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Roma, Pallotta: “Stadio? Ci sono dei ritardi, anche per colpa nostra. La Curva Sud? Le barriere non ci devono essere, ci stiamo lavorando”

Dopo le interviste di Gandini e Baldissoni, anche il presidente della Roma James Pallotta ripercorre il 2016 sul sito ufficiale dei giallorossi:

Sull’esonero di Garcia.
“È stata una decisione relativamente facile da prendere, considerata la serie di partite senza vittorie e l’ottima squadra che avevamo a disposizione, sebbene molte persone pensassero che avremmo dovuto aspettare la fine dell’anno. Credo che la squadra stesse subendo un rapido calo dal punto di vista psicologico. Se non avessimo fatto nulla, non saremmo mai potuti arrivare tra le prime cinque, figuriamoci qualificarci per la Champions League al termine della stagione. Non ero soddisfatto di come andavano le cose in termini di prestazioni durante gli allenamenti. A dicembre, quando i giocatori ti confessano che non riescono a entrare in forma, qualcosa deve pur voler dire. I calciatori dovrebbero dirti Sono distrutto, non ce la faccio più, ma invece sostenevano di non riuscire a entrare in condizione. Credo che avrei dovuto farlo prima. Già la stagione precedente avevo notato alcuni segnali. Le cose stavano cambiando dal primo al secondo anno e ce n’erano ancora due, quindi non era così semplice. Provi a far arrivare persone che credi possano essere d’aiuto, ma c’è stata l’incapacità di accettare ogni tipo di aiuto. Io credo che la squadra debba lavorare insieme e che ci debba essere collaborazione a tutti i livelli ma si stava andando verso il io lavoro così e basta. Non c’era la volontà nemmeno di ascoltare alcune delle persone che erano lì per dare una mano. Noi non vogliamo rappresentare questo tipo di organizzazione”.

Sull’arrivo di Spalletti a Roma.
“Ho parlato molto con persone che conosco e rispetto: ex allenatori e professionisti attualmente impegnati che sarebbero venuti volentieri a Roma, ma dopo aver parlato con Luciano, e averlo incontrato a Miami, ho capito che era lui la persona che stavamo cercando. Aveva già vissuto un’esperienza a Roma e fortunatamente è molto preparato dal punto di vista tattico, strategico e psicologico. Dopo la gara con la Juventus, difficile da affrontare visto il poco tempo a disposizione, ci sono state 17 partite senza sconfitte, davvero notevole. Questo ci ha consentito di tornare in corsa. Credo che salutare Garcia fosse una decisione più semplice di quanto si possa pensare perché avevo visto in che direzione stava andando la squadra”.

Sull’incontro a Miami.
“È stata la passione, il modo in cui parlava di strategia, di tattica, e di come allenava i giocatori. Durante gli allenamenti, prima, non si parlava praticamente mai di strategia e tattica. Magari in altri paesi non è poi così importante ma in Italia…”.

Sull’impatto di Totti.
“Ha dimostrato che può avere ancora un ruolo importante e quelle partite sono state fondamentali per la qualificazione in Champions League”.

Sul nuovo contratto di Totti.
“Non direi che il nuovo contratto sia stato un premio per le sue prestazioni. Nel corso dell’anno avevamo già parlato più volte del fatto che alla fine della stagione avremmo discusso della situazione basandoci su come si sentiva lui. Mentre molte persone, anche nei media, hanno continuato a chiedersi per tutto l’anno perché non avessimo fatto questo o quello, per me si trattava semplicemente di questioni che riguardavano soltanto noi. Era una cosa tra Francesco e me e, come squadra, non potevamo permettere che i nostri affari diventassero una discussione pubblica. Non avrebbe avuto senso. Il contratto non è stato una ricompensa, semplicemente Francesco pensava di poter continuare a giocare e noi credevamo che potesse dare ancora il suo contributo, dopo aver parlato con lui e con il nostro staff”.

Sui cambiamenti nello staff.
“Abbiamo inserito alcune persone nell’area performance e abbiamo mantenuto alcune delle nostre persone. Abbiamo fatto dei cambiamenti nello staff medico, ma la cosa più interessante è successa nella prima settimana, quando tutti sono stati fuori sede per qualche giorno e hanno pranzato insieme. Darcy ed Eddie (Lippe) hanno chiesto il loro parere su tutto e mi ricordo che uno dei membri dello staff ha detto è davvero un grande giorno, al che Ed ha chiesto In che senso? e lui ha replicato Nessuno ci aveva mai chiesto la nostra opinione”. Questo è quello a cui ambiamo – se assumiamo queste persone brave è perché vogliamo il loro parere. Avere persone per annuire o persone senza un parere nel loro ambito è poco intelligente. Penso sia evidente che alcuni giocatori, come Rüdiger, Nura, Rui e altri, stiano recuperando rapidamente e allo stesso tempo stiano rinforzando la massa muscolare per rientrare in forma. Molti club europei ci hanno chiesto informazioni sul nostro modus operandi e sul dove questo avviene e noi siamo intenzionati ad aiutare le altre squadre perché parliamo di persone. Non abbiamo intenzione di mantenere segreti su aspetti come questi”.

