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LA REPUBBLICA L’ultimo Totti-Del Piero. Lippi: “Un momento storico”

Marcello Lippi

(M. Crosetti) – Sarà l´ultima volta. Dopo quasi vent´anni, Del Piero e Totti si scambieranno le maglie ancora per una sera, loro così unici e rari in questo calcio che consuma alla svelta, le identità e i sentimenti soprattutto. Del Piero e Totti. I numeri 10 che sono numeri uno. I numeri 10 di tanti, non solo di Juve e Roma, e di Marcello Lippi che con loro ha vinto partite, scudetti e una coppa del mondo. Forse, la persona più giusta per un saluto che non è un addio, ma di certo è anche un grazie.

Lippi, cosa sono Del Piero e Totti?

«Due fuoriclasse, e questo lo sanno tutti. Due bandiere rare, forse le ultime. Due persone perbene. E due sogni: perché un ragazzino che prende a calci un pallone vuole diventare così, vuole essere unico e regalare fantasia».

E per lei, cosa sono?

«Alessandro è la persona con cui ho condiviso ogni successo, prima alla Juve e poi in nazionale. E Francesco è il giocatore che chiunque vorrebbe avere, e che per fortuna al momento giusto ho avuto anch´io».

Però non erano tutti sicuri che Totti sarebbe stato pronto per il mondiale tedesco. Lei, invece, lo aspettò.

«Perché lui pesa, sempre. Sapevo che poteva essere decisivo, anche se non era al cento per cento: e così fu. Decisivo per la squadra, per lo spogliatoio, per quel rigore contro l´Australia».

Del Piero l´ha lanciato lei.

«Aveva già esordito con Trapattoni, ma nel primo anno con me giocò più di mezzo campionato. C´era ancora Baggio, al quale la Juventus non rinnovò il contratto. Accadde anche perché la società sapeva di avere trovato un giovane fuoriclasse che stava nascendo, e non era giusto che i due si dividessero ancora lo spazio».

Tutte le vittorie con la Juve, poi il mondiale tedesco: non si può dire che Del Piero non sia stato prezioso per lei.

«In Germania non era titolare, un po´ come adesso in bianconero, ma la sua classe è talmente enorme che gli basta anche pochissimo tempo per fare miracoli. Penso che il gol di Alessandro nella semifinale contro i tedeschi sia il più importante della sua carriera. Lui è sempre decisivo».

Non le fa effetto immaginarlo lontano dalla Juve?

«Sinceramente, un po´ sì, anche se non entro nel merito della vicenda. Ma di una cosa sono sicuro: i prossimi due anni altrove, non li ricorderà nessuno. Lui sarà per sempre la Juventus, non solo della Juventus». […]

Invece, è certissimo che Totti chiuderà la carriera nella Roma.

«Nessun dubbio. Ma anche lui non pensa ancora al giorno dell´addio. I miei numeri 10 hanno in testa una sola forma di futuro: il presente».

Cosa proverà, domenica, quando Del Piero e Totti si scambieranno la maglia per l´ultima volta?

«Beh, credo che Francesco sarà contento di non ritrovarsi più come avversario un fenomeno come Alessandro… Scherzi a parte, in quel momento saremo tutti emozionati, sarà un istante storico per il calcio italiano. Anche perché non vedremo quasi più scene del genere: ormai i giocatori-bandiera si sono quasi estinti».

Cosa pensano uno dell´altro Del Piero e Totti?

«La stima reciproca è fortissima, e non solo perché si tratta di due inarrivabili fuoriclasse. I loro incontri personali, non soltanto calcistici, sono sempre veri e profondi. Alessandro e Francesco sono proprio della stessa razza, e si riconoscono in questo». […]

Cosa sarà, per i loro tifosi, non averli più in campo? Tra poco lo scopriranno i bianconeri, e prima o poi i giallorossi.

«Ogni juventino, ogni romanista vorrebbe vedere questi due fenomeni anche solo per pochi minuti, purché ci fossero. Penso che Del Piero e Totti, nel tempo, siano diventati quasi di famiglia per tanta gente. Hanno accompagnato i ricordi e la vita di un sacco di persone: l´affetto dipende anche da questo, dalle condivisioni».

Quei due sono la Juve e la Roma, ma non crede che appartengano un po´ a tutti?

«Certo, perché hanno regalato un sacco di bellezza, e quella non ha colori sociali».

Lippi, cosa vorrebbe dire a Del Piero e Totti prima che scendano in campo? Ci sono le parole giuste per un saluto?

«Beh, per prima cosa dico grazie. Ma, soprattutto, voglio dire a Francesco e Alessandro che devono essere orgogliosi per quello che hanno fatto in tanti anni, per quello che ancora faranno, visto che la storia continua, e per quello che hanno saputo dare alla gente: rendere felici gli altri con un pallone è un grande dono».

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