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IL ROMANISTA. Burdisso: «Roma e Albiceleste, pronto al massimo»

Nicolas Burdisso
Nicolas Burdisso
Nicolas Burdisso

(Il Romanista) Mentre le attenzioni dei più sono rivolte verso il derby in programma tra 8 giorni, ci sono anche le qualificazioni a Euro 2012, che poi sono il motivo della sosta del campionato prevista domani.

E poi ancora c’è l’Argentina di Nicolas Burdisso, che sta già lavorando per il Mondiale del 2014 e ha sfidato il Cile: proprio ieri il banditogiallorosso ha rilasciato un’intervista commentando la situazione della sua Nazionale. La prima cosa che balza agli occhi è che l’Argentina, ironia della sorte, ha cambiato molto. Moltissimo.

Proprio come la Roma. L’allenatore è nuovo (Alejandro Sabella è subentrato a Batista) e gli ultimi risultati dei sudamericani sono stati tutt’altro che esaltanti. E in più Nicolas Burdisso dice di sentirsi in debito con la gente, proprio come aveva fatto Luis Enrique alla vigilia della partita contro il Siena. Poi per fortuna, in casa giallorossa, i punti sono cominciati ad arrivare e la fiducia anche. Ma questa è un’altra storia. «Il nuovo ciclo prevede un po’ di tempo per definirsi completamente – dice Burdisso a proposito dell’albiceleste – noi siamo quelli che hanno sostenuto il peso di non fare le cose per bene. Ora – prosegue il difensore della Roma – più che pensare a come mi influenzano le novità, dobbiamo trovare il modo di risolvere il torneo a nostro favore. L’allenatore poi deciderà se le nuove direttive hanno pagato. Noi facciamo ciò che decide al fine di portare l’Argentina più in alto possibile».

La qualificazione, per Burdisso, non sarà cosa semplice: «E’ più difficile, perché tutti ora sono più preparati. Però dipenderà da noi. C’è un mondo nuovo, una nuova tappa, un nuovo allenatore e alcuni giocatori nuovi: speriamo che insieme riusciremo a portare la Nazionale al prossimo Mondiale. È così anche nella Roma – avverte -: serve sempre dare il massimo per ripartire bene». Dopo aver analizzato la squadra avversaria, Burdisso parla della necessità di dare gioie alla propria gente: «Abbiamo un debito con la nostra storia e le persone. Credo che questa sia la principale responsabilità. Qualcosa che dobbiamo essere in grado di gestire nel momento in cui entriamo in campo: non c’è spazio per le scuse. Ci sono mentalità positiva, disciplina ed entusiamo», ha concluso l’argentino.

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