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GAZZETTA DELLO SPORT Da Agnelli a Zeman: è Juve-Roma L’alfabeto del gran duello Una rivalità lunga 85 anni

Juventus-Roma

(A. Fanì) – Agnelli

La famiglia. Agnelli e Juventus sono sinonimi dagli anni Venti. Andrea diventa presidente nel maggio 2010 e chiarisce: conta solo vincere. Con il cugino John Elkann, risponde a ogni attacco. Tipo: «Carrera in una partita ha vinto più di Zeman in carriera».

Borel
Felice Placido, alias Farfallino. Con la Juve ha segnato 164 reti in 308 partite, tra il 1932 e il 1946: alla Roma, in campionato, ne ha segnati 11. Nessun bianconero ha fatto meglio contro i giallorossi, Del Piero si è fermato a 10.

 

Capitali
Torino è stata la prima capitale d’Italia, dal 1861 al 1865. Nel 1871, un anno dopo l’ingresso dei bersaglieri a Porta Pia, Roma smise di essere la città del Papa per diventare La Capitale.

 

Doping
Nell’estate del 1998 Zeman – allenatore della Roma – se ne esce: «Molti giocatori in A non sanno rinunciare a certe sostanze. Guardate Vialli e Del Piero, pensavo che quei risultati si potessero raggiungere solo dopo anni di culturismo». È una bufera, la Procura di Torino apre un’inchiesta e ottiene il rinvio a giudizio per Riccardo Agricola, medico della Juve, e Antonio Giraudo, a.d. bianconero. Nel 2007 il caso si chiude con la Cassazione, che non dà l’assoluzione ma dice: reato prescritto. Zeman, di recente, ha rincarato la dose. La questione è ancora aperta.

 

Emerson
Arriva alla Roma nel 2000, preteso da Capello. Si rompe un ginocchio, guarisce, gioca: la Roma vince il terzo scudetto. Nell’estate 2004 va alla Juve con il suo mentore.

 

Francesco
Inteso come Totti. Se la Roma ha un volto, è il suo. Primatista di presenze (644), di gol (270), a segno in 19 campionati di A consecutivi. Alla Juve, in A, ha segnato 7 gol: nessun giallorosso ha fatto meglio.

 

Guardalinee
15 gennaio ’95, Juve-Roma. Rimessa laterale, Aldair con la palla. Il difensore sbatte con il guardalinee Manfredini, sballa la rimessa, «assist» a Ravanelli che infila Cervone. Finirà 3-0, ma quello è il primo gol, il tappo che salta. «Manfredini l’ha fatto apposta» tuonano i giallorossi, mentre i bianconeri fanno spallucce. Un altro mattone nel muro della discordia.

 

Herbert
Prohaska. Scaricato dall’Inter, approda nella Capitale nel 1982. «Ce mancava solo questo» mormorano a Testaccio, scettici. In effetti sì, mancava solo lui: perché la Roma diventasse da scudetto. Secondo titolo, a spese della Juve.

 

Ibrahimovic
L’altro pallino di Capello in giallorosso. Fabio avrà il suo svedese, ma nel 2004, alla Juventus. E Ibra contro la Roma segnerà uno dei suoi gol più belli in Italia, stagione 2005-06.

 

Liedholm
Il Barone ha riscritto la storia della Roma, scudetto nel 1983 e finale di Coppa Campioni 1984. Ha duellato con la Juve. Spesso battendola.

 

Moggi
L’arcinemico della Roma. Eppure proprio la Roma l’aveva lanciato negli anni Settanta, e proprio Moggi aveva portato Pruzzo in giallorosso nel 1978. Lo stesso Moggi che poi ha costruito il ciclo della Juve di Lippi, lo stesso di Calciopoli e Caso Gea. Eppure Walter Veltroni, sindaco di Roma e juventino, aveva sancito la pace tra Moggi e la famiglia Sensi, poco prima che scoppiasse lo scandalo.

 

Nakata
Lo scudetto giallorosso del 2001 è di Totti, Batistuta, Capello, Emerson. Ma a Torino, nel maggio 2001, il giapponese mette il sigillo sul titolo. Mette a nudo i difetti di Van der Sar, con un gol e un tiro che provoca il pari: da 2-0 la Juve si ritrova 2-2.

 

Ottanta
Gli anni del duello Juve-Roma. Viola e Boniperti, Trap e Liedholm, Falcao e Platini. Un altro pallone.

 

Pirlo
Il cervello della Juve: non doveva giocare, giocherà.

 

Quo vadis…
Capello? «Mai alla Juve», aveva detto. Ma una notte d’estate 2004 l’allenatore della Roma si mette in marcia verso Torino. E firma per la Juve. Un manager, anche negli addii.

 

Record
È il 15 marzo 1931. C’è Roma-Juve. Finisce 5-0, la vittoria più larga della Roma con i rivali, che pure vinceranno il titolo. 7 marzo ’32: Juve-Roma 7-1, mai stato distacco simile a favore dei bianconeri, che rivinceranno lo scudetto.

 

Sensi
Il presidente del terzo titolo giallorosso. Franco, l’uomo che ha cresciuto un club come fosse l’unico figlio maschio, non badando a spese. Ma ha vinto lo scudetto, battendo la Juve e rinnovando una sfida lunga quasi 90 anni (la Roma è stata fondata nel 1927).

 

Turone
Il non-gol più famoso della A. Dieci maggio 1981, Juve-Roma. Se i giallorossi vincono, scavalcano la capolista. Cross di Conti, testa di Pruzzo, tuffo di Maurizio Turone, altro colpo di testa, palla in rete. L’arbitro Bergamo assegna il gol, poi guarda l’assistente Sancini con la bandiera alzata: «Fuorigioco». Finirà 0-0, lo scudetto andrà alla Juve. Ma è uno degli episodi chiave nella rivalità.

 

Usa
Ma anche Unicredit. La nuova Roma ha una doppia targa. La banca italiana si è ritrovata una patata bollente, il club indebitato dei Sensi. Ha scovato un acquirente esotico, una cordata di americani appassionati di baseball, pallone e giocate in borsa. Affare fatto. Sebbene non abbiamo ancora capito chi l’abbia fatto.

 

Vucinic
Doppio ex. La Roma l’ha fatto diventare un campione internazionale. Poi è arrivata la Juve, e ci ha costruito sopra uno scudetto.

 

Zeman
L’uomo dei silenzi. L’uomo delle parole come tuoni. L’uomo che non ha mai vinto. L’uomo che ha sempre divertito. Quello che ha accusato la Juve di pratiche dopanti. Quello che a Roma vale quanto chi ha vinto lo scudetto.


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