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Il Messaggero La Roma si sveglia tardi

Pjanic e Nainggolan

(U. Trani) L’incubo non è finito. La Roma cade ancora allo Stadium, dove non ha mai vinto: 1 a 0 per la Juve (stesso punteggio delle ultime 3 visite) e 8° ko di fila per i giallorossi che, pur avendo la partita contro la Sampdoria da recuperare il 24 gennaio a Marassi, si allontanano dalla vetta della classifica. Il Napoli leader è a più 7 e i bianconeri a più 6. Di Francesco, insomma, perde anche il 3° scontro diretto del girone d’andata (5° ko stagionale), dopo quelli contro l’Inter e il Napoli. Non gli basta ricorrere al turnover, come sempre abbondante, per interrompere la striscia negativa allo Stadium. Fanno cilecca gran parte dei big che non ha utilizzato contro il Torino. La scelta di preservarli gli è costata l’eliminazione dalla Coppa Italia. Ma non sono stati poi decisivi nella notte della verità. E il solito copione, difesa alta e pressing nella metà campo avversaria, non ha funzionato. La recita è stata statica e scontata. Ed è cambiata solo nel finale, passando dal 4-3-3 al 4-2-4.

Allegri non fa una piega. Conosce il collega e la Roma. E, di conseguenza, lascia in panchina Dybala per il 3° match consecutivo in campionato e per il 6° di fila gioca con un centrocampista in più e una punta in meno. Il suo 4-3-3 è solo di facciata: la Juve, al momento di difendersi, si sistema con il 4-5-1. Così da 8 partite non prende reti. I recuperati Cuadrado e Mandzukic si abbassano accanto a Khedira, Pjanic e Matuidi. E spesso c’è pure Higuain sotto la linea della palla. La mossa è evidente: usare le ripartenze, sfruttando le gaffe dei giallorossi chiamati a fare la partita e a subire comunque il pressing ad inizio azione. Il centrocampo di Di Francesco non entra in partita. De Rossi fatica nell’impostazione, risultando più utile in copertura. Strootman gira a vuoto, Nainggolan va per conto suo all’assalto. Pjanic, lì in mezzo, spopola, aiutato dallo scudiero Khedira. La Juve, questione di fisicità ed esperienza, fa bene le due fasi. Con il pressing quando Fazio, Kolarov e De Rossi iniziano l’azione, lasciando loro solo la possibilità del lancione; con la compattezza quando la Roma riesce ad alzare il baricentro.

CORNER ANCORA FATALE Fazio ferma due volte Higuain, ma nel secondo caso, dall’angolo di Pjanic (che però non c’è), la difesa giallorossa si distrae proprio come è accaduto contro il Torino, gol in fotocopia come quello del vantaggio granata di De Silvestri. Benatia fa blocco su Fazio (è fallo) e Chiellini salta di testa in libertà. Alisson respinge e a seguire devia sulla traversa il tiro di Benatia che al 3° tentativo fa però centro: 1 a 0. Higuain cade poi in area e chiede il rigore per il contatto con Alisson. Tagliavento non interviene. La Roma resta timida e fiacca: l’unica parata di Szczesny nel primo tempo è su tocco ravvicinato di El Shaarawy. Dzeko non si vede: 1 gol in 14 match.

MODIFICA IN CORSA Perotti ed El Shaarawy si scambiano le fasce all’inizio della ripresa. Higuain si pappa il raddoppio davanti ad Alisson. Di Francesco interviene a metà tempo: Schick per El Shaarawy. Ma è la Juve a essere comunque pericolosa: bravo Alisson su Matuidi. Spazio anche a Pellegrini, fuori Strootman. I giallorossi sono più vivaci. Allegri si sbriga a far entrare Bernardeschi per Cuadrado e Marchisio per Matuidi. Florenzi colpisce la traversa: (17° legno stagionale). Under per De Rossi: ecco il 4-2-4 per l’assalto finale. Szczesny devia in angolo il colpo di testa di Under. Traversa anche per Pjanic prima del regalo di Natale di Schick ai campioni d’Italia. In contropiede si mangia un gol grande così, sparando addosso a Szczesny. I tre ex fanno la differenza.

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