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IL ROMANISTA Tocchi e tiri, nel derby solo noi

De Rossi

(D. Giannini) «Napoli-Roma, per chi tifo? I colori del Napoli sono gli stessi della Lazio…». Il derby è passato ma Claudio Lotito continua a essere in clima da stracittadina. Il giorno dopo torna a parlare e lo fa con frecciate fuori luogo alla Roma («una squadra determinata e di qualità con una tensione agonistica molto forte, secondo me però ha raccolto più di quelle che sono le potenzialità della squadra, perché riescono ad ottenere il massimo con il minimo») e un’analisi discutibile sulla partita di domenica: «Abbiamo visto un derby combattuto – ha spiegato ha Radio Kiss Kiss – , molto fisico e dove la Lazio ha avuto tre occasioni da gol, è stata una partita aperta ed il pareggio forse è stato il risultato più giusto». No comment sulle prime due affermazioni, mentre a rispondere al presidente laziale su come è andato lo svolgimento del derby ci pensano i numeri.

Dati oggettivi, quindi, e non giudizi. Perché si potrebbe discutere su come considerare le occasioni da gol, qualcuno potrebbe dire che una lo è e qualcun altro sostenere l’opposto. E allora solo cifre, quelle riportate come ogni settimana, come dopo ogni partita, da Opta. E i numeri non mentono, dicono semplicemente quello che tutti hanno visto, dicono di una squadra che ha provato a vincere e di una che ha fatto di tutto per non perdere. Scorrendo tutte le categorie analizzate, si comincia dai tocchi di palla, con la Roma che alla fine ne ha totalizzati 725 e la Lazio 471. Circa un terzo in meno, tanti. Eppure si potrebbe obiettare che toccare tanto palla non significa giocare meglio e neppure essere più pericolosi. Calma, è solo l’inizio. Dai tocchi si procede a contare i passaggi: 502 per la Roma, 236 per la Lazio, ovvero l’una più del doppio dell’altra. Un’enormità.

Ma c’è molto altro, perché questa è solo l’analisi generale del match, poi si entra nel dettaglio, con le varie fasi. A cominciare da quella difensiva con 17 rinvii dal fondo della Lazio contro i soli 3 della Roma, le palle recuperate che vedono i giallorossi avanti 65 a 42. E soprattutto le parate: 4 quelle di Berisha, 0, ovvero nessuna, quelle di De Sanctis. Tradotto, non gli hanno mai tirato. Dalla difesa all’attacco: nel derby la Roma ha lanciato 14 volte più degli avversari (55 a 44) ma questo non è detto che sia positivo, perché potrebbe significare che la squadra di Garcia non trovando spazi è stata costretta ad alzare il pallone. Non è così e lo spiega chiaramente il dato successivo con 208 verticalizzazioni della Roma contro le 117 della Lazio. E infine i numeri dentro l’area di rigore avversaria, doppiamente indicativi perché descrivono sia la capacità delle due squadre di arrivare lì davanti, sia la loro pericolosità. Bene, in quanto a giocate utili in area avversaria la Roma ne ha collezionate 23 contro le 4 della Lazio. I tiri? Sei da parte della Roma, zero da parte della Lazio. E allora questa sfilza di numeri porta a ritenere che l’analisi corretta l’abbia fatta Rudi Garcia a caldo nelle interviste a fine gara: «Abbiamo fatto una partita seria, ma per vincere le partite bisogna essere i migliori nell’ultimo o il penultimo passaggio. Questo è quello che è mancato stasera. Penso che non abbiamo fatto buone scelte davanti la porta. E’ mancata questa, la buona scelta davanti la porta». Punto.

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