi) – La stagione 2022-2023 della Roma si è conclusa in maniera non troppo soddisfacente. In campionato la squadra di José Mourinho ha confermato il 6° posto dell’anno precedente (anche se pesa la penalizzazione della Juventus). Male in Coppa Italia con l’uscita di scena ai quarti per mano della Cremonese. Sfiorata l’impresa in Europa League, dove solo i rigori e l’arbitro Taylor hanno interrotto il sogno di alzare la coppa.

Ora è tempo di pagelle: la redazione di Gazzettagiallorossa.it ha assegnato come ogni anno i voti di fine stagione, divisi ruolo per ruolo.

PORTIERI

Rui Patricio, titolare tra i pali della Roma 2022-2023 (Lapresse)

RUI PATRICIO voto 6,5: c’è chi ha denunciato l’inaffidabilità tra i pali del numero 1 portoghese, alla sua seconda stagione come estremo della Roma. Vero, gli errori del fedelissimo di Mourinho non sono mancati, come la papera clamorosa contro l’Atalanta o qualche sbadiglio in reattività. Difficile però trovare un portiere di esperienza e maturità come Rui, capace di risollevarsi anche dopo sbagli marchiani. 300 clean sheet in carriera non si fanno per caso. LUCCHETTO.

SVILAR voto 6- : i primi vagiti giallorossi di questo secondo di belle speranze non avevano dato grosse impressioni. Gol subiti troppo facilmente in amichevole e lo stesso Mourinho che ha preferito utilizzarlo solo contro il Ludogorets in coppa. Nel finale ha avuto più spazio e considerazione: le buone prove contro Bologna e Fiorentina potrebbero denotare crescita e miglioramento. La sensazione è che possa (anzi debba) fare un anno da titolare altrove per guadagnarsi un futuro alla Roma. FUTURIBILE.

BOER senza voto: ormai terzo designato della porta romanista. Se ne parlava molto bene già anni fa quando la Roma lo strappò dal vivaio del Venezia. Ma per ora non ve n’è traccia in campo. SCALDA PANCHINA.

DIFENSORI

Smalling e Mancini tra i titolarissimi della stagione romanista (Lapresse)

CELIK voto 6: chi si aspettava una sorta di Orient Express della fascia destra è rimasto sicuramente deluso. Spacciato come un laterale polivalente ed esaltante, il turco (unico acquisto oneroso dell’estate 2022) si è rivelato un onesto terzino difensivo, senza grossi vagiti in fase d’attacco. Onesto e attento in fase di contenimento, l’ideale per Mourinho quando c’era da difendere il risultato. Ma per ribaltare l’azione, ci vuole ben altro. Finito nel dimenticatoio in primavera, è tornato titolare a fine anno. TRENO MERCI.

MANCINI voto 7,5: la crisalide arrabbiata è divenuta una farfalla matura e consapevole. Una piccola rivoluzione quella del centrale tutto spallate e ruvidezza, cresciuto negli atteggiamenti e di conseguenza anche nelle prestazioni. Bravo a limitare i cartellini gialli, meno a mantenere la sua attitudine nervosa. Mou si gode comunque un vice-capitano affidabile, che sa anche giocare a pallone. Le due perle: la rete alla Juve e l’assist a Budapest per Dybala. METAMORFOSI.

SMALLING voto 8: l’impressione è che questa Roma quasi non possa giocare a pallone senza di lui. Ha difeso, ha respinto, si è immolato, ha stretto i denti, ha vinto duelli. Solo il devastante Osimhen è riuscito a far crollare i mattoni di manifattura britannica che compongono la sua mole. Imprescindibile, leader ideale di una difesa a tre che grazie a lui si è potuta permettere intere gare difensiviste ma comunque brillanti (vedi San Sebastian o Leverkusen). ARMATURA.

