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IL ROMANISTA. Mai nessun romano e romanista da capitano a Roma

De Rossi

(M.Izzi) – Caro Daniele, perdonami se mi rivolgo direttamente a te, ma sono certo che oggi avrai la possibilità di sfogliare le pagine del Romanista e volevo approfittarne, in qualche modo, per condividere con te l’emozione storica legata all’imminente gara della Nazionale che si svolgerà mercoledì allo stadio Olimpico. Se come sembra, sarai schierato indossando la fascia di capitano,sarai il primo calciatore romano e romanista ad avere questo onore allo stadio Olimpico. Massimo Germani, il prodigioso studioso dei fatti giallorossi che perennemente “torturiamo” per avere una conferma statistica di quanto scriviamo, ha confermato il dato, aggiungendo che nel passato, un solo romanista, Luigi Allemandi, aveva indossato i “gradi” di capitano in uno stadio romano. E’ accaduto il 17 maggio 1935 nel corso della gara Italia–Austria. Prima di Allemandi, l’unico precedente da capitano azzurro, spettava a Fulvio Bernardini (nella sua ultima gara in nazionale, nel 1932), mentre dopo il regno di Allemandi (8 presenze da capitano azzurro nel periodo di appartenenza alla Lupa), gli unici romanisti a indossare “i gradi” di capitano azzurro (sempre lontano da Roma) sono stati Pandolfini (3 volte nel 1954), Losi (1 volta nel 1962), Panucci (1 volta nel 2003) e una volta… Daniele De Rossi. Leggo queste statistiche, caro Daniele, e mi rendo conto di quale impresa mostruosa ti appresti a realizzare. La soddisfazione enorme di rappresentare la Roma allo stadio Olimpico, davanti ai tuoi amici, alla tua famiglia, ai tuoi tifosi, lo ripeto, “nessuno” nella storia ha provato questa emozione. Scorrendo il magro elenco che ho appena fatto noto l’assenza, anche questa “mostruosa”, di autentici miti della nostra storia. E’ sempre Massimo Germani che m’informa, ad esempio, che Totti è stato 4 volte capitano della Nazionale B, ma non ha mai avuto la soddisfazione di portare al braccio quella fascia con la rappresentativa maggiore. Questo destino assurdo è toccato anche ad Amadei (una presenza da capitano nella nazionale giovanile, per giunta ai tempi del Napoli), a Di Bartolomei (una presenza da capitano nella nazionale giovanile), a De Sisti (due presenze da capitano nella Nazionale giovanile), Santarini (una presenza da capitano nella Nazionale B), Rocca (1 presenza da capitano nella Nazionale B), Ancelotti (2 presenze nella Nazionale B), Cordova (tre presenze nella Nazionale B). Giannini (che all’Olimpico ha giocato un campionato del mondo), Masetti (che con gli azzurri ha conquistato due titoli iridati) e Bruno Conti non hanno avuto neanche questo “contentino”. Attilio Ferraris IV, che a Roma si è laureato campione del Mondo, per un destino tragicomico, ha dovuto attendere di lasciare la Roma, per indossare la casacca di una squadra innominabile, perché Pozzo si decidesse a dargli la soddisfazione della fascia. Questo ostracismo spaventoso ha motivazioni di carattere storico e di geopolitica calcistica, che è qui impossibile analizzare compiutamente, ma ho ricordato questo dato non per fare polemica, ma solamente per dare il senso dell’impresa enorme che ti avvii a compiere. Se stasera scenderai in campo con la fasciaal braccio, lo farai anche per Francesco Rocca che alla Nazionale, di fatto, ha immolato un ginocchio e gli anni migliori della sua carriera. Lo farai anche per Agostino Di Bartolomei che festeggiò i primi gol nell’Under 21 regalando la sua maglia azzurra a Fausto Josa. Se scenderai in campo stasera con la fascia al braccio lo farai anche per Fuffo Bernardini, a cui impedirono di raccogliere quella soddisfazione perché “troppo bravo” e lo farai anche per il “fornaretto” Amadei, di cui Pozzo, chissà perché, diceva: “Gioca con il paraocchi”. Ma il paraocchi chi lo aveva veramente? Amadei, che segnava cascate di gol, o Pozzo, che lo convocò in Nazionale un minuto dopo che il centravanti fu approdato all’Inter? Se scenderai in campo stasera con la fascia al braccio lo farai anche per Picchio De Sisti, un romanista vero, che una volta mi disse: «Vincere il Campionato Europeo a Roma, in mezzo alla mia gente, è stata la cosa più bella, forse solo vincere il Mondiale sarebbe stato più bello, ma non lo so e dico forse». Se scenderai con la fascia al braccio quando uscirai dal campo, per favore, non regalare la tua maglia ai tifosi, conservala e portala a Trigoria, che venga affissa tra i trofei più cari, che venga mostrata con orgoglio a tutti i ragazzi che anno dopo anno indossano i colori della Roma nelle varie rappresentative del club. A quei ragazzi diranno: «E’ la maglia di uno come voi, che è partito da qui, come voi, e ha saputo abbattere un muro, ingiusto, che resisteva da tanti, troppi anni». Onore a te Daniele e mi raccomando, occhio alla maglia.1

 

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