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CORRIERE DELLO SPORT La Roma anticipa il futuro

Pallotta e Totti

(S. Di Segni) – Nel gotha del calcio, a Londra, per la rassegna  Leaders in Football. La Roma è volata nella capitale inglese, dove oggi parteciperà per il secondo anno consecutivo all’evento che coinvolge i protagonisti del mondo del pallone: sponsor e top club, un concentrato di eccellenze, con cui il club giallorosso vuole confrontarsi. Con l’ad Mark Pannes, il responsabile marketing Cristopher Winterling e il manager della Raptor Accelerator di Pallotta, Sean Barror, viaggiano i programmi di una società che ha mosso i suoi passi per portare il marchio oltre l’Urbe: il recente accordo con la Volkswagen si somma all’intesa con la Disney, i rappresentanti del colosso americano saranno presenti tra l’altro a Stamford Bridge, location scelta per il convegno, non mancherà modo di confrontarsi sull’attuazione della partnership. La scorsa estate la Roma ha portato a termine la prima missione sul suolo statunitense e ora volge il suo sguardo al mercato asiatico, dove ogni due anni conta di presentarsi per promuovere il proprio brand. La società tuttavia non perde di vista anche il Brasile, dove c’è un’altissima concentrazione di simpatizzanti per i colori giallorossi: i Mondiali del 2014 potrebbero essere l’occasione giusta per esplorare quel mercato, nel frattempo la due giorni londinese servirà a tessere nuovi rapporti con alcune delle aziende presenti. 

STADIO All’evento era previsto inizialmente anche il presidente Pallotta, ma la sua presenza non è più così sicura. Poco importerà ai tifosi della Roma, se in compenso la certezza dell’amercano si chiama stadio di proprietà:  «Siamo alla scelta finale, lo stadio avrà sessantamila posti, negozi e ristoranti, è stato progettato da un architetto di fama mondiale come Dan Meis e dovrà essere pronto per il 2016» (…)
EFFETTI La visita a Roma è stata utile a far crescere il legame tra Pallotta e l’ambiente: il padrone ha intenzione di ripresentarsi con più frequenza, se non riuscirà a tornare per il derby, farà di tutto per esserci in occasione di Roma-Milan, in programma il 22 dicembre all’Olimpico. L’ultimo soggiorno romano ha coinciso con un momento delicato, la presenza del presidente ha contribuito a spezzare il clima di tensione e a infondere, agli occhi dell’opinione pubblica, nuove certezze attorno ai dirigenti.  «La squadra è sottovalutata. Vogliamo far capire a tutti che questo è il principio di una nuova storia per la Roma e per il calcio italiano» , la convinzione di Pallotta. Che preferirà sempre evitare intromissioni sulla sfera tecnica, ma avrà trovato sicuramente d’accordo Zeman sull’opportunità di portare la società fuori dalla Borsa:  «Nello sport non esiste come in Borsa l’investimento mordi e fuggi. Se vuoi guadagnare devi costruire e puntare sui risultati di lungo periodo: e anche per questo dico che le squadre sportive non andrebbero mai quotate» .
DELISTING Così la Roma può seguire le orme dei Boston Celtics,  «delistati» dopo l’acquisto. Se a seguito dell’aumento di capitale il pacchetto di maggioranza supererà il 95%, la proprietà avrà l’obbligo di acquistare dai piccoli azionisti che chiedono di dismettere. Qualora le azioni oscillassero tra il 90 e il 95%, la società sarà soggetta allo stesso obbligo, salvo decidere di ripristinare entro novanta giorni il fluttuante sul mercato. L’uscita dalla Borsa, viceversa, diventa un diritto, una volta superato il 95%, se annunciato preventivamente.  «E’ prematuro parlarne» , precisa Pallotta, prima di consegnare un aneddoto alla piazza:  «L’operazione Roma mi era stata suggerita da George Soros, perché è stato molto vicino a comprare la squadra» .
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