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AS ROMA Di Biagio: “Il Sassuolo lascerà spazi, Di Francesco non si chiuderà in difesa. Attenzione a Berardi, grande giocatore. Romagnoli? Se giocasse lo convocherei in Under 21”

Gigi Di Biagio

Il ct dell’Italia Under 21 Gigi Di Biagio, anche ex centrocampista della Roma, ha commentato l’inizio folgorante dei giallorossi, di alcuni giovani elementi da lui convocati e del suo ex compagno Eusebio Di Francesco, prossima avversario della capolista domenica prossima con il Sassuolo. Queste le sue parole:

“Quando in carriera hai lavorato con Zeman puoi fare molto bene come allenatore. Il Sassuolo gioca un calcio propositivo e questo è al tempo stesso un male e un bene per la Roma perché giocano ma ti lasciano giocare. All’inizio del campionato non erano fortunati coi risultati, ora stanno raccogliendo i frutti”,

Caso Berardi-Nazionale. Quale è la situazione?

“Innanzitutto Domenico è un grande giocatore. Nell’episodio in questione non ero presente perché è successo nell’Under 19 con Evani, so che non si è presentato in aeroporto quando tutti lo aspettavano. E’ stato un fatto increscioso e grave, nessuno ha mai chiesto scusa, né il giocatore né la società. Per cui è stato squalificato fino a marzo, stiamo aspettando che il ragazzo si renda conto di cosa è successo, ma non arrivano segnali positivi da nessuna parte. Ne prendiamo atto a malincuore. Lui è un ragazzo intelligente, un grande giocatore, può aspirare alla Nazionale maggiore. Speriamo si renda conto. Noi lo abbiamo rimandato il sabato a giocare con il Sassuolo (contro il Livorno, ndr), è arrivato il lunedì in ritiro, si è allenato tre giorni con l’Under 19 e noi eravamo nelle condizioni di tenerlo fino alle finali. Invece per il bene del ragazzo, che vale sopra ogni altra cosa, e del Sassuolo, per cui era fondamentale che lui giocasse, gli abbiamo concesso di andare a giocare il sabato l’ultima di campionato e farlo ritornare la domenica. Dopo di che lui non si è più ripresentato”. 

In Under 21 sono stati convocati Antei, Sabelli, Viviani, Politano e Pettinari, ragazzi del vivaio della Roma.

“Sono almeno sette o otto i romanisti che teniamo d’occhio, la società non è nuova a formare talenti. Antei è un ragazzo intelligente oltre a essere un buon giocatore, è stato fuori sei mesi per un infortunio al crociato. E’ con me da tre anni, ha bisogno di giocare, se trova continuità diventa un grande giocatore, può guidare la linea difensiva come un leader. Ha grande esperienza, nel suo piccolo. Il problema per i giovani è lo scarso utilizzo: Viviani, ad esempio, gioca poco nel Pescara e noi dobbiamo prendere giocatori pronti. Ho il 70% dei giocatori che non giocano nelle proprie squadre. Come Romagnoli, lo prenderemmo in considerazione se giocasse, anche lui ha avuto un problema disciplinare, ma adesso è tutto risolto”.

E’ rimasto sorpreso dalla Roma e da Rudi Garcia?

“Non pensavo arrivasse a questo livello, ho sempre pensato che dovesse fare un campionato perfetto per arrivare tra le prime tre. Garcia ha capito che non doveva ricostruire ma ridare serenità ed equilibrio. I valori c’erano, cercavano di fare calcio, ha ricreato entusiasmo”.

Nel corso della trasmissione è stato raggiunto Beppe Galli, dell’entourage di Berardi, che ha voluto precisare la posizione del giocatore:

“E’ stato detto di tutto su questo ragazzo. Quella in questione era una partita delicata, dovevano permettergli di allenarsi con la propria squadra e l’hanno tenuto in ritiro per tre giorni. Berardi ha sbagliato a non avvertire perché è un ragazzo di 19 anni. Ha preso una giornata di squalifica, ed è l’unico nella storia, credo, e poi sono arrivati i 9 mesi… E’ stato esagerato. La colpa, per altro, se l’è presa quando è stato interrogato. Dispiace perché si è parlato di questo ragazzo solo in maniera negativa mentre invece lui è un ragazzo che pensa solo al calcio, c’è stato un accanimento, non si può perdonare un ragazzo? Le sue scuse? Occorrerebbe buonsenso da entrambe le parti, la situazione è stata gestita male alla base. Una telefonata allunga la vita e una carriera in nazionale? Io penso che ci sarà un incontro e un chiarimento – ha concluso -, il giocatore ci tiene alla maglia azzurra. Esistono dei paradossi nel calcio: se bestemmia un campione non viene squalificato, il campione è difeso, il non campione non è difeso”.

Fonte: Retesport

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