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IL MESSAGGERO Caos ultrà, Alfano: nessuna trattativa. Ma il procuratore apre un’inchiesta

Gennaro De Tommaso
Gennaro De Tommaso

(S.Barocci) «Non vi è stata alcuna trattativa». È tornato a ribadirlo con forza il ministro dell’Interno Angelino Alfano, riferendo alla Camera su quanto accaduto sabato scorso fuori e dentro l’Olimpico. Ma quasi in contemporanea la procura di Roma ha aperto un’inchiesta per chiarire cosa sia successo sotto la curva Nord prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. Perché dall’informativa di due giorni fa della procura federale della Federcalcio e dalle decisioni del giudice sportivo, che ieri ha sanzionato le due squadre, emerge una ricostruzione diversa. Quelle carte riferiscono di avvertimenti non tanto allusivi rivolti dal capo ultrà azzurro Gennaro De Tommaso, alias Genny ’a carogna, nei confronti del capitano della squadra del Napoli, Marek Hamsik. E di condizioni dettate per acconsentire al via libera al calcio d’inizio della partita.

Gli atti sono stati acquisiti dalla procura guidata da Giuseppe Pignatone, che ha iscritto nel registro degli indagati il capo ultrà dei Mastiff e il tifoso azzurro Massimiliano Mantice. A quest’ultimo viene contesta la violazione della legge sullo «scavalcamento e invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive». Genny ’a carogna, che per quarantacinque minuti ha tenuto sotto scacco l’Olimpico, è indagato anche per l’indegna maglietta con su scritto ”Speziale libero” (la norma violata, in questo caso, sarebbe quella sugli «striscioni o cartelli incitanti la violenza o recanti ingiurie o minacce»). Ma l’accusa potrebbe essere presto allargata all’ipotesi di violenza privata. Il fascicolo è stato assegnato ai pm Antonino Di Maio ed Eugenio Albamonte, titolari anche dell’inchiesta sul tentato omicidio di Ciro Esposito. Ricostruzione, pure questa, su cui restano punti oscuri e rispetto alla quale – ha precisato Alfano – si stanno svolgendo approfondimenti per chiarire «se effettivamente De Santis abbia agito da solo o in concorso con altri e in quale fase dell’azione».

IL MINISTRO  A dispetto dell’atteggiamento «tracotante» di Genny ’a carogna, il responsabile del Viminale è tornato a smentire l’ipotesi di un accordo tra forze dell’ordine e ultrà per far giocare la partita. Quell’incontro – ha sottolineato il responsabile del Viminale – «si sarebbe svolto comunque». Mentre l’interlocuzione del capo ultrà del Napoli col capitano Hamsik, «ha avuto il solo scopo di stemperare la tensione ed ha corrisposto ad una scelta di gestione dell’ordine pubblico, che non può considerarsi una forma di cedimento alle frange più oltranziste del tifo. Né – ha aggiunto Alfano – possono avvalorarsi interpretazioni contrarie, accreditando oltremisura il significato di comportamenti e gesti tutti interni alle dinamiche del tifo organizzato». A dare man forte al ministro, nella tarda serata di ieri, è stato lo stesso capo della capo della procura della Federcalcio, Stefano Palazzi: «Da giurista posso solo dire che l’analisi della motivazione della decisione del giudice sportivo non consente la conclusione che ci sia stata una trattativa».

LE REAZIONI Le parole di Alfano non hanno convinto mezzo Parlamento, da Sel alla Lega passando per Forza Italia. E anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha usato parole dure: «Chiamatela trattativa o dialogo, ma la comunicazione tra il capitano del Napoli, le persone preposte alla sicurezza e il tifoso c’è stata. Purtroppo c’è stata anche in passato e noi, io da presidente del Coni, non possiamo accettarla».

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