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Emerson Palmieri: “Un giorno racconteró ai miei nipoti di aver giocato con Totti”

Emerson Palmieri

Il terzino della Roma Emerson Palmieri, rientrato tra i convocati domenica scorsa dopo il grave infortunio al ginocchio, ha rilasciato un’intervista al portale sportivo. Queste le sue parole:

28 maggio: la partita dell’addio di Totti, ma anche quella del tuo infortunio…

“Era un giorno bellissimo. Il giorno dell’addio di Totti, io avevo ricevuto la convocazione in Nazionale e avevo già la mia roba negli spogliatoio per andare a Coverciano”.

A fine partita sei rientrato in campo per salutare Francesco, che si è fermato e ti ha detto qualcosa all’orecchio. Cosa?

“Nonostante le stampelle sono rientrato in campo per una questione di rispetto. Mi ha detto «Sei giovane, sei forte. Hai il futuro davanti». Il momento in cui Totti si ferma a parlare con me lo porto nel mio cuore. È una di quelle cose che potrò raccontare ai miei figli e ai miei nipoti: la fortuna di aver giocato con Totti e di aver trascorso quel giorno con lui”.

Cosa ti ricordi del momento dell’infortunio?

“E’ stato il momento più difficile della mia carriera, dopo la partita con il Porto. Quando ho fatto il contrasto ho sentito un dolore che non so neanche spiegare. Mi sono reso subito conto che era grave appena ho fatto quel movimento”.

C’è un momento in cui hai capito che potevi davvero fare il mestiere del calciatore nella vita?

“Quando ho giocato il Mondiale e il Sudamericano U-17 col Brasile. Quando arrivi in Nazionale cominci a vederti come un calciatore. In quei tornei ho giocato titolare, ho segnato, sono stato premiato. Ho cominciato a vedere le cose da un angolo diverso”.

La tua carriera inizia al Santos…

“Arrivato in squadra il terzino titolare era Leo, un idolo della tifoseria e del club. Dopo Leo avevo iniziato a giocare titolare però è arrivato un altro terzino, Mena, un cileno che doveva andare al Mondiale e aveva bisogno di giocare titolare. Il Santos è una grande squadra e ha bisogno di giocatori pronti e d’esperienza. Io giocavo una partita titolare, poi le altre dieci restavo in panchina. Non avevo regolarità”.

In quel periodo hai giocato anche qualche partita sulla stessa fascia con Neymar…

“Un’altra cosa che potrò raccontare ai miei nipoti. E’ il giocatore più forte con cui abbia mai giocato, è incredibile, in allenamento col pallone fa delle cose che tu neanche ti immagini. Marcarlo è impossibile, non sai se andrà a destra, a sinistra, o se proverà a farti un tunnel”.

Fonte: ultimouomo.com

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