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IL TEMPO Andreazzoli: “Non sono un asino”

Andreazzoli

(A. Serafini) – La storia si ripete. Così come l’altalena di emozioni e umori che, ormai da una stagione intera, si sussegue nei volti romanisti che abbandonano lo stadio. La triste sfilata della zona mista rimasta nel silenzio lascia spazio soltanto al mesto commento di Andreazzoli: tanto da riuscire soltato a sfiorare la tanto cara e amata media punti. Anche perché nel doppio confronto, il Chievo ai giallorossi li ha portati via tutti.

«Non credo di essere stato così bravo da meritare titoloni prima, non credo di essere così asino da meritare giudizi negativi domani. Avete sbandierato il fatto che questa squadra avesse una media di 2 punti a partita, e ora inevitabilmente l’abbiamo peggiorata», si difende il tecnico con un sorriso amaro sulle labbra, convinto che la sconfitta con i veronesi sia stata diversa da tutti gli altri passi falsi compiuti tra le mura amiche dell’Olimpico.«Non è la prima volta che mi capita di perdere così, questo è il calcio. Certo farlo con un solo tiro in porta alla fine è il massimo dell’espressione. Ma tutti i ragionamenti di questa giornata, sono ragionamenti sbagliati».La confusione tattica, però, è rimasta tale e quale ai brutti e recenti ricordi con il Pescara, quando il numero delle punte aumentava pian piano che i minuti scorrevano a ritroso.
E la scelta iniziale di far partire Destro e Osvaldo uno accanto all’altro alla fine si è dimostrata soltanto deleteria: «È stata una situazione nuova per noi e guardando come è andata a tratti ci ha penalizzato. Destro l’ho tenuto finché ho potuto, poi l’ho visto affaticato e l’ho tolto. In effetti la prova non è andata bene». La dea bendata, dopo la vittoria in extremis a Firenze, ha presentato la ricevuta di ritorno tre giorni dopo: «Volevamo risparmiare un po’ di energie dopo la prova contro la Fiorentina e pensavamo di poter risolvere la partita in fretta. Non ci siamo riusciti e ci siamo anche innervositi. La voglia di vincere non è mancata, ma ovviamente non possiamo essere soddisfatti. Siamo delusi, delusissimi e amareggiati per aver gettato al vento un’altra occasione favorevole per conquistare un posto nella prossima Europa League. Non voglio parlare dei singoli, ho provato a tutelare Lamela, bisognoso di tirare il fiato. Volevo fare una sorta di ricambio e non un vero e proprio turnover, ma è andata male».
Notte amarissima, finita malissimo con la beffa griffata da Thereau ma, per il tecnico romanista, iniziata anche peggio con la pioggia di fischi, arrivati dalla curva Sud, durante il minuto di raccoglimento dedicato a Giulio Andreotti. «Mi sono meravigliato, è la prima volta che sento fischiare durante un minuto di raccoglimento. Non capisco le motivazioni, ma ancora di più sono rimasto perplesso». Meglio dimenticare il Chievo e pensare al Milan: già oggi il gruppo si ritroverà a Trigoria per preparare la sfida di domenica sera a San Siro. Ieri, intanto, al Fulvio Bernardini si sono allenati lo squalificato Balzaretti e l’acciaccato Stekelenburg. Se per il terzino il rientro contro i rossoneri appare scontato, il portiere olandese proverà nei prossimi giorni a recuperare un posto da titolare soprattutto in vista del derby di Coppa Italia.
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