IBANEZ voto 5,5: giudicare la stagione del brasiliano è difficile quanto risolvere un’equazione di Shrödinger. Partito forte, con maggiore sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi, è riuscito a cadere nei consueti errori di distrazione e supponenza. Tecnicamente valido, atleticamente agile, sulla carta sarebbe un centrale perfetto. Peccato che il sentirsi onnipotente lo abbia riportato pesantemente sulla terra. La Lazio (due volte) e Lukaku ringraziano. VANITOSO.

KUMBULLA voto 5: il gol segnato alla Real Sociedad in Europa League resta forse l’unica nota intonata di una stagione che oscilla tra lo sventurato e lo scellerato. Il ragazzone albanese, chiamato alla prova di maturità dopo gli elogi di Mourinho, è prima caduto sotto i colpi di errori bambineschi (la reazione shock su Berardi) poi crollato per via di un legamento crociato saltato sul più bello. Arrivederci nel 2024. AUTO-LESIONISTA.

LLORENTE voto 6,5: l’intuizione di gennaio che nessuno si aspettava. Mentre Mourinho già preparava l’ennesima critica scritta al mercato di Tiago Pinto, ecco arrivare da Leeds questo difensore solido e maturo, poco conosciuto alle nostre latitudini, buono per tutte le stagioni. Jolly scuola Real che non ha quasi mai sbagliato un incontro e si è calato subito nel coté rissoso e birbantello della banda Mou. Da trattenere, seppur in prestito. IMPROVVISATA.

VINA voto 5,5: la speranza di inizio stagione era di rivalutare il terzino uruguagio, tra i più deludenti nella stagione 2021-2022. Mourinho aveva provato anche a rigenerarlo come braccetto mancino nella difesa a tre, ruolo che tra l’altro gli starebbe pure a pennello. Ma dopo sole 7 apparizioni, si è capito che non potesse fare realmente al caso della Roma. Bene invece nei 5 mesi in prestito al Bournemouth, che potrebbe anche tenerlo. NON IDONEO.

KARSDORP voto 5: dopo la conquista della Conference aveva ricominciato in modo discreto anche questa stagione, soffrendo però la concorrenza di Celik (ricordate le parole di Mourinho dopo Juventus-Roma?!). Da Sassuolo-Roma, prima della sosta Mondiale, il rapporto si è definitivamente incrinato e nonostante un momentaneo ravvicinamento ad inizio 2023 non è riuscito più ad essere utile, con i soliti guai al ginocchio a farla da padrone. CESSIONE SCONTATA.

SPINAZZOLA voto 5,5: Grandi aspettative dopo il giusto rodaggio estivo di rientro dal grave infortunio al tendine d’Achille. Purtroppo il vero Spina si è visto si e no per 3/4 partite e non di più. Ha sulla coscienza diversi errori tattici e tecnici quasi imperdonabili, compreso il gol fallito in finale di Europa League con il Siviglia. Ho arabi bussano alla porta, la Roma non si oppone. DERAGLIATO.

CENTROCAMPISTI

Bove la rivelazione, Pellegrini il leader (Lapresse)

ZALEWSKI voto 6: una sufficienza stiracchiata per il prodotto del settore giovanile giallorosso. Ha realizzato due gol in campionato e sicuramente è cresciuto in questa statistica, ma i troppi errori in fase difensiva hanno messo in evidenza le criticità del suo esperimento tattico. Dirottato sulla corsia di destra si è trovato spaesato, abbassando di molto il rendimento. Alla fine resterà senza offerte monstre in arrivo, nella speranza di rivedere quello della Conference, possibilmente sempre a sinistra. PASSI INDIETRO.

BOVE voto 7: al contrario del suo ex collega di Primavera, il suo rendimento è andato crescendo in modo esponenziale. Le reti all’Udinese e soprattutto al Bayer Leverkusen hanno mostrato una qualità di cui qualcuno si era già accorto tempo fa. “Il cane malato”, per dirla alla Mou, ha abbinato alla quantità di corsa anche la qualità delle giocate, meritandosi la conferma nella rosa del prossimo anno. RAMPA DI LANCIO.

