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IL MESSAGGERO Roma, punte in riserva

Borriello Ljajic

(A.Angeloni) C’è un prima di Roma-Napoli, c’è un dopo Roma-Napoli; c’è un prima di Totti (e Gervinho) e un dopo Totti (e Gervinho). No, non siamo all’avanti e al dopo Cristo, altrimenti ci additerebbero come blasfemi, anche perché la Roma c’è sempre ed è comunque prima in classifica e con possibilità di allungare ancora, di sicuro meno di quanto potrebbe fare se avesse in tasca i punti di Torino. La squadra di Garcia è solo un po’ diversa, né peggio né meglio di prima.

QUALCOSA È CAMBIATO Dalla nona giornata alla undicesima, la Roma senza i due attaccanti principali, segna meno e tira meno. Normale. Con Totti e Gervinho era un’altra storia. Uno creava calcio e l’altro scattava per raccoglierlo.

Un esempio su tutti, la partita di San Siro contro l’Inter. Ecco perché Garcia spera di ritrovare al più presto i due convalescenti. Più diminuiscono gli attaccanti e minori sono le alternative offensive, ovvio. Borriello ti fa giocare inmaniera diversa in quanto attaccante “diverso”, con caratteristiche che ha solo lui. Marco, in attesa di Destro, è l’unico vero nueve in rosa. Ljajic è l’altra punta, che però nasce mezza punta, che sa fare bene la seconda punta. E, se gioca insieme con Borriello, poi Garcia non ha più cambi a disposizione. Una coperta corta. Così la Roma, contro Udinese, Chievo e Torino è sembrata più prevedibile rispetto alle prime otto partite, meno arrembante. Ha faticato di più nel vincere le prime due, ottenendo una striscia storica di dieci successi enon è riuscita a portare a casa i tre punti da Torino. Prima i gol arrivavano costantemente, più di uno a partita, adesso la media è crollata, uno a partita. Mentre prima di Roma-Napoli sfiorava i tre gol, ed era l’orgoglio di Garcia che si beava di non aver preso tanti gol e soprattutto di averne fatti tanti. Tre a Inter e Samp, cinque al Bologna, due alla Lazio e così via, mai meno di due. Vittorie in doppia cifra. Una Roma devastante. Adesso arrivano successi più sofferti, con meno tiri nello specchio della porta, meno gol, meno pericolosità. Evidenti i dati riportati nel grafico sopra.

SENZA ROMA-NAPOLI Se togliamo dall’analisi la partita tra Roma e Napoli, visto che proprio quella sera sia Totti sia Gervinho sono stati sostituiti e ancora sono in infermeria, la differenza nei dati è ancor più netta. La dicotomia è evidente se analizziamo i gol realizzati :venti(primato in serie A) quelli nelle prime sette gare di campionato (2,85 la media), tre nelle ultime tre gare. È chiaro, per vincere le partite basta un gol, e la Roma due delle ultime tre le ha vinte così, ma la squadra era abituata a chiudere subito il conto e la mancanza di alternative offensive alla fine toglie sicurezze e aumenta l’ansia. Il dato che conforta di più l’allenatore: è sceso di poco l’elemento di supremazia territoriale, ovvero il tempo di gioco in cui si ha il pallone nella metà campo avversaria. È indice di carattere, di volerci provare sempre, come è successo proprio a Torino e prima con Udinese e Chievo. Poi, sostenere che manca qualità senza Totti e Gervinho è scoprire l’acqua calda. Puoi ricorrere ai maghi che vuoi.

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