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IL ROMANISTA Stavolta l’ultimo minuto è fatale

Castan

(V. Meta) – È durata poco più di tre giorni la bellissima utopia vagheggiata da Andreazzoli, il tempo di battere la Fiorentina in casa sua e poi farsi beffare dal Chievo all’Olimpico, pagando in parte un turnover che ha tolto imprevedibilità e in parte l’atteggiamento della squadra di Corini, per novanta minuti con undici uomini dietro la linea della palla ma bravissimi a sfruttare l’ultimo contropiede della partita. Oggi non resta che sperare nell’Inter e nel Palermo, ma sono i rimpianti a fare compagnia alla Roma nella celebrazione del trentennale del secondo scudetto. Andreazzoli mette da parte il 4-2-3-1 per tornare alla difesa a tre e riproporre dal primo minuto Dodò, arretrato di un reparto rispetto all’esperimento di Torino.

In panchina, a riposo in vista del trittico Milan-Napoli-Lazio, restano sia Lamela sia Florenzi, che rimanda alla ripresa la sfida a distanza con Adrian Stoian, compagno di centrocampo ai tempi della Primavera. Fra i pali c’è Lobont nonostante la frattura al naso rimediata a Firenze. A destra non c’è Torosidis ma Piris, mentre Totti va a posizionarsi qualche metro più indietro rispetto alla coppia di centravanti Osvaldo-Destro. Corini risponde con un abbottonatissimo 5-3-2 e senza l’infortunato Paloschi manda Stoian a fare la seconda punta accanto a Théréau. Con i gialloblù che difficilmente abbandonano la propria metà campo, la partita ci mette un bel po’ a decollare, anche perché tutti i palloni lunghi e i cross in area sono puntualmente preda dei centrali Dainelli e Andreolli (altro ex della serata) e Destro e Osvaldo faticano a trovare spazio. Diverso il discorso sulle fasce, dove Piris e soprattutto Dodò godono di una certa libertà, che però riescono a sfruttare solo in parte: il brasiliano al 13’ salta due avversari e mette in area una bella palla per Osvaldo, chiuso in angolo prima di riuscire a calciare. Il Chievo è tutto nelle discese di Stoian, che al 21’ arriva fino in fondo dopo aver saltato di netto Piris, ma prima che possa trovarsi a tu per tu con l’amico Lobont, arriva Burdisso a fermarlo in scivolata. Passano altri dieci minuti prima che il muro del Chievo vacilli: Totti trova il corridoio giusto sulla destra per servire Piris, cross di prima dalla linea di fondo per Osvaldo, che calcia a colpo sicuro ma trova pronto Puggioni. Al 43’ ci riprova Dodò, stavolta il suggerimento è per Destro, anticipato in angolo. L’occasione migliore arriva a tempo scaduto, quando Totti va a battere una punizione dal limite, il suo destro è ribattuto da Puggioni ma la palla gli torna sui piedi, ci riprova con il sinistro e questa volta è la difesa a ribattere.

Più vivace la ripresa, che si apre con un paio di contropiedi del Chievo che comunque non impensieriscono Lobont e soprattutto con la grande occasione di Destro, bravo a liberarsi di tre avversari prima di calciare da ottima posizione con il sinistro, peccato che Puggioni sia proprio sulla traiettoria. Cinque minuti più tardi ci si mette la traversa, che salva il Chievo sul tentativo da fuori di Totti, deviato dalla difesa gialloblù, mentre sul successivo angolo è ancora Puggioni a opporsi al colpo di testa di Burdisso. Andreazzoli mischia le carte inserendo Florenzi (accolto dal boato dello stadio) per Piris, ma trovare spazi è sempre un’impresa. Ci riesce Dodò, che al 21’ avvia un contropiede solitario, arriva al limite dell’area e scambia con Destro, passaggio di ritorno e il brasiliano che solo davanti al portiere, finisce per calciargli addosso. Il tecnico allora cede ancora alla tentazione di mandare in campo tutte le punte a sua disposizione e butta dentro Lamela per Pjanic, con Florenzi dirottato a centrocampo accanto a De Rossi, ma solo per pochi minuti, visto che alla mezz’ora Destro lascia il posto a Bradley e Lamela può avanzare di qualche metro. Risultato: tiri nello specchio zero, tiri fuori due, contropiedi del Chievo uno, quello che allo scadere mette sul piede di Théréau il pallone della beffa con Lobont battuto sul suo palo e un bel po’ delle recenti consapevolezze rimesso in discussione.

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