IL ROMANISTA. Pallotta: “Sono impressionato”

Dirigenti Roma a Trigoria

(C.Zucchelli) – L’arrivo a Roma alle prime luci dell’alba, in un aeroporto di Ciampino silenzioso e affollato più da fotografi e giornalisti che da turisti. Due dichiarazioni, una breve sosta nell’albergo in centro che lo ospita e poi l’arrivo a Trigoria a bordo di una Mercedes. La visita al centro tecnico, un rapido saluto a tutta la squadra e all’allenatore, l’allenamento visto insieme agli altri dirigenti. E poi riunioni, richiesta di dettagli, informazioni. Per conoscere, capire. E migliorare. La prima vera giornata romanista di James Pallotta è volata via così. C’era già stato a fine maggio, giusto il tempo per una breve sosta prima di ripartire per Londra senza neanche assistere alla partita contro la Sampdoria, ultimo atto dello scorso campionato. Allora, gli americani stavano prendendo i primi contatti con la realtà romana ma il closing era ben lontano dall’essere siglato. Sono passati sette mesi, una vita da queste parti: «Sono qui per passare un weekend e visitare la città – sono state le sue prime parole -. Ma anche per fare altre cose come visitare Trigoria e andare allo stadio. Poi tra lunedì e martedì ho altri affari». E infatti, prima di tornare negli Stati Uniti, farà tappa in Inghilterra per motivi personali. «Sono rimasto impressionato da Trigoria e dalle sue strutture», ha invece fatto sapere il manager statunitense attraverso il profilo ufficiale Facebook della Roma. Parole non solo di facciata, perché pare che sia stato veramente colpito dal centro tecnico e dalle persone che ci lavorano. Dirigenti in primis. Durante la riunione della mattina, Pallotta è stato informato su tutto: dal mercato ai diritti tv, dallo stadio a tutto quello che avviene quotidianamente nel mondo Roma.[…] Con lui a Trigoria l’avvocato Baldissoni, il dg Baldini, l’ad Fenucci e il ds Sabatini. Oltre a Tonino Tempestilli e a chiunque lavori ogni giorno, e in silenzio, per mandare avanti la Roma. Dopo un rapido giro negli uffici, Pallotta ha salutato la squadra prima dell’allenamento: ha stretto la mano ai giocatori, si è complimentato con loro per quanto stanno facendo, gli ha augurato in bocca al lupo e ha rassicurato tutti sulla presenza – forte – della società. Poi, mentre i calciatori scendevano in campo, ha osservato l’allenamento. Da uomo di sport, oltre che di finanza, si è divertito. Come ha ribadito anche a Luis Enrique con cui poi è andato a cena in serata, in un ristorante scelto da Baldini, presenti anche Baldissoni, Fenucci, Tempestilli, Sabatini e Pannes. «Ma voi non dormite mai?» ha detto Pallotta entrando nel ristorante, dopo aver visto anche lì giornalisti e fotografi ad attenderlo. In campo, tra le altre cose, ha avuto modo di incrociare, oltre a Daniele De Rossi (al quale avrebbe detto di non sapere della sua presenza negli States durante le feste), anche suo padre Alberto, allenatore della Primavera. Già, De Rossi. Impossibile, fosse anche per una mera casualità, non collegare lo sbarco di Pallotta a Roma il giorno della Befana con la questione legata al rinnovo di Daniele. È stata la prima cosa che gli è stata chiesta quando ha messo piede a Roma ed è, volente o nolente, anche la speranza dei tifosi che hanno visto lo sbarco di Pallotta come la mossa decisiva per sbloccare la situazione. Una situazione che Franco Baldini ha gestito in prima persona, anche se la presenza del co-proprietario dei Boston Celtics proprio in questa fase decisiva ha autorizzato qualcuno, quantomeno, a pensare che la Roma voglia chiudere al più presto la questione. Non è proprio così: il rinnovo di De Rossi è stato, è e sarà gestito dai dirigenti della Roma, dalle persone che sono quotidianamente a contatto col giocatore e che da tempo stanno studiando la soluzione migliore per non perdere un patrimonio così importante.[…]

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