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IL MESSAGGERO Pjanic, firma o mai più

Pjanic
Pjanic

(U.Trani) Il tempo sta per scadere: entro domenica 11 maggio, penultima gara di campionato contro la Juve, bisogna mettere per iscritto il rinnovo di Pjanic.

Parte insomma il countdown, a prescindere da quanto dichiarato, due settimane fa, dal bosniaco all’ex compagno Govou in una intervista su passato, presente e anche futuro. Rimbalzano, solo da un paio di giorni, via etere le parole di Miralem e insieme le varie interpretazioni. Che per la verità si restringono a due: 1) l’attaccamento alla Roma e ai tifosi giallorossi e quindi la volontà di rimanere con un nuovo e ricco accordo pluriennale fino al 30 giugno 2018; 2) l’apertura a due grandi società come il Psg e il Barcellona che sarebbero ideali per il giocatore. Gli scenari non sono dunque troppi e quei concetti del centrocampista non li influenzano. Perché il pupillo di Garcia deve solo prendere una decisione e dire se accetta o meno la proposta del management di Pallotta. Con il sì, diventerebbe complicato il trasferimento durante il mercato estivo, anche per non deludere il tecnico francese (mai dire mai, comunque); con il no, la cessione, considerata la scadenza del suo attuale contratto (30 giugno 2015), resterebbe l’unica via d’uscita per la società giallorossa. Incassando circa 20 milioni.

DENTRO O FUORI
A far scattare il conto alla rovescia è stato, a pochi minuti dall’inizio della partita con il Milan (venerdì 25 aprile), il ds Sabatini. «Vogliamo avere la firma di Pjanic prima della sua partenza per il mondiale». Susic, ct della Bosnia, ha chiesto di avere Miralem con una settimana d’anticipo. Niente trasferta a Marassi, gara contro il Genoa, per il giocatore che si congederà dopo la sfida all’Olimpico contro la Juve. Ecco spiegata la data dell’11 maggio come deadline. L’intenzione dei dirigenti della Roma è di risolvere la situazione al ritorno da Catania: da lunedì ogni giorno è buono, magari aspettando per l’annuncio lo sbarco nella capitale del presidente Pallotta, atteso proprio per la partita contro la capolista.

STIPENDIO DA TOP PLAYER
La distanza tra la Roma e Pjanic resta quella di sempre. Più o meno 7-800 mila euro sul fisso. Il club giallorosso offre 3 milioni e 200 mila (netti), come Totti, più i bonus (abbastanza facili) con i quali si sfiorano i 4 milioni, il bosniaco chiede proprio 4 milioni (ingaggio base) più i premi, per sfiorare quasi i 4,5 milioni all’anno. Garcia spinge su Sabatini (e su Zecca, braccio destro del presidente) per accontentare il calciatore, il ds sa che l’ostacolo è proprio sulla parte fissa, perché il tetto dei compensi è stato fissato, già dalla stagione scorsa, a 3 milioni. E il fair play finanziario influenza la scelta della proprietà di non esagerare con i compensi.

TENTAZIONI DALLE BIG
Pjanic con Govou è sincero. Mostra riconoscenza per la Roma: «Mi sono legato molto alla città e a questo club. Ho davvero voglia di vincere qui. Sento l’affetto dei tifosi che mi amano molto e io amo loro». Ma non scarta le due possibili pretendenti al suo cartellino: «Non so che cosa succederà in futuro, ma il Psg è una bella squadra. Quanto sta accadendo a Parigi è ottimo per il calcio francese. E’ un club straordinario che si appresta a vincere la Champions e nei prossimi anni sarà tra le migliori dieci società in Europa. Ha grandi ambizioni e per un calciatore è importante conquistare titoli e soprattutto la Champions. Il Barça ha ottimi giocatori con i quali è facile intendersi e ha un modo di giocare, come quello di Garcia, in cui mi troverei a mio agio. là potrei dimostrare il meglio delle mie qualità. Non sarebbe una brutta destinazione: come clima, vita e tutto il resto». Due club che, guarda caso, chiamano pure il tecnico di Nemours.

 

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