IL TEMPO Roma e Benatia ai ferri corti

Benatia a Trigoria
Benatia a Trigoria

(A. Austini) Se prima era una crepa, adesso è crollato tutto. Benatia vuole andarsene per guadagnare di più e ha deciso di spiattellare la questione in piazza. La Roma, che non aveva programmato (almeno in partenza) la sua cessione, si ritrova costretta a valutare le offerte in arrivo. Di sicuro dal Manchester City, con cui il difensore è già in parola, mentre Barcellona, Bayern Monaco e Atletico Madrid sono pronte a inserirsi stando alle parole dell’attivissimo procuratore segnalato in giro per l’Europa.

Dopo l’intervista polemica rilasciata dal ritiro della nazionale marocchina in Portogallo, Mehdi ha aggiunto parole ancor più velenose alla Gazzetta. In sintesi, accusa la società di non rispettare le promesse, di avergli offerto un aumento «ridicolo» del suo stipendio, mentre lui si aspettava un riconoscimento sostanzioso dopo aver accettato di firmare un anno fa per la Roma un contratto meno ricco di quello che poteva avere al Napoli (dove comunque non voleva andare). E insinua che in realtà sia il club a volerlo vendere per fare cassa in vista del mercato come avrebbe fatto intendere Garcia quando a Orlando si è augurato la conferma di «quasi tutti» i giocatori della rosa.

Benatia, a questo punto, spera di essere quel «quasi». Si sente addirittura offeso, preso in giro dalla proposta della Roma: adesso guadagna 1.2 milioni, con i premi si assicurato circa altri 600mila euro e la società sarebbe pronta ad alzare la base fissa a 1.9 milioni. Un adeguamento che, grazie ai nuovi bonus, gli farebbe facilmente superare il tetto dei 2 milioni. Ma il City gliene promette più di 3, l’amico Nasri si è speso per lui e lì c’è una squadra pronta per vincere la Champions ad attenderlo. A 27 anni è un treno che forse non passerà più.

Alle legittime aspirazioni del calciatore, la Roma prova a rispondere con la forza di un contratto quadriennale ancora in essere. Inutile dire che a Trigoria hanno accolto molto male la nuova uscita di Benatia: si beccherà una multa e riceverà regolarmente la lettera di convocazione per il raduno di metà luglio. La speranza dei dirigenti è che quel giorno le acque si siano un po’ calmate per non ritrovarsi a dover difendere il ragazzo dalla rabbia dei tifosi. Il problema di un’eventuale conferma è proprio questo: dopo quello che ha detto, come farebbe Benatia a «ripulire» la sua immagine agli occhi della piazza e dei compagni stessi?

In ogni caso la Roma non è disposta a far sconti: il prezzo di partenza è 35-40 milioni e chi si avvicina di più avrà Benatia. Sabatini lo ribadirà sabato nella conferenza stampa convocata a Trigoria: il diesse aveva già in mente di parlare prima dell’avvio ufficiale del mercato ma ora è diventata un’urgenza. Per difendere l’onore della società, calpestato senza remore da un suo giocatore. Perché allora non rispondere subito? Oggi al Bernardini si annuncia un po’ di caos (c’è la nazionale del Qatar ospite) e Sabatini ha in agenda un blitz a Milano, domani sarà il giorno della partita in memoria di Agostino Di Bartolomei, quindi si è deciso di rinviare a sabato la replica ufficiale a Benatia.

Nel frattempo, magari, la Roma avrà incontrato di nuovo il procuratore e lo stesso difensore, che ieri non ha giocato l’amichevole contro l’Angola e oggi è atteso nella Capitale dove, tra l’altro, deve sistemare le ultime pratiche per la nuova casa appena acquistata. Sarà l’offerta del Manchester City a decidere se dovrà subito affittarla.

La Roma, intanto, ha bilndato Castan è ora prova a confermare Toloi, promosso da Garcia: la società non intende pagare i 5.5 milioni del riscatto e ha chiesto al San Paolo il rinnovo del prestito.

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