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AS ROMA Si ferma Keita. Rabbia Garcia

Juventus-Roma Keita
Juventus-Roma Keita

Era passata mezz’ora e già Rudi Garcia aveva perso il  buonumore con il quale si era messo a seguire la partita tra Etiopia e Mali. Pregustando il probabile ritorno di Daniele De Rossi, che sottraeva al centrocampo l’aspetto di labirinto per cavie da laboratorio, percorso obbligato in cui era stato trasformato dalle assenze accumulate. Ma non c’è pace per la Roma quest’anno. Era passata mezz’ora e Garcia si trovava incollato al telefono cellulare, a chiedere informazioni su Seydou Keita. A parlare con il giocatore, con i medici della Roma, con i medici di chiunque. Keita si era fermato. Aveva chiesto il cambio.

Keita si è fatto qualcosa, questo è certo, altrimenti il Mali non sostituirebbe il suo capitano nel bel mezzo di una partita validissima per le qualificazioni alla Coppa d’Africa. Più tardi la stessa federazione maliana ha confermato: piccola, dicono proprio piccola, contrattura a un polpaccio. Il sinistro. Intanto Keita non giocherà la partita di ritorno in calendario mercoledì e torna rapidamente a Roma per le visite mediche. Ringraziando per i messaggi d’auguri: «Spero non sia nulla di grave. Tornerò più forte». Tempo uno o due giorni e sapremo che cosa significhi piccola contrattura. Keita dovrà comunque restare fermo da 72 ore a una settimana e questo significa scarse probabilità di vederlo in campo sabato contro il Chievo.

Naturalmente si propongono per giocare Paredes o Uçan, ma Garcia avrebbe voluto andare sul sicuro a centrocampo e ripartire in quinta marcia dopo lo sgambetto alle spalle subito con la Juventus.Peraltro lo stop di Keita, se pure non è più grave di quanto sembri, proietta il proprio lato oscuro sull’appuntamento di martedì 21 ottobre tra Roma e Bayern Monaco, in un’Olimpico esaurito. Lì sì che l’esperienza e il passo di Keita, modellati sulla Champions League, sarebbero indispensabili. E’ una Roma che non merita tanta sfortuna. I suoi giocatori si comportano bene, compiono buone azioni nei confronti di se stessi. Ieri era giorno di riposo eppure Iturbe, Astori, Borriello e Lobont si sono allenati di propria iniziativa. Ma si sa che l’universo è sordo e la fortuna ci vede meno bene di alcuni arbitri.

Fonte: Corriere dello Sport 

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