CRISTANTE voto 7: le critiche nei suoi confronti sono spesso state ingenerose visto il rendimento e l’abnegazione. Uno stakanovista sempre in prima linea, in grado di trovare la quadratura con Matic nonostante le caratteristiche simili. Un leader dello spogliatoio che pian piano ha conquistato anche la fiducia dei compagni. Daniele De Rossi aveva ragione ad elogiarlo e ora anche i tifosi non hanno più nulla da dire. L’unica cosa importante è non chiedergli di fare il regista. CINGOLATO.

WIJNALDUM voto 4: la sua stagione è nata male con l’infortunio del 22 agosto 2022, dopo uno scontro in allenamento con Felix. La scelta di non operarsi e di prendersela comoda non è piaciuta a nessuno. Tornato in campo non ha mai espresso il suo reale valore, fino ad arrivare a Budapest e all’atteggiamento rinunciatario che ha fatto infuriare tutti i tifosi. METEORA.

MATIC voto 8: gli indizi per un grande acquisto c’erano tutti, guardando la carriera e i club di appartenenza. Qualcuno temeva per l’usura dei suoi 34 anni e invece si è rivelato tutto il contrario. Una 40ina di presenze di altissimo livello e una guida costante per i compagni. Con Cristante hanno creato una coppia a dispetto dei santi, blindando la difesa e crescendo di settimana in settimana. Un professore anche nell’aiutare i giovani. PILASTRO.

CAMARA voto 4,5: partito in ritardo di condizione visto il piccolo infortunio accusato con l’Olympiacos, non ha mai rubato l’occhio. Mourinho si è affidato a lui per quella ricerca di dinamismo fondamentale per equilibrare la mediana. Da gennaio è sparito (forse per logiche di mercato) salvo rifare capolino nelle ultime giornate. Per sostituire Gini Tiago Pinto avrebbe potuto e dovuto fare di meglio, anche in versione low cost. INADEGUATO.

PELLEGRINI voto 6,5: le statistiche dicono molto ma non tutto. Di certo un centrocampista che disputa 48 presenze stagionali mettendo a segno 8 gol (4 in Serie A e 4 in Europa League) non può di certo essere tacciato di rendimento scadente. Discorso diverso se le aspettative sono quelle di un capitano romanista sulla scia di Totti e De Rossi. Lorenzo non potrà mai essere a quei livelli ma è una cosa chiara a tutti, soprattutto a lui. L’errore dal dischetto a Rotterdam il momento più basso, mentre ma gara di ritorno con il Feyenoord sicuramente uno splendido up. Peccato per il problema alla caviglia proprio alla vigilia della finale. ORGOGLIO.

TAHIROVIC voto 6: merita comunque la promozione per i 7.5 milioni di euro regalati al club con la cessione all’Ajax. A volte è stato più bosniaco a volte più svedese, parafrasando Mou, con buoni spunti nelle trasferte di Bologna e Firenze. La speranza è che non si debba rimpiangere. PROSPETTO.

ATTACCANTI

Dybala stella della stagione, mentre per Abraham campionato da dimenticare (Lapresse)

EL SHAARAWY voto 7,5: attaccante, ala, esterno a tutto campo, terzino e mezzapunta. Trovateci un altro calciatore che sappia fare, con la stessa intensità e sacrificio, tutto quello che ha messo in mostra il Faraone. Stagione da jolly e gregario di lusso, al quale Mourinho non ha potuto rinunciare. Chi lo considerava una riserva deve rivedere numeri e dati: 42 presenze, 9 reti e due assist. A tratti il finalizzatore più affidabile di una Roma dalle polveri bagnate. ALEXA.

VOLPATO voto 6- : il talento non si discute, la continuità e la libertà mentale invece è ciò che ancora manca per fare il salto di qualità. Il solito gol al Verona, qualche buona prova da subentrato, ma quando serviva dare una mano per le assenze di Pellegrini e Dybala l’italo-australiano si è tirato indietro. Perdendo così anche la stima di Mourinho. INTERMITTENTE.

