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IL MESSAGGERO Figc e giudici divisi sui patteggiamenti

Giancarlo Abete

(S. Carina) – Non bastava il caos nazionale con le esternazioni del ct Prandelli e i casi Criscito, Bonucci e Buffon. Trasferire venerdì all’agenzia Ansa – in pieno processo calcioscommesse-bis – l’indiscrezione proveniente da «ambienti Figc» di una voglia di impugnazione da parte del presidente Abete delle sentenze (ritenute miti) del giorno prima, è stato forse l’ennesimo autogol. I primi a rendersene conto sono stati gli avvocati dei soggetti deferiti (molti dei quali difenderanno anche i club di serie A nella seconda tranche del processo che partirà a luglio) che tra lo stupore e il sarcasmo hanno fatto notare come «parlare d’impugnazione dei patteggiamenti, è come se la Figc impugnasse se stessa…». Di certo non l’hanno presa bene né Palazzi tantomeno la commissione disciplinare presieduta dal presidente Artico. E non è un caso che il procuratore federale, a fine dibattimento, abbia risposto positivamente all’invito di presentarsi davanti alla telecamere per mandare un messaggio (in codice) destinato ai piani alti di via Allegri: «Non è giusto dire che giovedì è stata la giornata della carota con i patteggiamenti e venerdì del bastone: l’altro giorno abbiamo applicato un istituto giuridico previsto dall’ordinamento sportivo, ma anche da quello statuale per il quale sono libere anche persone che hanno commesso omicidi. Abete? È un galantuomo…». Quello che temono dall’ufficio di Palazzi è che l’indiscrezione fatta circolare dalla Figc sia esclusivamente figlia del timore per l’indignazione espressa dall’opinione pubblica sul caos scommesse. Qualora ci fosse infatti la sensazione di pene morbide, potrebbe aumentare la disaffezione verso il mondo del calcio, ancora scottato dal processo di calciopoli nel 2006.
Ma il pericolo è oramai incombente: il caso Grosseto (-6 per 8 illeciti da scontare l’anno prossimo, con scarsa afflittività) rischia di fare giurisprudenza soprattutto il prossimo mese, quando a presentarsi all’ostello della gioventù per essere giudicati saranno molti club di serie A, con un peso politico differente rispetto alle numerose società di serie B e Lega Pro ora inquisite. Domanda lecita: ma Abete può impugnare le prime sentenze scaturite dai patteggiamenti? Secondo i membri della commissione disciplinare e della procura federale, ciò non può accadere. A confortare questa ipotesi c’è l’articolo 23, secondo comma, del codice di giustizia sportiva che spiega come il patteggiamento è un’intesa tra le parti che si basa su accordi. La Disciplinare, in questo caso, deve solo valutarne la «congruità», e dopo non emette una sentenza ma ratifica l’intesa con un’ordinanza «non impugnabile». Il presidente della Figc, però, nell’intervallo della gara tra Italia e Russia, ai microfoni della Rai ha ribadito questa facoltà. E probabilmente non ha tutti i torti: l’articolo 33, quarto comma, prevede «nei casi di illecito sportivo come siano legittimati a proporre reclamo anche i terzi portatori di interessi indiretti, tra i quali il Presidente federale». Non è dunque impugnabile il cosiddetto patteggiamento da parte del procuratore federale o della parte che ha lo ha richiesto “ma il terzo interessato e il presidente federale – fa notare l’avvocato Stagliano, ex vice capo della procura indagini della Figc – possono farlo qualora ci sia una violazione della norma del codice di giustizia. E nel caso specifico ce ne sono almeno due: in primis è stato consentito un patteggiamento laddove c’era una contestazione che il codice esclude di patteggiare. Poi è stato concesso alla società la diminuente prevista dall’articolo 24 (che prevede la collaborazione degli incolpati, ndc) avendo sette deferiti anche se a collaborare sono stati solamente in due. E gli altri cinque?”.
Il contrasto interpretativo è evidente. Qualora ci fosse una disputa giuridica, a dirimerla sarebbe la Corte di Giustizia Federale a sezioni riunite. Difficile che Abete voglia arrivare sino a questo punto ma lo strappo fra federazione e gli organi della giustizia sportiva è oramai consumato. Senza contare l’autostrada che si è aperta per i club di serie A nel secondo filone di dibattimento che sembra essere il prologo ad un’estate funestata dalle polemiche.

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