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IL TEMPO E’ la Roma di Garcia

Rudi Garcia

(A. Austini) – Una Roma più esperta, cattiva, convinta. A comandarla un allenatore esigente, pratico, carismatico. Tra lo scetticismo generale, a Riscone sta nascendo una squadra nuova. Vincente? Chissà. Sicuramente diversa da quelle che hanno fallito nelle ultime due stagioni. La Roma 3.0 dell’era americana ha il volto spigoloso di Garcia, i muscoli di Benatia, l’esplosività di Maicon e la grinta di De Sanctis. Oltre all’età che si alza (31.3 la media di anni dei tre titolari acquistati finora), è il carattere dei giocatori a segnare una rottura col passato: Sabatini sta portando gente tosta, che sa alzare la voce nei momenti difficili e trascinare i compagni. Anche i senatori all’occorrenza.

Maicon è giallorosso da ieri, mentre slitta l’arrivo di De Sanctis: è ancora in ritiro col Napoli a Dimaro visti gli intoppi sorti tra gli azzurri e Julio Cesar. Nella notte aggiornamento Bigon-Sabatini, l’agente di De Sanctis è già a Roma per le firme, ma c’è il rischio di ennesimo rinvio. Il «dodicesimo» è il promettente (ma da sgrezzare) Skorupski, che già si allena a Riscone come Benatia e Jedvaj. E non finisce certo qui. In settimana si chiuderanno le due operazioni più costose dell’estate giallorossa: l’acquisto diStrootman (16 milioni più bonus al Psv, all’olandese un quinquennale da 2.2 milioni) e la cessione record di Marquinhos al Psg per 35 milioni, di cui circa 30 finiranno nelle casse di Trigoria. Mai la Roma nella storia aveva venduto a una cifra del genere un giocatore, e se la perdita tecnica è dolorosa l’affare diventa colossale se si pensa che il brasiliano è stato pagato 5 milioni un anno fa. Garcia lo avrebbe allenato volentieri, ma se n’è fatto una ragione. Anche perché la società gli ha promesso di portargli il suo «figlioccio» Gervinho (continua la trattativa con l’Arsenal), si appresta a confermare De Rossi (più per mancanza di offerte che per scelta) e al momento non intende vendere Pjanic nonostante abbia già individuato un degno erede in Eriksen.

Proprio al bosniaco nasce l’idea di una Roma schierata con il 4-2-1-3 (o 4-2-3-1 che dir si voglia) testato sabato da Garcia a Riscone in alternativa al modulo di partenza: il 4-3-3. Miralem può essere il trequartista centrale, alle sue spalle De Rossi e Strootman, davanti una punta e due esterni che sulla carta dovrebbero essere Gervinho Lamela. Totti, quindi, è destinato al ruolo centravanti. Al momento sembra un’esigenza: Osvaldo (Zenit in pressing) e Borriello (c’è sempre il Genoa) sono in partenza, Destro ne avrà per un paio di mesi e dal mercato è in arrivo solo un attaccante di scorta. Gilardino o chi per lui. A dire il vero il capitano nelle poche esercitazioni tattiche di questi giorni è stato provato a sinistra.Oggi se ne capirà di più, nella seduta che Garcia ha voluto a porte chiuse in preparazione della prima amichevole di domani.

A centrocampo Bradley Florenzi sono i due jolly, col secondo utile anche in attacco. La certezza è la difesa a 4, dove Maicon e Torosidis si giocano la fascia destra, Balzaretti Dodò quella sinistra e al centro c’è l’imbarazzo della scelta. Benatia e Castan partono in vantaggio su Jedvaj eBurdisso, mentre Romagnoli verrà sistemato altrove in prestito. Un quadro provvisorio, visto che nel mirino c’è il romeno Chiriches della Steaua come possibile rimpiazzo di Castan che ha richieste in Brasile. Occhio a Jedvaj: la Roma è convinta di avere tra le mani un fenomeno. Il Marquinhos del futuro.

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