(L. Valdiserri) – Che strana storia, quella di Luis Enrique Martinez Garcia! L’integralista. Il Don Chisciotte contro i mulini a vento. Il presuntuoso venuto dalle Asturie a insegnare calcio a noi italiani. Lui, proprio lui, scivolato sulla buccia di banana più italianista che ci sia: una marcatura a uomo su Pirlo, quella del maratoneta Perrotta mandato in campo al posto di Totti. E poi Lamela e Bojan in panchina, a rimangiarsi le parole — gioventù e talento — che avevano conquistato una parte dei tifosi. Illusi? Forse. Sognatori? Di sicuro. I numeri sono contro Luis Enrique. E anche Luis Enrique, viste le sue scelte di Torino, sembra essere contro Luis Enrique. Perché difenderlo, allora? Perché tenerlo? Una risposta logica non è facile da trovare. Ma non era logico nemmeno affezionarsi a Zeman dopo quattro derby persi. Zeman, però, è sempre rimasto se stesso, Luis Enrique no. Lo sia fino in fondo, con i suoi tanti difetti e i pochi pregi. Ce li faremo bastare, se saranno difendere i giovani, il talento e il g