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IL ROMANISTA Prima volta del fattore P

Pigliacelli

(V. Meta) Hanno condiviso due scudetti, una Coppa Italia vinta e una persa, un Torneo di Arco conquistato e un Viareggio sfiorato, non potevano non condividere anche la prima all’Olimpico, l’uno in panchina e l’altro in tribuna. Per Mirko Pigliacelli e Francesco Proietti Gaffi quella di mercoledì era una serata particolare, perché se per il portiere della Primavera è stata la prima volta in panchina, per il suo secondo storico (e non ancora diciottenne) quella arrivatagli a poche ore dal calcio d’inizio con l’Udinese era la prima convocazione in assoluto con i grandi, che ha fatto di lui il terzo ’94, dopo Verre e Matteo Ricci, a finire nella lista di Luis Enrique. Mirko e Francesco hanno fatto il riscaldamento insieme sotto la Curva Sud, anche se i guanti se li è infilati il solo Pigliacelli cui è toccato l’ingrato compito di stare fra i pali mentre gente come Totti e Lamela provava i tiri in porta prima di rientrare negli spogliatoi.

Che per il portiere di Rignano Flaminio potesse essere la settimana buona per passare da ventiduesimo a dodicesimo era chiaro già da martedì, quando Curci era rimasto a casa per un’influenza e, per quanto regolarmente convocato la mattina seguente, tutto lasciava pensare che alla fine in panchina sarebbe andato Pigliacelli. D’altra parte, su di lui Luis Enrique sa di poter contare sin dall’estate, visto che lo ha portato in ritiro a Riscone per il secondo anno consecutivo (è l’unico giocatore delle giovanili a esserci riuscito, nel 2010 era con Ranieri appena diciassettenne) e poi lo ha convocato come terzo ogni volta che gli è mancato uno fra Stekelenburg, Lobont e Curci finché l’infortunio del romeno lo ha spostato stabilmente in prima squadra, anche se fino a due giorni fa aveva trovato posto soltanto in tribuna. Invece è tornato a mettere piede all’Olimpico giusto un paio di settimane dopo la finale di Coppa Italia, quella buona, visto che l’altra, quella del 2011 con la Fiorentina, gli evocava brutti ricordi

. A scacciarli ci avrà pensato anche la vicinanza del suo eterno secondo, quel Proietti Gaffi che con lui ha vinto due scudetti sotto età, ma senza giocare e che oggi per forza di cose è il suo primo tifoso, dal momento che con Pigliacelli in prima squadra, la porta della Primavera passa a lui.Diciotto anni da compiere a maggio, Francesco con la Roma dei grandi non aveva neanche il numero, anche perché in autunno ha passato quasi due mesi fermo per infortunio, al punto che quando Pigliacelli andava con Luis Enrique, in Primavera giocava il ’95 Riccardo Tassi. Una rivincita sulla sfortuna, la chiamata di mercoledì, e pazienza se quasi non ha avuto il tempo di metabolizzarla. Ormai la maglia numero 28 ce l’ha, magari prima o poi starà anche nella stessa formazione del 93 di Pigliacelli.

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