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GAZZETTA DELLO SPORT La pace di Spalletti «Totti? Per me tutto dimenticato»

Spalletti
Spalletti

(D. Stoppini) – Tranquilli, eh. Perché in giro per il ristorante c’è anche qualche spruzzata di Francesco Totti: una maglia e un paio di scarpe del numero 10 della Roma. Anche così Luciano Spalletti ha deciso di arredare il locale inaugurato a Firenze, Fashion Foodballer, in società con Daniele Dainelli, Alberto Gilardino e altri amici. In fondo non è mica la storia in discussione. «No, non ho ancora invitato Francesco– dice lui –, perché ora deve fare il papà, ha da fare con la famiglia…altrimenti sarebbe qui. E sono sicuro che in futuro verrà. Io ho un buon rapporto con lui e voglio averlo anche in futuro. Solo che in alcuni momenti siamo un po’ tutti presi da episodi, da qualche tensione. Ma sono cose che succedono, poi passano, si dimenticano e si va avanti».

CAREZZA AL D.S. – Perché il finale è ancora tutto da scrivere, da giocare, immaginare. In ogni direzione, mica solo quella di Totti. Il campionato, il derby che arriva, il caso Sabatini e una Roma che gli ha ridato la tensione che cercava. In cambio ha fatto così: ha ridato anima a una squadra dispersa. «Ma non ho fatto nessuna rivoluzione – fa Spalletti –. Nella Roma c’è il materiale giusto per lavorare, c’è qualità, i giocatori sono forti. Solo che a volte non si riescono a far trasparire le cose…». E no che Garcia non ci stava più riuscendo. «Ma non è che io abbia portato chissà quali regole, alla Roma si lavorava bene anche prima, la squadra è arrivata seconda per due anni consecutivi. Ecco, forse in questo campionato le avversarie sono più forti». L’orgoglio, in fondo. E una carezza a Sabatini, dopo il bastone usato nella pancia dell’Olimpico per le dimissioni annunciate urbi et orbi. «Walter è un grande dirigente, se tutti mi fanno i complimenti il merito è dell’ottima squadra che ha costruito. Sono convinto che nei prossimi giorni ci ripenserà».

CI PROVIAMO – Difficile, non impossibile. Concetto che vale pure per una rincorsa al secondo posto ora più complicata di quanto già non fosse la scorsa settimana: «Lo scudetto? Non è mica detto che se fossi arrivato prima il discorso ora sarebbe ancora in piedi. E in ogni caso ormai siamo un po’ distanti, spero per il Napoli che Higuain resti su questi livelli. È vero, ci sono partite importanti da giocare e tanti punti in palio. Ma credo che al massimo la Roma possa infastidire il Napoli, per quanto la squadra di Sarri continui a mostrare grandi cose. Alla Roma abbiamo fatto un buon lavoro. Ma siamo solo all’inizio, bisogna essere seri e professionali, curare i dettagli, perché abbiamo ancora più qualità». Pare un rilancio in chiave derby: «Mi mancava questa partita, vincere sarebbe importante per la classifica e i tifosi. E ci darebbe qualcosa in più dei tre punti in termini di entusiasmo». Lo stesso entusiasmo di Conte nell’accettare il Chelsea: «Ora avrà ancor più voglia di fare un grande Europeo. E poi al Chelsea troverà un presidente in grado di regalargli almeno un paio di giocatori». Alla Roma invece si lavorerà con la calcolatrice a portata di mano. E se i conti torneranno, sarà soprattutto per merito di Luciano il ristoratore.

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