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Conferenza stampa, Di Francesco: “Adesso i margini di errore si devono limitare. In campionato dobbiamo volere fortemente il terzo posto e in Champions dobbiamo passare il turno” (VIDEO)

Alla vigilia di Roma-Milan, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza  stampa pre-match. Queste le sue dichiarazioni:

Periodo più delicato della stagione?

“Adesso i margini di errore si devono limitare. In campionato dobbiamo volere fortemente il terzo posto e in Champions dobbiamo passare il turno. Momento importante”.

Sorpreso da Gattuso?

“Il Milan ha un’ottima rosa e Gattuso la sta sfruttando al meglio. Ha una buona organizzazione e credo che il 4-3-3 esalti i propri giocatori. Complimenti a Rino”.

Schick come sta andando in allenamento? Dzeko?

“I giocatori sono tutti pronti, ieri si sono allenati tutti. Le scelte le farò stasera. Schick potrebbe giocare dall’inizio. Nella turnazione ci potrebbe essere qualcuno che gioca e altri no, a prescindere dai senatori, come ho sempre fatto. Schick potrebbe giocare dall’inizio”.

Cosa vi siete detti con la squadra dopo la Champions?

“Sono uscite cose non vere. Non parlo mai con la squadra dopo la gara. Anche il giorno dopo non ho parlato perché volevo vedere delle cose. Ieri ci ho parlato, cercando di trasmettere il fatto che in Champions abbiamo ancora le possibilità, così come di riconcentrarci sul campionato. Dobbiamo avere la forza mentale di rimanere in partita per maggiore tempo. Non dico 90′ ma almeno 70′ che sarebbe il top per portare a casa il risultato. Le cose personali rimangono tali”.

Nainggolan?

“Mi avete massacrato dicendomi di farlo giocare trequartista e adesso mi chiedete perché gioca così. Non è una questione di modulo, deve trovare mentalmente la forza di fare cose che lui ha. Abbiamo rotto l’incantesimo sul sistema di gioco. Volevo che avesse fatto 10 gol per darvi ragione, perché io voglio il bene della Roma, non del singolo giocatore. Voglio che la Roma faccia del suo meglio. Io alleno la Roma dove l’importante è il lavoro di squadra. Mi interessa l’obiettivo finale. 4-3-3 o 4-2-3-1 l’atteggiamento mentale è determinante. Nainggolan può tornare a essere il giocatore che conosciamo, al di fuori di gol”.

Che cosa manca alla Roma attuale per arrivare ai livelli di quella del 2001?

Il desiderio è di costruire insieme una mentalità. Che passa attraverso tante cose: regole, progettazione, continuità. Lì si è costruito qualcosa perché era un gruppo che ha giocato insieme per diversi anni, c’era una coesione fondamentale. Non si può però fare il paragone, sono mondi e generazioni diverse.

Ci sarà il ritorno al 4-3-3?

Le caratteristiche dei giocatori sono alla base del sistema di gioco. Però devo dire che si potrebbe tornare al 4-3-3, ma lo avevo già detto. La forza della squadra deve essere quella di saper fare tutti i sistemi di gioco. Il problema è quello di interpretazione della gara. Nel primo tempo c’è stata una cosa, nel secondo tempo un’altra. E’ un aspetto totalmente mentale e non fisico. Io alleno in una determinata maniera, dobbiamo crescere nella continuità.

Schick e Defrel posso giocare con o al posto di Dzeko?

Sia con che senza. Voi spesso mi chiedete di Schick quando la squadra perde, è un giocatore forte e importante, come lo è Edin Dzeko. Loro possono essere i centravanti di questa squadra, Defrel è un pochino più un jolly, può giocare dietro la punta o sull’esterno. E’ più facile che giochi uno tra Dzeko e Schick e non entrambi.

Pallotta ha parlato nuovamente delle radio romane. Lei avverte questo problema?

Non ho sentito queste dichiarazioni. Non ascolto le radio, è una mia scelta, nel bene e nel male non le ascolto. Non posso dare risposte su cose che non conosco. L’argomento non lo conosco.

Dopo 8 mesi da allenatore ha capito meglio perché lei è il 14° a sedersi sulla panchina della Roma dal dopo Capello?

Allenare una grande squadra non è mai facile, si vive di alti e di bassi. Ero consapevole di trovare questo tipo di ambiente, queste gioie e queste difficoltà. Non mi piace il tirare somme e bilanci troppo prematuramente. Arriviamo a fine stagione per dare una risposta definitiva. E’ inutile nascondersi dietro qualcosa, se ci sono stati 14 allenatori qualcosa c’è stato. Vi assicuro che sono me stesso sempre, cerco di essere coerente con tutto il modo di fare. Sia fuori che all’interno dello spogliatoio. Continuerò ad esserlo, con pregi e difetti.

Nainggolan fisicamente sta bene? Florenzi come sta?

Radja nell’ultimo periodo ha avuto qualche problemino ad un polpaccio, superato questo parlo di qualche numero. L’analisi dell’ultima gara dice che quella con lo Shakhtar è stata una delle migliori prestazioni di Nainggolan a livello fisico. Dal punto di vista fisico è in crescita, come lo è il resto della squadra.

Come si supera il problema della continuità?

Cercando di stimolarli costantemente al fatto di lavorare. Nel primo gol la liena difensivas è scappata benissimo per tutto il primo tempo. Nell’attimo in cui hai avuto meno attenzione ti hanno fatto subito male. Dobbiamo farne tesoro per il ritorno ed anche per il campionato. Il concetto è solo allenarlo.

Ha mandato El Shaarawy in tribuna, come mai?

Ho preferito Cengiz che ha fatto gol, ho sbagliato anche lì. Più che il pedigree contano le condizioni psicofisiche dei calciatori. Stephan è uno di quelli che ci ha portato lì, ma era una scelta dovuta al fatto che non lo vedevo al top della condizione fisica e mentale. Avevo bisogno di due difensori viste le condizioni di Florenzi. Non l’ho fatto volentieri, ma ho dovuto fare una scelta. Ho parlato con Stephan, deve ritrovarsi, tornerà un giocatore importante. E’ una scelta che mi dispiace, l’ho fatta ed è tecnica. Inutile nascondersi.

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