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IL TEMPO Piris il terzino venuto dal club “parcheggio”

 

Ivan Piris

(A. Austini) – Non un club «fantasma», semmai una squadra dove parcheggiare per qualche giorno i giocatori e rivenderli ai migliori offerenti. Fanno semplicemente questo i proprietari del Real Maldonado, club di seconda divisione uruguaiana, controllato da un fondo di investimento e diretto da un pool di procuratori. Così è accaduto nel trasferimento diPiris alla Roma la scorsa estate o di Estigarribia alla Juventus un anno fa. Il tutto nella piena legalità, ovviamente. E allora? Il caso – o presunto tale – è stato segnalato ieri dalla prestigiosa agenzia americana Bloomberg, specializzata in economia.«Juventus, Roma e West Ham hanno preso in prestito o comprato giocatori dal club fantasma» si legge, ricordando anche il recente passaggio di Brian Montenegro in Inghilterra. Questi tre giocatori sono stati di proprietà del Real Maldonado, senza però mai giocare un minuto nella squadra uruguaiana. Piris, ad esempio, è stato prelevato dal Cerro Portegno, quindi girato in prestito al San Paolo in Brasile fino al 2014 e poi richiamato alla base solo formalmente per volare a Trigoria. La Roma ha dovuto trattare l’acquisto (un prestito con diritto di riscatto) con gli uruguaiani che detengono i diritti economici e sportivi del terzino: e non poteva fare altrimenti. Secondo Bloomberg, il «parcheggio » al Real Maldonado è stato creato per sfruttare i benefici fiscali del regime vigente in Uruguay. La prassi è comunque molto diffusa in Sudamerica, dove diversi cartellini di giocatori sono controllati da società di procuratori o fondi di investimento. E non è molto diverso il modus operandi della famiglia Pozzo: quanti talenti acquista per l’Udinese o il Granada, senza mai utilizzarli se non per compravendite di mercato? Il caso di Javier Pastore, che ha portato a una causa multimilionaria tra Zamparini e il procuratore Simonian, è solo il più eclatante. Dal 2000, ad esempio, sono transitati 70 milioni di dollari attraverso nove club uruguaiani per l’acquisto di giocatori. «Si va avanti così da anni senza l’indignazione di nessuno. La Fifa – ha detto a Bloomberg l’avvocato Rodrigo Garcia – non è d’accordo mafa orecchie da mercante». Con i regolamenti attuali non c’è modo di intervenire. In tanti però iniziano a lanciare accuse. In Argentina l’agenzia delle tasse ha confermato che gli affari attraverso i club uruguaiani sono fatti per evadere le tasse. In Brasile il ministro dello sport Rebelo parla addirittura di riciclaggio di denaro. A febbraio la Fifa aveva aperto un’ indagine sul trasferimento di Hulk, oggi allo Zenit diSan Pietroburgo: l’attaccante non ha mai giocato per l’Atletico Rentistas e i soldi dell’acquisto sarebbero finiti su un conto bancario dell’agente brasiliano Juan Figer. Così fan tutti. Finché si può.

 

 

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