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Prospettiva romanista: brand mondiale? No, Coppa Italia

(L. Contucci) – Nei periodi morti come quello delle soste del campionato e dopo una sconfitta ridicola come quella con l’Atalanta, pur avendo la penna facile, può risultare difficile trovare argomenti che non siano già stati trattati. Per fortuna in questo caso, ed in extremis, ci sono da commentare le parole del Presidente Pallotta che in un convegno londinese ha affermato sostanzialmente che non si può essere un brand mondiale senza avere un proprio stadio. Aggiungendo che se 30 milioni di tifosi, vale a dire l’1% di tre miliardi di tifosi di calcio, tifassero per la Roma spendendo 5 dollari pro capite, si avrebbe un incasso di 150 milioni. Scusatemi, ma inizio veramente a temere che non vinceremo mai nulla. Pessimismo cosmico? Assolutamente no. Ma è doveroso chiedersi, pur comprendendo le aperture commerciali ai nuovi mercati, per quale motivo attualmente un tifoso cinese piuttosto che statunitense dovrebbe preferire la maglia della Roma a quella di una qualsiasi squadra inglese, tedesca o spagnola. Puntare a divenire il secondo club più tifato al mondo è progetto ambizioso, ma questo significa che dovremmo mettere in ombra una quantità di squadre che sono diventate famose grazie alle vittorie, non necessariamente con stadi di proprietà.

Quali sono le squadre più tifate? Al primo posto il Manchester United: vittorie, più stadio, più il Commonwealth e l’appeal del Campionato inglese rendono i Red Devils inavvicinabili: 354 milioni di tifosi. Al secondo posto il Barcellona che, con una struttura societaria completamente diversa ed un palmares di vittorie stratosferico, si attesta a 270 milioni di sostenitori. Sul podio anche il Real Madrid, con lo stadio sempre pieno come aveva la Roma un tempo, con 170 milioni di tifosi. Quarto e quinto posto, rispettivamente, per Chelsea e Arsenal: il primo ha avuto un magnate che ha fatto realmente la differenza; il secondo ha stranamente raggiunto una fama planetaria per il fascino combinato del nome e del simbolo, ancorché sia ormai una squadra con una tifoseria anonima e sempre cangiante che gioca in uno stadio pieno ma con l’effetto di un acquario: 135 milioni di tifosi il Chelsea, 113 i Gunners. Al sesto posto, con ben 99 milioni di tifosi, il Milan che non ha uno stadio di proprietà ma che ha vinto 7 Coppe dei Campioni. Al settimo posto il Liverpool: il tifo è nato nella Kop di Anfield e qualche coppetta l’hanno vinta pure loro: 70 milioni di tifosi. All’ottavo l’altra squadra di Milano, l’Inter: stadio di proprietà neanche l’ombra, ma i suoi tifosi sono 49 milioni. Al nono posto il Bayern Monaco, 24 milioni di tifosi e al decimo la Juventus con 20 milioni di tifosi di cui 13 milioni in Italia, club che uno stadio di proprietà lo ha da non moltissimo tempo ma che i suoi tifosi li ha conquistati grazie a decine di scudetti vinti e diverse vittorie internazionali.

Rimanendo sulla matematica, quindi, per essere la seconda squadra più tifata del mondo, dovremmo arrivare non a 30 milioni di tifosi, come auspicato da Pallotta, ma almeno a 271 milioni di tifosi, il tutto senza vincere neanche una coppa Italia da dieci anni. Le montagne si scalano partendo dalla base, dalla quale poi si punta a raggiungere la vetta: non sarebbe quindi il caso, prima di pensare di divenire un brand mondiale, cercare di essere prima di tutto un brand italiano?

Fonte: Ilromanista.eu

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