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AS ROMA Borini: “L’anno scorso eravamo tutti con Luis Enrique, il cambio di mentalità non è stato veloce. A Roma il derby si sente tutta la settimana”

Fabio Borini

L’ex attaccante della Roma Fabio Borini, oggi al Liverpool dopo la cessione nello scorso mercato estivo, torna a parlare della sua avventura in giallorosso e del suo rapporto con gli ex compagni di squadra. Queste le sue parole:

Cosa ne pensi di questa finale di Coppa Italia? Riesci a seguire la Roma?

“Mi sarebbe piaciuto giocarla perché una finale così non capita mai di giocarla, in più è una finale dove puoi giocarti l’Europa. La Roma la seguo sempre perché le partite le guardo, anche l’anno scorso, ieri non ho potuto perché era criptata”. 

Nonostante la giovane età, sei subito entrato nel cuore dei tifosi che ti ricordano ancora con grande affetto…

“Vi ringrazio per le parole bellissime e mi ricordo ancora quello striscione in curva (“Vogliamo 11 Borini” ndr) che ho notato. Quando vedi certe cose che accadono in così poco tempo, rimani spiazzato ma molto contento, i tifosi con me sono sempre stati magnifici e sorridenti e per questo devo ringraziarli”.

Molti infortuni che ti hanno tenuto lontano dal campo: stagione da buttare la tua prima al Liverpool? Quando pensi di rientrare?

“E’ stata una stagione condizionata e sfortunata da alcuni infortuni che non sono dipesi da come mi allenavo o per mie mancanze, ma semplicemente da infortuni causati da altri e quando succedono puoi solo accettarli. Inizialmente la prima operazione è andata male e ho smesso di sentire dolore solo un mese fa, per quello alla spalla già mi ero operata all’altra, sapevo come affrontare la cosa e i tempi di recupero. La stagione non è da buttare, in queste quattro partite che restano spero di essere disponibile e poi c’è l’Europeo a fine stagione che per me è un grande obiettivo”. 

Dal Chelsea con Drogba, alla Roma con Totti e De Rossi al Liverpool con Gerrard. Hai avuto sempre grandi giocatori in squadra…

“Nonostante abbia cambiato molte squadre, ho sempre avuto compagni da cui imparare, fuori e dentro dal campo, con un livello tecnico inestimabile”.

Ci racconti le differenze fra il derby di  Roma e quello di Liverpool? 

“Fra due settimane ce la giocheremo e vi saprò dire di più, da fuori la rivalità è sempre tanta ma forse più a Roma. Roma e Lazio hanno più o meno lottato per gli stessi obiettivi, fra Liverpool ed Everton il divario è stato più netto, l’Everton ha fatto bene solo negli ultimi anni. A livello di calore invece siamo molto vicini”.

Quale giocatore giallorosso senti ancora?

“Sento spesso Mattia (Destro, ndr) perché siamo amici, mi è capitato di sentire un paio di volte Pjanic ma non abbiamo parlato del suo futuro”.

Cosa pensi di fare l’anno prossimo?

“Per quello che mi riguarda,  non sto pensando all’anno prossimo, rimango qua perché è stata una stagione saltata e devo dimostrare di poter star qui. Una stagione altalenante come quella della Roma dell’anno scorso”.

Magari torni a Roma per vedere la finale…

“Non penso riuscirò a vedere la finale perché sarò in preparazione all’Europeo”.

Differenze fra De Rossi e Gerrard?

“Ci sono parecchie similitudini, tutti e due legati alla città ma più Gerrard è più “inglese””.

Cosa è mancato l’anno scorso?

“Penso un po’ il cambio di mentalità, non è stato così veloce ed immediato in tutti quanti come avrebbe dovuto funzionare. Quando arriva una cosa nuova spaventa, ma lì bisogna saper gestire ed affrontare, il resto c’era. A livello generale di mentalità è mancato qualcosa, a livello tecnico non è mancato nulla. Parlo a livello generale di mentalità. Eravamo tutti col mister. Penso fosse una questione di una “cosa nuova” quindi difficile da affrontare”.

Sei in contatto Luis Enrique?

“No non lo sento, lo seguo su Twitter, leggo che corre molto in bici”.

Fonte: Retesport

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