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IL MESSAGGERO Adnan: “La Roma non vende più ma io vado avanti”

Bandiera della Giordania

(U. Trani) – «Moncalvo è mio amico, fate riferimento a lui. Io, però, pretendo rispetto. Sono stato massacrato, mi hanno offeso e sbattuto in prima pagina». Lo sceicco, infastidito e scontroso, risponde al telefono dopo il lungo sfogo del suo portavoce, duranto quasi un’ora e mezza nel primo pomeriggio, in diretta sull’emittente romana Radio Manà Manà sport.
Il contatto con il signor Adnan Adel Aref al Qaddumi Al Shtewy, è servito solo per capire se riconosceva Gigi Moncalvo, 62 anni ed ex direttore de La Padania, come suo ambasciatore in questa vicenda. Dopo la risposta affermativa del potenziale socio di Pallotta, le dichiarazioni del portavoce assumono un peso ben diverso. Più forte e più ingombrante. A cominciare da quella che può anticipare l’uscita di scena del possibile finanziatore: «Sono pessimista sull’esito della trattativa. Viene a mancare la volontà del venditore di cedere le sue quote».
Cioè il presidente della Roma ci sta (almeno) ripensando, dopo il flirt sbocciato (e annunciato pure per iscritto) qualche settimana fa. Nell’interminabile chiacchierata Moncalvo tocca diversi argomenti, qualcuno già anticipato nei giorni scorsi. Di sicuro conferma l’obiettivo di Al Qaddumi: entrare nella Roma per comandare e non solo come partner.

LA NEGOZIAZIONE – «Se gli americani firmano un contratto preliminare hanno assunto le assicurazioni su questa persona oppure no? Il sig Adnan ha incontrato più volte Pallotta. Se fosse una sòla e Pallotta lo incontrasse sedendosi con lui al tavolo, in che mani è la Roma? I due principali azionisti vogliono dismettere una parte del loro patrimonio. Pallotta aveva trovato Adnan mentre Unicredit cercava altri soci. Questo va ad incidere anche sulla serenità del club.
Quando Zeman parlava di mancanza di società forse non sbagliava. Una squadra quotata in Borsa non può avere i suoi due azionisti che non si parlano. Questa vicenda rischia di lasciare morti e feriti. La situazione è questa: Al Qaddumi manda tutti a quel paese certificando una bufala oppure va avanti. Ma vuole vedere anche chi avrà al suo fianco. Davanti a uno che fa due comunicati e nel secondo dice che continuerà a gestire, Adnan vuole capire bene con chi avrà a che fare.
Davanti a me ho tre pagine che dovevano essere lette in una conferenza stampa a Trigoria e la data prevista era il 21 gennaio. In quel momento era aperta la campagna acquisti e si parlava della cessione di Osvaldo e Stekelenburg e della battuta di Zeman sulla società, allora si è fermato tutto. Si è voluto aspettare perché poteva andare a intaccare la situazione. Ma Al Qaddumi è comunque intervenuto: 
io investo milioni e voi mi vendete due che sono il futuro della Roma. Domenica, dopo l’intervista di Fiorentino a Il Messaggero, la Roma ha fatto un passo indietro».

LA FRENATA – «Adesso lo sceicco sta riflettendo. Gli ho consigliato di andare avanti per salvaguardare la sua immagine. Poi, se l’accordo dovesse saltare, Adnan mostrerà tutte le carte per dimostrare chi ha sbagliato e giocato nella trattativa. Unicredit è arrabbiata perché sperava che la trattativa potesse riguardare anche le loro azioni? La notizia dell’arrivo Al Qaddumi ha dato fastidio ad altre trattative per il famoso quindici per cento».

LA LIQUIDITA’ – «Non ho visto i lingotti d’oro. Ma se lo faranno andare avanti sarà una svolta epocale per la Roma. Pallotta ha scremato altri partner: ha verificato chi è Adnan e ha ritenuto che fosse la trattativa più seria. Va avanti da prima di Natale. Il problema è che ci sono due azionisti di maggioranza: uno è azionista del fondo e l’altro è una banca alla quale bisogna fare un monumento.
Ora la procura ha aperto un’indagine. Non è su Al Qaddumi, ma sulle ipotesi di aggiotaggio sul titolo della Roma. Non è un vantaggio per lo sceicco. Fino a domenica era tutto tranquillo. Poi sono cambiate le carte in tavola. Pallotta si è accorto che Unicredit non sta zitta, mentre Al Qaddumi ha pensato: mi mettono con le spalle al muro per non farmi entrare o per farmi entrare senza prendere decisioni. Lui ha detto: qualcuno deve abbandonare un po’ di potere
».

IL RUOLO DI UNICREDIT – «Allo sceicco interessava una cospicua quota del pacchetto di Pallotta: forse la banca non è stata informata. È andato dal presidente perché la quota di Pallotta è più alta di quella di Unicredit. E ha pensato che le condizioni che poteva offrire sarebbero state più facilmente accettate. Se firmerà, entreranno tre componenti nel Cda che andranno al posto degli attuali. Uno di loro sarà vicepresidente. Se una persona mette una certa somma non può andare solo in tribuna la domenica, deve partecipare a tutte le iniziative comprese la scelta dell’allenatore e dei giocatori».

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