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GAZZETTA DELLO SPORT Riecco Osvaldo a caccia di un gol Ti ricordi l’ultimo?

Pablo Osvaldo

(F. ODDI) – A fine 2011 Osvaldo aveva segnato più di tutti gli altri attaccanti della Roma messi insieme. Sette centri lui, tre Bojan, uno ciascuno Borini e Lamela, mentre Totti, a quota zero, stava ancora aspettando di scusarsi per il ritardo. Adesso in ritardo è lui, acquisto più costoso della nuova proprietà. A Bologna, nel giorno in cui l’utopia di Luis Enrique sembrava realizzata, l’argentino che in Argentina non conoscono aveva segnato un gol da campione, facendo passare in secondo piano il coro di polemiche che aveva accompagnato il suo arrivo dall’Espanyol.

Voleva essere il Re Leone, era diventato Er Cipolla, poi era tornato apprendista re.
Senza di lui, il diluvio Quattro centri di fila tra settembre e ottobre, l’unico inutile nel derby di andata, quando omaggiò Totti con la maglietta «Vi ho purgato anch’io», senza rendersi conto di quanto potesse essere pericoloso esporla al 5′ del primo tempo. A Firenze quella che doveva essere una punizione si trasformò in un trionfo: la società lo lasciò a casa per punizione, dopo lo schiaffo a Lamela, la squadra si schierò dalla parte sua, la tifoseria neanche a dirlo, gli addetti ai lavori tirarono fuori il paragone dell’uomo che ricorre alle forbici per fare un dispetto alla moglie. E la Roma crollò di schianto, evidenziando l’importanza per il gioco di Luis Enrique del centravanti che tornava a saltare sui calci d’angolo in difesa, e andava in pressione sui difensori avversari.
La caduta Il 4 gennaio, il crack.

Partitella, aggira Lobont, prova a segnare di tacco e crolla. Lesione di secondo grado ai flessori della coscia destra: gli avevano pronosticato due mesi di stop, sarebbero scaduti il 4 marzo, il giorno del derby. Che salterà comunque: aveva fatto in tempo a giocare contro Siena e Parma, e a scalciare Cigarini a Bergamo, a palla lontana, due giornate di squalifica, con tanto di ricorso rigettato. Domani tornerà titolare, l’ultimo gol resta quello del 21 dicembre a Bologna. Una vita fa: l’oriundo Osvaldo era appena entrato nel giro azzurro, riannodando un filo sciolto ai tempi dell’Under 21, Borini aveva fatto un solo gol, pregava ogni sera che la Roma lo riscattasse, e che Destro e Gabbiadini non gli togliessero il posto nella Nazionale di Ferrara. Ora il non ancora 21enne cresciuto tra Bologna e Londra è arrivato a 10 gol tra campionato e Coppa, ha Roma ai suoi piedi e il biglietto per gli Europei quasi in tasca. Proprio quello che aveva in mano Osvaldo, prima di farsi cacciare il giorno in cui il c.t. stava compilando le convocazioni per l’ultima amichevole. Adesso il centravanti che non è mai rimasto più di un anno e mezzo nella stessa squadra non può più sbagliare. E se ricominciasse anche a segnare, tanto meglio.

 

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