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IL TEMPO Roma-Inter Caccia alla Juve nel deserto

(A.Austini) Per anni è stata la sfida tra le regine incontrastate in Italia. Adesso è il confronto tra i primi due club di serie A controllati da proprietà straniere.

Un Roma-Inter non potrà mai essere banale. E promette scintille anche quello di stasera nonostante i 17 punti che separano i giallorossi (con una partita in meno giocata) dalla squadra di Mazzarri. Sarà partita vera in campo e meriterebbe una cornice di tutto rispetto: invece l’Olimpico si presenterà nella sua versione peggiore, con i settori popolari svuotati dall’assurda applicazione di una norma scritta male. Pallotta e Thohir, dopo stasera, capiranno ancora meglio dove sono capitati.

La Roma cerca di avvicinarsi di nuovo alla Juventus impegnata domani a San Siro con l’altra milanese malandata, l’Inter vuole dare un senso al suo finale di stagione dopo aver sbancato Firenze e di nuovo frenato in casa con il Cagliari.Colpa, a sentire i nerazzurri, di un rigore negato a Icardi. È stata una delle tante polemiche arbitrali di una settimana bollente, tra lo sdegno per gli errori di Rizzoli nel derby di Torino, le conseguenti proteste romaniste e una Fiorentina viola di rabbia per le decisioni di Gervasoni. Ti aspetti che l’«elettrico» Garcia ci metta del suo, e invece il tecnico giallorosso sceglie la via opposta. «Ho letto e sentito tante cose sul caso arbitrale in questa settimana – spiega il francese – e non c’è niente da aggiungere. Spero che in futuro si parlerà più di giocatori, di tattica, del campo: è quello che mi aspetto dal calcio italiano».

Una soluzione per migliorare ci sarebbe: «Sono favorevole – aggiunge Rudi – alla moviola in campo. Quando un tifoso vede la partita in tv ha cinque volte il replay mentre l’arbitro non ha niente. Nel ventunesimo secolo si può utilizzare la nuova tecnologia, almeno per sapere se la palla è entrata o se il fallo è dentro l’area. Un gol in più o in meno cambia una gara, e una partita può modificare la classifica, e forse il traguardo finale della stagione». Tanto per dirne una: se Rizzoli avesse potuto riguardare in moviola il fallo di Pirlo su El Kaddouri, magari adesso la Roma sarebbe più vicina alla vetta.

Non per questo i giallorossi mollano. Anzi, gli impegni europei delle rivali in classifica continuano a dare un vantaggio a Garcia. «Bonucci dice che caleremo noi? Vedremo. Noi non giochiamo in settimana e loro sì. Ma non è un mio problema il loro calendario: io devo pensare all’Inter. Bisogna vincere contro una squadra di qualità». Senza contare, però, sul sostegno del pubblico. «Il tema spetta alla società, alla Lega, alla Federazione. Non sono io, straniero che arrivo in Italia, che posso dire o cambiare qualcosa. Il mio problema è che giochiamo in un Olimpico mezzo vuoto e certamente non mi piace. Speriamo non succeda più fino alla fine della stagione. E se la legge sarà la stessa i tifosi devono adattarsi».

Garcia esulta per il rinnovo di Sabatini, «un segnale importante», e promuove il progetto del nuovo stadio: «Gli americani hanno capito subito che un grande club non può giocare in un impianto con la pista d’atletica e dividerlo con un’altra squadra e il rugby».

Sull’Inter di Mazzarri: «Difende a cinque e attacca con i difensori perché Jonathan e Nagatomo sono quasi delle ali. Dobbiamo sfruttare i loro svantaggi e sperare che la forza del loro modulo non faccia troppi danni». Per sfondare il muro finora non irresistibile dell’Inter non potrà contare su Totti ma su un Gervinho ristabilito dall’influenza: con l’ivoriano spazio all’ex Primavera nerazzurra Destro e, probabilmente, a Ljajic. Florenzi ha recuperato solo per la panchina, Bastos contende invece il posto a Romagnoli sull’out sinistro in difesa: con tre centrocampisti muscolari come De Rossi, Strootman e Nainggolan, l’allenatore potrebbe anche rischiare un terzino offensivo. A destra torna Torosidis, mentre Pjanic sta così così. «Sarebbe il caso che uscisse da questa situazione» ammonisce Garcia, intenzionato a schierarlo a partita in corso. Out Maicon, Dodò e Balzaretti, il croato Jedvaj «dirottato» in Primavera. Non è ancora il suo momento.

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