Sugli infortuni.
“Purtroppo, abbiamo avuto sfortuna con tutti questi infortuni alle ginocchia e alle caviglie, ma una cosa positiva è che stiamo recuperando gli infortunati e che questi saranno pronti a giocare molto prima del previsto. Il recupero è stato veloce. Va comunque detto che non ci stiamo precipitando nel mettere persone non ancora pronte in campo. Una delle cose che ho detto fin dall’inizio e continuo a dire a questi ragazzi è che non mi prenderò il rischio di far fare male qualcuno dei giocatori. Non c’è la benché minima possibilità che questo succeda. Loro devono essere pronti, ed è necessario dire agli allenatori quando non lo sono ancora. Quindi in un certo senso spingiamo i ragazzi a dare il massimo fisicamente per ritornare in forma, ma allo stesso tempo non li mettiamo in campo finché non sono al 100% pronti”.

Sulla Primavera.
“Penso che la Roma sia conosciuta per il buon lavoro che porta avanti con il settore giovanile e la conferma arriva anche dal numero di giocatori in attività in giro per il mondo lanciati da noi. Sui calciatori che potrebbero restare a giocare nella Roma, invece, serve una riflessione più ponderata. Non credo che sia avvenuto abbastanza spesso nel passato, ma sono sicuro che succederà in maniera significativa in futuro per quel che riguarderà il nostro modo di condurre le operazioni di mercato. Abbiamo fatto un grande sforzo negli ultimi anni per rinnovarci, seguendo i consigli di persone che fanno parte della Roma e lavorano per noi da anni. La cosa fondamentale in questi casi è l’organizzazione: abbiamo lavorato in tal senso in questi ultimi anni, grazie ai loro consigli e alla loro leadership e ora i risultati sono tangibili. Se prendiamo in considerazione tutti i livelli, non solo la Primavera, ma anche i ragazzi di 12 e 10 anni si percepiscono l’ottima struttura e l’organizzazione a supporto del loro talento. Siamo indiscutibilmente i primi o i secondi per settore giovanile in Italia e credo che questo sia solo l’inizio”.

Sul rapporto con i tifosi.
“Stiamo semplicemente cercando di coinvolgere il più possibile i nostri tifosi e vedere che le barriere sono ancora lì è frustrante. Ma speriamo di poterle rimuovere al più presto. Quelli che mi conoscono sanno che il nosto Club mette il tifoso al centro di tutto. Vogliamo sapere quello che pensano i nostri sostenitori e per questo motivo abbiamo costruito un sito web che consenta il crowdsourcing e la produzione di contenuti da parte dei tifosi stessi. Inoltre, lanciamo una serie di chat sia su Facebook che su Twitter e, anzi, credo dovremmo farlo di più. Quando abbiamo deciso di aggiungere una nuova lingua al nostro sito ufficiale, poi, l’abbiamo fatta scegliere ai tifosi. Credo che siamo appena all’inizio di quello che vogliamo effettivamente costruire e di quello che vogliamo fare assieme ai nostri tifosi. Passiamo molto tempo a studiare una serie di programmi che si riveleranno molto interessanti per gli appassionati giallorossi. Per noi questi sono tutti dettagli molto importanti”.

Sullo stadio.
“Ci sono stati alcuni ritardi, forse un po’ per colpa nostra, ma anche per via dei cambiamenti nell’amministrazione cittadina e per quello che è successo a Roma, ma siamo fiduciosi sul fatto che a marzo otterremo l’approvazione. Siamo pronti. Sono un po’ dispiaciuto per il fatto che i lavori non siano ancora iniziati nel concreto. Anzi, mi sarebbe piaciuto aver iniziato i lavori nel momento in cui abbiamo comprato la squadra, ma sappiamo che ci vuole del tempo. Ho visto recentemente dei commenti che dicevano Pallotta è scomparso. Lo scorso anno, se non sono stato a Roma quanto avrei voluto, è perché ho trascorso molto tempo con architetti, professionisti del settore edile, del design della finanza e così via. Cosa faremo per la ristorazione? Chi gestirà le vendite e che sistema di ticketing utilizzeremo? Molte di queste cose hanno luogo a Boston, altre a New York e alcune persino a Londra. Molte delle persone con cui parliamo vivono in queste città. Le cose stanno così. Mi manca Roma ma non posso farci molto perché il lavoro non si sta concentrando esclusivamente sullo stadio ma anche su alcuni ruoli che stiamo cercando di definire. Il progetto dello stadio e del complesso circostante sono incredibili. Tutte le persone che l’hanno visto sono rimaste colpite”.

Sulla Curva Sud.
“C’è grande frustrazione da parte mia, perché i tifosi si sono comportati bene e sono il primo a essere contrariato per l’installazione delle barriere. Si sarebbe dovuto parlare e discutere della questione, piuttosto che riceverla come un’imposizione. Ci stiamo lavorando. Mauro ha preso parte a dei colloqui recentemente e le cose sembrano migliorare. Le barriere non devono esserci ma se riusciremo a farle rimuovere, i tifosi dovranno fare la loro parte e assumersi le proprie responsabilità”.

Fonte: Asroma.com

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