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IL TEMPO Gemelli diversi ma solo in Italia

Dzeko
Dzeko

(A. Serafini) Quello che si vede in campo, non sempre viene supportato anche dai numeri, altrimenti il confronto tra Dzeko e Higuain avrebbe ancora un fascino particolare a poche ore dal fischio d’inizio della tanto attesa sfida dell’Olimpico.

Le aspettative di un’estate fa si sono poi scontrate con il giudizio di una stagione finita agli opposti, tra le statistiche impressionanti di Gonzalo e la delusione finora registrata dalla punta romanista nella sua prima avventura in Italia. L’argentino, invece, continua a mostrare una crescita esponenziale nel momento della maggiore maturità, scandita finora dai 32 gol stagionali (tra campionato e Europa League) e la possibilità di concludere la stagione con numeri ancora più alti.

La doppia cifra raggiunta da Dzeko (8 reti in campionato, 2 in Champions League) è stata sovrastata più che altro dai tanti errori commessi sotto porta, così il bosniaco è finito in un’escalation negativa che negli ultimi tempi gli ha regalato soltanto dubbi e qualche panchina di troppo.

E se Higuain continua a confermare l’ascesa nell’elité dei giocatori che fanno parte di una categoria differente, raggiungibile da pochi, il percorso di Dzeko si è fermato di fronte alla brusca frenata dell’ultimo biennio, in cui il centravanti di Sarajevo per motivi differenti si è dovuto troppo spesso confrontare con l’idea di non essere più una prima scelta, anche nella Roma.

Non basta certamente l’età per spiegare tutto: trent’anni appena compiuti per l’attaccante giallorosso, di fronte ai quasi 29 di quello napoletano, che in carriera ha suonato la carica mettendo a segno 242 reti complessive, di cui 27 con la maglia della nazionale argentina. Un palmares che farebbe rabbrividire quasi tutti, ma non Dzeko, che tra l’infanzia in Bosnia e i tre passaggi tra Bundesliga, Premier League e Serie A lo segue con 221 reti, contando le 47 siglate con la propria nazionale. In sostanza la differenza tra i due la fa lo score di quest’anno.

Nel presente però gli obiettivi di entrambi restano gli stessi: allontanato il sogno personale di Higuain di raggiungere il primo posto in classifica nella Scarpa d’Oro (attualmente demolita dall’allungo di Suarez grazie agli 8 gol realizzati nelle ultime 2 partite di Liga), la sfida si concentrerà sul raggiungimento del secondo posto con i rispettivi club. La normalità per giocatori abituati a confrontarsi con il palcoscenico dell’Europa che conta. Oggi all’Olimpico l’unico 9 sicuro di scendere in campo sarà però quello argentino, che con la sua media da 0,91 tra reti e presenze, non vede l’ora di ritornare in campo dopo la lunga e discussa squalifica subita a Udine. E se per il Napoli non è certo un problema spedire nuovamente le ottime qualità di Gabbiadini in panchina, a Trigoria di certezze se ne registrano molte meno.

Nonostante le parole di conforto utilizzate da Spalletti ieri in conferenza stampa, Dzeko rimane in bilico per una maglia da titolare, ricevuta soltanto una volta nelle ultime 5 partite. Il tecnico toscano ha comunque notato un netto miglioramento di condizione nella settimana appena trascorsa, tanto da utilizzarlo sia ieri che l’altro ieri, all’interno della formazione migliore durante le ultime prove pre partita. Durante le prove tattiche, il gigante bosniaco è stato schierato come terminale offensivo nel tridente composto da Perotti e Salah, ipotesi che escluderebbe di conseguenza la presenza di El Shaarawy.

E mentre il futuro di Higuain è pronto a scatenarsi tra le solite richieste delle big d’Europa, quello di Dzeko è ad un bivio: adesso la differenza è tutta qui.

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