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IL MESSAGGERO Roma nelle mani di Berlusconi

Silvio Berlusconi

(M. Ferretti) – Quattro mesi fa, sabato 2 febbraio, la Roma ha esonerato Zdenek Zeman dopo la sconfitta casalinga contro il Cagliari. Oggi, cioè quattro mesi dopo la cacciata del boemo, la Roma è ancora senza allenatore. Le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti. Zero, negli ultimi 120 giorni. A Trigoria si continua a pensare a Max Allegri con la speranza che l’odierno incontro a tre (Berlusconi, Galliani e appunto Allegri) possa portare buone nuove. Ma siccome questo non è scontato, si guarda altrove. Dando l’impressione, però, di navigare un po’ (troppo) a vista.

L’INTRECCIO ROSSONERO

Passano i giorni e sembra sempre più vera la famosa lettera inviata da Silvio Berlusconi ad Aldo Biscardi, la sera del 20 maggio, smentita immediatamente dal Milan su ordine di Adriano Galliani. In quella lettera si parlava di «riassetto completo dei quadri tecnici» e di «riorganizzazione della società». Traduzione: via Max Allegri e Galliani sub judice, come confermato dalle ultime indiscrezioni legate alla famiglia del Cavaliere («Non può decidere Adriano»), che nessuno ieri ha smentito. Questo, secondo logica, vuol dire che se Berlusconi deciderà di dare il benservito ad Allegri, Galliani dovrà alzare bandiera bianca. Cosa che fino a questo momento – contando sulla solidarietà di Max – l’ad ha declinato. «Per fare l’allenatore non serve la gavetta…», la virata tattica dell’ad. Complicato pensare che Berlusconi stasera voglia stravolgere la propria idea sull’allenatore di Livorno, ma in questa stucchevole Sagra del Bluff tutto può ancora accadere. Tipo: niente esonero, ma per Max conferma a tempo almeno fino ai preliminari di Champions.
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LA POSIZIONE DI MAX
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Allegri, un po’ per riconoscenza e un po’ per interesse (ha sempre messo il Milan davanti a tutti gli altri club), non ha mai mollato Galliani. Se fosse travolto dal Cavaliere, cadrebbe in piedi visto che la Roma lo sta ancora aspettando più o meno a braccia aperte con un contratto biennale da 3,5 milioni netti a stagione. A Trigoria, in realtà, non hanno voglia di aspettare ancora a lungo, ma continuano a puntare forte su di lui. È evidente che se lo fanno, hanno qualcosa di concreto in mano. Un accordo, insomma. Non pubblicizzabile perché Allegri è sotto contratto con un altro club. Non fosse vero questo, il management di Jim Pallotta – dopo i clamorosi errori commessi dall’agosto del 2011 in poi – sarebbe ancor più da esonerare. «Max al telefono mi ha assicurato che resterà al cento per cento al Milan», ha detto ieri Andrea Camplone, allenatore del Perugia ed ex compagno di Max al Pescara. E monta il malumore della piazza romanista nei confronti di Allegri, che sta giocando su troppi tavoli
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LE ALTRE PISTE
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In attesa delle mosse berlusconiane, la Roma sta sondando altri tecnici. Laurent Blanc sembra sempre più vicino alla panchina del Psg, mentre Marcelo Bielsa è in parola con il Santos. Il francese Rudi Garcia, ex Lille, è libero ma è evidente che la Roma (vedi Mazzarri e Allegri) ha scelto di puntare su un tecnico italiano. Come Roberto Donadoni, sotto contratto con il Parma fino al 2015. Come Roberto Mancini che arriverebbe di corsa ma che costa il doppio di quanto costerebbe Allegri. Senza dimenticare, comunque, che Blanc e Frank Rijkaard per i loro trascorsi sono i più italiani degli allenatori stranieri accostati alla Roma.
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IL DG CON LA VALIGIA
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Si intensificano le voci di un imminente addio di Franco Baldini in direzione Londra, sponda Tottenham. Non lascerà Trigoria prima di aver ingaggiato il nuovo allenatore, però. E a quel punto sarà ufficiale quanto è ufficioso da mesi, cioè che l’uomo forte della proprietà Usa è il ds Walter Sabatini.
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