SOLBAKKEN voto 5,5: colpo annunciato di gennaio, partito dai fuochi d’artificio di Bodo fino alle ostiche aspettative romane. Un salto tutt’altro semplice per lo scandinavo dal sinistro educato e dalla progressione eccelsa. Qualità che però non ha praticamente mai messo in mostra nell’arco di 6 mesi. Dal giocare nei ‘campi di plastico’ (Mourinho docet) ai terreni di Serie A è sembrata una scalata ardua persino per il miglior Messner. Il guizzo contro l’Hellas fa ben sperare, ma sarà migliorabile in futuro? ADATTAMENTO LENTO.

ZANIOLO voto 5: la lenta ed inarrestabile discesa di un fuoriclasse annunciato fin troppo presto. La stagione del riscatto e della rinascita si è trasformata in quella degli addii e delle rotture. Un girone d’andata sotto tono, i soliti nervosismi, le giocate egoistiche che hanno fatto avere le traveggole persino a Mourinho. Lo strappo di gennaio ha chiuso una telenovela di bassa lega, culminata col gran rifiuto ai 30 milioni offerti dal Bournemouth ed il sì sorprendente al Galatasaray. Una parabole strisciante che i tifosi romanisti condanneranno, nei secoli dei secoli. ISCARIOTA.

SHOMURODOV voto 4,5: la sua stagione è iniziata a Trigoria semplicemente perché nessuno è stato disposto a pagare per il suo cartellino. Da gennaio allo Spezia ha proseguito sulla stessa falsariga, con un solo gol messo a segno e tantissimi dubbi. Tiago Pinto se lo ritrova ora di nuovo a Trigoria e deve trovargli rapidamente una sistemazione. SPAESATO.

ABRAHAM voto 5: dopo i 27 gol della scorsa stagione anche i più pessimisti si aspettavano una doppia cifra consistente. Chiude invece l’anno con 9 reti, di cui 8 in campionato. A questo si aggiunge una completa disabitudine a lavorare per la squadra e lacune tecniche e tattiche preoccupanti. La mancata convocazione al Mondiale, alcuni problemini personali e i guai fisici non possono giustificare un anno del genere. Purtroppo la rottura del crociato non ha fatto altro che complicare le cose per lui e per la Roma. INVOLUTO.

BELOTTI voto 4,5: con tutto l’affetto per il suo impegno costante per la causa, è inammissibile chiudere il campionato con zero gol all’attivo. In totale sono 4 tra Europa League e Coppa Italia, roba da difensore più che da punta. Il rinnovo automatico probabilmente gli concederà una seconda chance anche il prossimo anno, sperando che ci sia un miglioramento (difficile fare peggio). Di certo fare il ritiro non potrà che fargli bene, visto quanto ha pagato l’arrivo in ritardo a settembre 2022. DECLINO.

DYBALA voto 8,5: una luce in mezzo al campo. La bellezza di 18 gol distribuiti tra campionato e coppe e l’unico in grado di cambiare le regole del gioco. La sua assenza è coincisa con i momenti più bui della Roma. Un’ancora di salvataggio a cui aggrapparsi, come purtroppo non bastato a Budapest. Da lui si riparte, giovandosi anche dell’attaccamento che ha mostrato per la maglia e per la gente. Questa piazza merita campioni come lui. VIVA LA PAZZA “JOYA” DI ESSERE ROMANISTI.

MOURINHO – anche questa volta aveva compiuto un mezzo miracolo, trascinando il gruppo ala seconda finale europea consecutiva. Tantissimi problemi fisici, mercato inadeguato e rendimento sotto tono di alcuni big. La ciambella non è riuscita col buco per pochissimi dettagli, attribuibili interamente al signor Taylor. Alla fine ha deciso di rimanere per migliorare al terzo anno, con l’obiettivo di provare a raggiungere Dublino e rientrare tra le prime quattro. La speranza è che possa essere accontentato dalla società, almeno un minimo. VATE.

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