AS ROMA Acquisti, gioco e punti: è processo a Zeman

Zeman

Il cielo sopra Roma e’ grigio, rispecchia l’umore dei romanisti all’indomani della debacle di Torino. Il 4-1 subito sul campo della Juventus ha cancellato in un sol colpo l’entusiasmo che il ritorno di Zeman era riuscito a riaccendere dopo la sciagurata stagione a marchio Luis Enrique. La figuraccia rimediata da Tottie compagni rischia adesso di pesare come un macigno sulle velleita’ dei giallorossi, ridimensionati in appena 19′ minuti dalla premiata ditta Conte-Carrera. E di infrangere il sogno zemaniano, nonostante il tecnico boemo risponda con ironia a chi lo accusa di esser sorpassato: ”Vecchio io? Il presidente della Repubblica e il Papa hanno piu’ anni con me, e fanno bene il loro lavoro”- Ma a dare voce ad amarezze e recriminazioni della piazza e’ una tifosa particolare, l’ex presidente Rosella Sensi: ”Zeman? lo stimo, ma Montella sarebbe stato un ottimo allenatore. Alcuni giocatori non sono adatti al gioco di questo allenatore”. E poi una frecciata a Baldini: ”Non capisco certe dichiarazioni alla vigilia di una partita in cui i giocatori andrebbero caricati”.

Ripartire, insomma, non sara’ facile. Guardarsi in faccia nemmeno: dirigenti, tecnico giocatori lo faranno martedi’ a Trigoria, dopo 48 ore di liberta’ concesse piu’ per schiarirsi le idee che per ricaricare le pile. Il dg Baldini e il ds Sabatini parleranno allo spogliatoio, faranno sentire la voce della societa’, mentre quella della proprieta’ si udira’ il giorno successivo, quando James Pallotta sbarchera’ in Italia. Il presidente statunitense, che trascorrera’ qualche giorno tra Roma (in agenda le celebrazioni della Hall of Fame giallorossa e il progetto del nuovo stadio) e Milano (la sfida di basket che i ‘suoi’ Boston Celtics giocheranno contro l’Armani sul parquet di Assago), stavolta di certo non si tuffera’ in piscina vestito, ma anzi richiamera’ tutti alle proprie responsabilita’.
Negli States di ripercorrere le orme sbiadite del ‘progetto’ impostato con Luis Enrique non c’e’ infatti alcuna voglia. Eppure i punti di contatto tra la Roma asturiana e quella boema cominciano gia’ a venire a galla. L’avvio di stagione in salita, con appena 8 punti conquistati su 18 a disposizione (ma Zeman deve ringraziare il comportamento di Cellino per i tre strappati all’Is Arenas senza nemmeno scendere in campo), le difficolta’ riscontrate all’Olimpico, la scoppola rimediata allo Juventus Stadium (con Luis Enrique fini’ 4-0, ma si gioco’ fino alla mezz’ora). Le colpe di Zeman, pero’, non devono alleggerire le spalle di dirigenti e giocatori. Baldini e Sabatini hanno avuto carta bianca dalla proprieta’ americana nel decidere il progetto tecnico, hanno spinto Montella a Firenze per poi andare a Pescara a riprendere Zeman, hanno rivoluzionato ancora una volta la squadra senza pero’ colmare quelle lacune gia’ evidenti nella rosa di Luis Enrique. ”Abbiamo fatto scelte chiare e ora dobbiamo interrogarci su altre scelte magari non tutte felici. Forse abbiamo sopravvalutato qualche giocatore” ha ammesso Sabatini, anticipando un’analisi interna che proseguira’ nei prossimi giorni e che dovra’ approfondire anche il legame tra tecnico e squadra. Le parole di De Rossi (”sbaglia chi parla di scudetto, il progetto e’ pluriennale e dobbiamo tribolare nelle prime stagioni”), in evidente antitesi con quelle di Zeman, aggiunte al fatto che non tutti nello spogliatoio sembrano credere nel gioco del boemo, inducono infatti a pensare a una spaccatura interna che dovra’ immediatamente essere ricucita attraverso un deciso intervento della societa’.

Fonte: Ansa

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