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L’ANALISI di H.VERONA-ROMA Stagione buttata da Garcia (staff compreso) e Sabatini

L'analisi della partita
L’analisi della partita

Hellas Verona-Roma 1-1. Sesto pareggio nelle ultime sette per la squadra di Garcia. Altra prestazione sotto ritmo contro un avversario che si era schierato per un comodo tiro al bersaglio. Nove davanti al portiere, Toni a lottare con Manolas e Astori. Trentatré minuti di possesso palla (33!) sui cinquantuno effettivi giocati. Benussi esce dal campo con un pallone messo nel sacco dall’unico grande campione della rosa della Roma, Francesco Totti, e con uno spavento sulla punizione di Ljajic fermata dalla traversa in chiusura di primo tempo. Per il resto guanti sporcati solo da una botta di Nainggolan nella ripresa. De Sanctis, che ha perso ogni tipo di reattività, vede entrare in rete il pareggio di Jankovic con un colpo di testa con deviazioni di Astori e Keita. Un pareggio comodo comodo per il serbo andato a saltare di testa con Florenzi immobile, fatto rientrare in campo dai “luminari” medici giallorossi dopo i due interventi killer di Hallfreddsson non sanzionati da Gervasoni. E se non fosse stato per il subentrato e grintoso Torosidis, staremmo parlando di una nave affondata dal moldavo (!) Ionita. Due salvataggi sulla linea per il greco che tengono la Roma distante dalla Juventus ad uno svantaggio appena inferiore alla doppia cifra (-9).

Garcia non guida più la squadra, si è perso la Roma. Pjanic e Gervinho pascolano per il campo. Keita non ha un’idea da novembre, Ljajic è costretto a partire a 40 metri dalla porta quando va bene. Nainggolan è l’unico che lotta, corre e si muove senza palla. Cole alla fine è uno dei sufficienti, riposato rispetto ai compagni. L’inglese recapita un ottimo assist a centro-area a Doumbia, che dimostra tutto il suo fiuto del gol lisciando il pallone. Manolas e Astori contro il 37enne Toni vanno in difficoltà su ogni lancio. La squadra non riparte mai di slancio, anche quando gli avversari cercano di partire in contropiede rimanendo semi-scoperti. Il cambio Totti-Doumbia al 65′ e quello Verde-Pjanic all’80’ la confusione nella testa del tecnico, il suo attaccamento ai suoi “uomini-chiave” (leggasi Gervinho) e la totale assenza di condizione fisica per colpa di un lavoro pessimo fatto dallo staff tecnico nella sua interezza.

Da qui alla fine di questa stagione fallimentare rimangono solo due cose: provare ad andare più avanti possibile in Europa League e salvare il secondo posto senza perdere l’onore nello scontro diretto di lunedì con la Juventus. Stagione comunque fallimentare. A gennaio dovevano arrivare rinforzi chiave: a Trigoria sono arrivati la brutta copia di Fabio Junior (Doumbia), un attaccante infortunato (Ibarbo) e un quarto difensore buono per la partitella del giovedì (Spolli). Mentre la Roma sprofonda su sé stessa a forza di pareggi, non c’è la parvenza di un uomo guida all’interno della società. Solo nel campo c’è ed è sempre lo stesso, anche a 38 anni e 5 mesi. 296 volte grazie unico Capitano.

Daniele Luciani

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