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LEGGO. De Rossi: Adesso voglio vincere

Il bacio alla Lupa di De Rossi

(F. Maccheroni) – Balla su balla, siamo arrivati alla firma. Libero e bello Danielino De Rossi lascia l’ipocrisia in cassaforte e spiega che c’è voluto tempo perché non voleva «fare sconti». Accontentato: cinque anni a 5,5 milioni netti a stagione (senza clausole) più il 50% dei diritti d’immagine. In poche parole i guadagni per qualsiasi spot, maglietta o gadget che lo riguardino saranno divisi tra lui e la società. Mentre Totti detiene il 100% di tutto tranne per i ricavi di magliette e gagdget, per i quali incassa il 50%.Quindi l’ingaggio netto lo porta al secondo posto di sempre nella storia della Roma (Batistuta percepiva 12 miliardi, quindi 6,1 milioni; Totti 5 netti), ma con i premi volerà facilmente in testa.
Questo naturalmente per chi va allo stadio è un problema secondario. Ai tifosi piacerà sentirlo dire che «qui c’è tutto quello che voglio». Che per la Roma ha rinunciato a molti club (anche italiani) che, come ha sottolineato Franco Baldini, «sono più importanti di noi». E, soprattutto, farà sventolare le bandiere la sua dichiarazione più importante: «Quest’anno non si poteva pretendere chissà che cosa, ma sono sicuro che dall’anno prossimo giocheremo per traguardi importanti». Una rivisitazione dell’«annamo a vince» urlato un anno fa a Borriello. Insomma, rodaggio finito. Intanto, però, vuole arrivare prima di «Inter, Udinese e Lazio». C’è stato anche il dovuto ringraziamento «ai club e gli allenatori che stimo e che mi hanno parlato in questi mesi».

Quanto ai sassolini che si tolgono in queste occasioni, De Rossi ha ricordato qualche ex calciatore che lo abbracciava ma, visto che la firma non arrivava, su Twitter scriveva che «non esistono bandiere». Poi soltanto macigni di entusiasmo: «Luis Enrique è il miglior allenatore che ho avuto, esalta le mie qualità». Un omaggio a Pallotta: «Mi ha convinto, questa è una grande società». Un riconoscimento anche a Rosella Sensi: «Due anni fa mi propose il rinnovo, ma giocavamo per lo scudetto e ho rinviato».
Accanto c’è Baldini che sorride e mette allegria. Perché il rinnovo di De Rossi a queste cifre accelera i tempi d’una società cresciuta in fretta come i ragazzi di periferia. Rotto il tetto degli ingaggi, rotti gli indugi, la seconda fase è entrata nel vivo. Comincia il difficile per Baldini, ma per la Roma, non solo per De Rossi, forse è davvero cominciato il bello.

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