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GAZZETTA DELLO SPORT Roma un po’ zemaniana ma la Lazio si sdoppia

Florenzi

(A.Frosio) –  Il più perfetto ambidestro del campionato italiano e forse del mondo stavolta ha lasciato un piede (e un rigore) per strada. Anderson Hernanes è l’uomo che riesce di solito a conciliare destro e sinistro con disinvoltura sconosciuta ai più, e infatti finora aveva segnato tanto con un piede quanto con l’altro (4 gol di sinistro, 4 gol di destro). Il Profeta aveva indirizzato il derby con il mancino, roba che come al solito ci si chiede come faccia a calciare con quella potenza praticamente da fermo. Maquando ha avuto sul destro – teoricamente il piede buono, masi sa che fa poca differenza – ha allargato troppo il rigore, forse per eccessiva sicurezza. Da lì la Roma è ripartita arrivando al pareggio: non soltanto per l’errore di Hernanes ma anche per le mosse di Andreazzoli.

Troppi lanci Nel primo tempo, i giallorossi hanno tenuto il possesso del pallone (59% contro 41%) ma con troppo lavoro dei difensori e poco dei centrocampisti: Bradley e Florenzi ai fianchi di De Rossi aiutavano poco in costruzione lasciando l’impostazione soprattutto a Castan (ben 42 passaggi, 57 complessivi a fine partita) e costringendo di fatto la Roma al lancio lungo troppo insistito e ben amministrato dalla Lazio che stringeva le due linee chiudendo gli spazi.

Più manovra 
Nella ripresa, l’ingresso di Destro per De Rossi ha portato Pjanic nei tre di centrocampo, aumentando in modo decisivo le soluzioni registiche dei giallorossi. Che hanno anche aumentato le percentuali di possesso fino al 60,8. Zdenek Zeman, davanti alla tv, avrà «smorfiato » un sorriso, perché la Roma del secondo tempo assomigliava parecchio alla sua, considerando anche il calcio verticale praticato da Totti e compagni: ben 129 le verticalizzazioni cercate dai giallorossi (contro le 70 della Lazio). Ma a differenza delle teorie zemaniane, la Roma ha coinvolto poco i suoi attaccanti: Lamela ha effettuato appena 6 passaggi positivi (5 dribbling persi e 3 vinti), Destro 3 in quasi un tempo, Totti che pure era l’unico a staccarsi per cercare palloni giocabili ha servito i compagni in modo positivo 21 volte. Ma il capitano ha anche perso 17 palloni, più di tutti nel derby.

Equilibrio
 Dall’altra parte, la squadra di Petkovic si è confermata ben equilibrata, anche quando è rimasta in dieci, con i centrocampisti sempre molto vicini a dividersi i compiti di costruzione e di rottura: lo stesso Hernanes, 24 passaggi positivi (più di tutti i compagni), nel finale si è sdoppiato nel ruolo di playmaker e interditore, recuperando ben 7 palloni, come del resto gli chiede anche Felipe Scolari nella Seleçao, dove il Profeta gioca in un centrocampo a due. Addirittura 8 i palloni recuperati da Candreva, che ha lavorato come al solito alla grande lungo la linea laterale di destra, producendo ben dieci cross, poco sfruttati però prima da Klose (solo un tiro fuori per il centravanti tedesco) e poi da Kozak. A sinistra Lulic ha avuto meno impatto (solo 13 passaggi positivi e 2 cross), però i suoi tagli e la sua corsa hanno aiutato la Lazio, in un bel duello con il greco Torosidis, il più sollecitato della partita nei contrasti: per lui 4 vinti, 7 persi ma anche 5 intercetti. Insomma, non solo Hernanes e Totti, il derby ha coinvolto tutti.

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