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IL MESSAGGERO Roma, caos calmo

Garcia
Garcia

(S. Carina) Panta rei, come se nulla fosse accaduto. Tutto scorre nella Roma, tutto procede. Garcia allena pur sapendo che la gara di domani potrebbe essere l’ultima in giallorosso; il dg Baldissoni assicura alla cena di beneficenza con gli sponsor che «le prospettive del club non sono state mai migliori di questo momento»; la squadra dà vita a Trigoria più ad un obbligo di pernottamento che ad un ritiro, vista la possibilità di uscire dal centro sportivo, tornare a casa e far ritorno nel pomeriggio; il ceo Zanzi sorride e il ds Sabatini, oltre a mantenere caldi i contatti per aver pronto il sostituto dell’allenatore, fa mercato. Il 27 dicembre è pronto ad accogliere l’arrivo di Gerson a Roma e intanto giovedì notte (lasciando l’evento di Roma Cares dopo appena 10 minuti, scusandosi con i presenti perché non dell’umore adatto a partecipare a una festa) cena con gli agenti Mascardi (che detiene ancora una percentuale del cartellino di Iturbe) e Giuffrida. Pranza ieri con il procuratore dell’argentino (Triulzi) e con Pozzo (presidente del Watford) raggiungendo l’intesa per il trasferimento del calciatore in Premier (1 milione per il prestito e 18 per il riscatto).

ANOMALIE E PARADOSSI Una situazione kafkiana dove tutto all’esterno sembra in discussione e nulla all’interno in realtà lo è. Ad eccezione di Garcia – che al netto dei numerosi errori commessi già domani potrebbe pagare per tutti (Spalletti o Lippi, pur non convincendo, rimangono in pole per sostituirlo) – difficilmente il ds darà seguito alle sue dichiarazioni di appena qualche giorno fa («Se affonda Rudi, affondiamo tutti»). Almeno non ora. E l’ennesimo paradosso della Roma nasce proprio qui. Al netto dell’operato di Sabatini, che ognuno può giudicare come meglio crede, anche se il ds dovesse rinviare il suo addio a fine stagione (ipotesi tra l’altro tutta da verificare), come farebbe a progettare la Roma del futuro un dirigente che per sua stessa ammissione non sa se il prossimo anno continuerà a lavorare in giallorosso? In questo caso non è in dubbio la professionalità dell’uomo che sino a quando rimarrà a Trigoria darà il 101% per migliorare la squadra. Ma sono le sue decisioni che mal si sposerebbero con l’eventuale sostituto che inevitabilmente potrebbe avere idee diverse. E questo si riflette nella scelta dell’allenatore e dei calciatori. Sabatini ad esempio ha un accordo sulla parola con Alisson. L’Internacional vuole però cedere il cartellino del portiere alla Doyen che a sua volta ha un’intesa con la Juventus. Con il ds ancora in sella, la bilancia pende ancora a favore della Roma. Senza di lui, no. Per questo motivo urge chiarezza. Senza perdere ulteriormente tempo.

IN SOSPESO Da qualche giorno, inoltre, è caduto il veto presidenziale sulla permanenza a tutti i costi di Garcia. Tenere in bilico la figura del tecnico in questo modo, a chi giova? Può cambiare una vittoria col Genoa le valutazioni su quanto sta accadendo ormai da un anno? Quesiti che rimangono senza risposta. A meno che la Roma non voglia replicare il modello-Zamparini che ha esonerato Iachini dopo una vittoria (1-0 al Chievo, il 10 novembre) che proiettava comunque il Palermo a metà classifica (e con un successo domani i giallorossi oscillerebbero tra il secondo e il quinto), se Garcia dovesse battere il Genoa rischia di diventare il traghettatore di se stesso sino a fine stagione, in attesa del nuovo allenatore.

UN REBUS E certezze anche in questo senso non ce ne sono. Di Conte in giallorosso, almeno il Messaggero ne scrive oramai da mesi. Il problema è che il tecnico non fa gola soltanto a Trigoria. In Italia c’è il Milan (già vicinissimo in passato) ma a preoccupare ora è il Chelsea. L’ingaggio pro tempore del sostituto di Mourinho, è la conferma che Abramovich è alla ricerca di un nuovo allenatore per il prossimo anno. Dopo aver fallito l’assalto ad Ancelotti, l’obiettivo del magnate è diventato proprio Conte. Rincorrere quello che potrebbe alla fine rivelarsi una chimera, sarebbe l’ennesimo boomerang di un club che mai come adesso ha bisogno di certezze. E non di navigare a vista.

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