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GAZZETTA DELLO SPORT Difesa, cantiere aperto. Ma Castan garantisce. E Holebas «Vinciamo»

L. Castan
L. Castan

Estate 2013: la Roma prova a cedere Castan in Italia, Europa e Brasile. Estate 2014: la Roma blinda Castan con un rinnovo di contratto per il quale, come da comunicato ufficiale, si scomoda addirittura il presidente Pallotta. In 12 mesi la vita del brasiliano si è capovolta ed è passato da punto interrogativo a punto fermo. Accanto a lui tutti ruotano, al centro come sulle fasce. Leandro invece, quello che ha una Libertadores e un campionato brasiliano in bacheca, è ben saldo al suo posto. Infortuni muscolari permettendo, lo riprenderà dopodomani a Empoli. Mercoledì, poi, l’esordio in Champions League, con la speranza di mandare anche una cartolina a Dunga che magari, dalle parti di Trigoria, adesso non è proprio popolarissimo. «Lavoro per questo», ha spiegato, sapendo che la concorrenza è tanta e che deve fare i conti anche con il suo amico Marquinhos.

RINASCITA Se Castan in un anno è rinato, a José Holebas (Cholevas sulla maglia, per motivi di traduzione) sono serviti parecchi mesi in più per tornare nel calcio che conta. Con un po’ di timidezza, che contrasta con i tatuaggi che ne coprono gran parte del corpo, è stato lui stesso ieri a raccontare perché: «A 18 anni mi sono fermato. Avevo cose più importanti a cui pensare: una figlia». Il calcio però gli era rimasto nel cuore e quindi «passo dopo passo sono risalito». Arrivato dall’Olympiacos, tedesco di origine greca, gioca per la nazionale guidata da Ranieri, sceglie di mettere sulla maglia il nome greco ma si esprime in tedesco. Glissa sulla trattativa che lo ha portato alla Roma («ma mi cercavano già da giugno»), non sugli obiettivi: «Sono ancora affamato, di gioco e di vittorie. Ho scelto la Roma proprio per questo, perché è un grandissimo club. Sono qui perché, come i miei compagni, voglio vincere lo scudetto. Allenandoci, credendoci e lavorando duro potremo farcela».

QUESTIONE DI FEELING Nato e cresciuto terzino sinistro, a trent’anni potrebbe, all’occorrenza, adattarsi anche a fare il difensore centrale. «Sono a disposizione», è la classica risposta. Altrettanto classica quella sui greci che giocano con lui nella Roma: «È un vantaggio avere Manolas e Torosidis, abbiamo già un grande feeling visto che giochiamo insieme in nazionale». Allenati da Ranieri, uno che con il giallorosso ha avuto parecchio a che fare: «Ma con lui — giura Holebas — non ho parlato di Roma». Ha iniziato a parlare, invece, con i suoi nuovi compagni, anche se finora li ha visti con il contagocce. Oggi e domani primi allenamenti con il gruppo al completo prima di Empoli. Tanti i meccanismi da mettere a punto, tutti in inglese, unica lingua che accomuna, per ora, tutta la cosmopolita difesa giallorossa.

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