

Il presidente della Lega Calcio sorpreso dall’atteggiamento di Cellino. “Per tuta le settimana avevamo lavorato insieme per trovare una soluzione. Sconfitta a tavolino? Deciderà il giudice sportivo ma non si può escludere”
“Comportamento incomprensibile, non so che dire”. Quel comunicato di Cellino che invitava i tifosi del Cagliari a recarsi allo stadio di Is Arenas, nonostante il divieto del Prefetto, ha sorpreso anche il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta. “So solo che è stata scritta un’altra brutta pagina per il nostro calcio”
Non avevate avuto nessun segnale dal Cagliari o da Cellino?
“Nesuno. Per tutta la settimana avevamo collaborato con la società sarda per risolvere il problema legato al nuovo stadio in costruzione. La partita con la Roma si sarebbe dovuta svolgere a Trieste, ma il nostro direttore generale Brunelli ha lavorato tutta la settimana con l’ Osservatorio e il Prefetto per trovare una soluzione e non costringere il Cagliari a dover giocare in campo neutro. Alla fine la soluzione era stata trovata: partita a Is Arenas ma a porte chiuse per evidenti motivi di sicurezza. Il Prefetto aveva accettato questa soluzione e il Cagliari sembrava d’accordo. Poi stanotte quell’assurdo comunicato…”
Ha parlato con Cellino?
“No, credo non sia in Italia. Comunque no, nessuno di noi è riuscito a parlargli”.
Il Cagliari rischia lo 0-3 a tavolino?
“Lunedì pomeriggio il giudice sportivo deciderà e non sono in grado anticipare le sue decisioni. Ma certo alla luce dell’ordinanza del Prefetto non è possibile escluderlo”
La decisione del Cagliari appare ancora più incomprensibile: partita sospesa e rischio sconfitta a tavolino…
“Per questo non riusciamo a capire il perchè di quel comunicato. Tutti sappiamo che la sicurezza e una prerogativa fondamentale per la Lega Calcio e non prevede deroghe”.
Un altro caso legato al problema stadi
” Certamente anche questa vicenda conferma che servono impianti nuovi e sicuri e il Cagliari sta lavorano in queste direzione ma serve una legge di riferimento. Un appello al Senato dove la legge è ferma: fate presto”
Fonte: Repubblica.it