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GAZZETTA DELLO SPORT Con Castan è sempre RomaBrasil

Marquinho e Castan

(A. Pugliese) – Se c’era bisogno di conferme, Leandro Castan ne ha già offerta qualcuna e molte altre è pronto ad offrirne.È lui l’erede della dinastia brasiliana dei difensori centrali della Roma. Predecessori illustri, anche illustrissimi: su tutti Aldair, la leggenda (13 anni in giallorosso, con 415 partite e 20 gol), poi Juan (5 anni, 118 gare e 9 reti) e Zago (4 stagioni, 129 partite e un gol). (…)

 

 

Manifesto «Sono venuto a Roma perché conosco la storia di questo club: con i brasiliani ha vinto e voglio riuscirci anche io. Vengo dai successi nel campionato brasiliano e nella Coppa Libertadores, voglio continuare a vincere anche qui». È il manifesto con cui si è presentato a Roma Castan, è la voglia di continuare a seguire proprio quella scia. E dopo le difficoltà iniziali, di adattamento alla nuova realtà e ai sistemi di Zeman (soprattutto a livello atletico, con «una preparazione che non avevo mai fatto prima in carriera»), Leandro si è andato a prendere le conquiste più belle: gli applausi della sua gente e i complimenti dei compagni di squadra.

 

 

Adattamento Sposato con Bruna Marquizeppe, Leandro ha un figlio di due anni (Gabriel, di cui ha da poco postato una foto sul suo profilo Twitter con la maglia del papà: «Un nuovo giocatore per la Roma», ci ha scritto sotto) ed un altro in arrivo, Gianluca, che nascerà nei primi dieci giorni di dicembre. Da poco ha trovato casa, nei pressi dell’Eur, ed ha una famiglia nata e cresciuta con il calcio: il papà Marcelo (che oggi ne cura anche gli interessi) è un ex difensore centrale, proprio come lui, mentre il fratello Luciano è un difensore sinistro, attualmente in forza al Bragantino (squadra di San Paolo, oggi penultima nella Serie B brasiliana). Già, il Bragantino, la stessa squadra da dove il Corinthians prelevò Leandro nel 2010, dopo la deludente avventura in Svezia, all’Helsingborg. A chiederne l’acquisto fu un certo Mano Menezes, attualmente c.t. del Brasile. E chissà che presto non ripensi di nuovo proprio a Leandro…

 

 

Scia giallorossa Castan difensore centrale, dunque, è molto di più di una vocazione (anche se all’occorrenza in Brasile ha giocato anche a sinistra), è quasi una questione di Dna. Proprio come in giallorosso, dove fino a un paio di mesi fa giocava anche uno dei suoi idoli. «Juan per me è sempre stato un punto di riferimento, come giocatore e come persona. Ha qualità tecniche ed è un grande uomo. Un esempio per tutti noi brasiliani. Mi dispiace sia andato via, da lui potevo imparare ancora tanto», ha detto Leandro durante la preparazione estiva. Per ora, invece, sta imparando da Nicolas Burdisso, con cui parla in spagnolo (…) e che lo sta aiutando ad inserirsi il prima possibile. Esattamente come lui cerca di essere d’aiuto in ogni momento a Dodò e Marquinhos, con cui giocava al Corinthians. «Voglio lasciare il segno», ha detto Leandro. Nel rispetto della dinastia brasiliana dei centrali giallorossi. La speranza, è che ci riesca anche presto.


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