(F. Viola) – I numeri a volte bastano per raccontare la storia di un calciatore: 66 presenze, 9 gol in tre anni e mezzo in giallorosso. Potevano essere tante di più se non ci si fosse messa di mezzo la sfortuna. Nel marzo 2014, durante la prima stagione nella Capitale, si infortuna al ginocchio, un infortunio grave che lo porterà più volte in sala operatoria. “Non so se sono cambiato, non so se il mio modo di giocare sia diverso, ma caratterialmente sì, sono cresciuto moltissimo”. Kevin Strootman, ti guarda negli occhi durante l’intervista e nonostante l’italiano non sia la sua lingua madre pondera ogni termine, un perfezionista, proprio come in campo. Il suo essere perfezionista, il suo aspirare alla perfezione è stato uno dei motivi che ha fatto sì che con i tifosi si sia creato un rapporto speciale.
Sin da principio è entrato nel cuore dei tifosi, come mai?
“Non lo so, lo devi chiedere ai tifosi! Credo che sia legato al fatto che in campo cerco di dare sempre il massimo. In realtà tutti noi che scendiamo in campo diamo il 100%. Ma non so quale sia il motivo, a me si vede dall’espressione del viso. Credo che per questo siamo subito entrati in sintonia”.
Nel lungo periodo dell’infortunio quanto è stato importante avere i tifosi vicini?
“Dovrò sempre ringraziarli per come mi hanno sostenuto. Anche quando sono rientrato per un periodo e giocavo male. Per questo ho detto più volte che sono in debito nei loro confronti, che mi sento in dovere di dover dare loro qualche cosa, di vincere qualche cosa”.
Quando potrebbe saldare il suo debito nei confronti dei tifosi?
“Vogliamo arrivare fino alla fine nelle competizioni e vincere un trofeo. Stiamo vincendo le partite e dobbiamo continuare così. Anche lo scorso anno c’è stato un periodo nel quale portavamo a casa i tre punti, ma poi è finito che siamo arrivati terzi. Quest’anno non vogliamo che accada…”.
Contro il Cagliari è arrivato il quarto successo consecutivo, con un solo gol subito. È diventata la difesa il punto di forza della Roma?
“Non abbiamo subito gol in cinque delle ultime sette partite è vero, e il merito non è solo della difesa, ma di tutta la squadra. Ci stiamo comportando bene in tutti i reparti dall’attacco alla prima punta, e anche il nostro portiere. Per fare gol, come per non subirlo, dobbiamo lavorare insieme”.
Si parla molto delle tre vittorie per 1-0…
“Vogliamo fare più gol, una partita con tanti gol diverte i tifosi, ma anche le vittorie 1-0 valgono tre punti”.
C’è la sensazione dall’esterno che una volta passati in vantaggio, la partita sia in discesa, che anche con un solo gol di scarto si soffra meno.
“Sì, soprattutto le gare in trasferta, come è successo a Genova e Udine. Ma è meglio se metti al sicuro il risultato con il secondo gol, è ancora più facile. Poi nel secondo tempo capita che gli avversari abbiano una o due occasioni…”.
Dopo il pareggio dell’andata con il Cagliari, Spalletti disse che la Roma aveva bisogno di trovare l’equilibrio mentale. Un girone dopo, cosa è cambiato?
“Qualcosa è cambiato, ma è difficile spiegare cosa. C’è qualcosa di diverso, forse abbiamo davvero la voglia di vincere, la voglia di conquistare tutto e sempre. La partitella in allenamento come la gara di campionato. Quando il mister vuole sospendere la seduta di preparazione e siamo in parità, noi chiediamo di continuare, perché ci sia un vincitore. Quest’anno sappiamo che abbiamo la possibilità di farcela”.
Nelle ultime gare avete cambiato sistema di gioco. Come cambia il lavoro dei centrocampisti con la difesa a tre?
“Ci sentiamo più sicuri. Abbiamo più fiducia al centrocampo, se perdiamo palla sappiamo che c’è sempre un difensore dietro che la può recuperare”.
Spalletti ha parlato di “ossessione per la vittoria”. Lo stesso hanno fatto Salah e Rudiger. Si respira un clima diverso nello spogliatoio?
“Lo spogliatoio è ancora lo stesso. C’è più energia quando vinci, hai più voglia di allenarti e non vedi l’ora di scendere in campo. Per poter giocare per risultati importanti”.
Allora che cosa manca alla Roma per vincere?
“Non abbiamo vinto nulla per adesso e dobbiamo ancora migliorare tante cose. Non so cosa manchi per vincere, ma faremo un passo alla volta, partita per partita”.
Che cosa riesce a dare Spalletti alla squadra? Qual è l’aspetto che la colpisce di più del suo lavoro?
“Tatticamente è bravissimo, ci prepara benissimo alle partite. Ci ha messo in condizione di cambiare modulo anche durante la partita, più volte, per poter vincere. In allenamento si respira la voglia di vittoria, ogni giorno si deve conquistare un piccolo trofeo che sia una partitella, un gioco di possesso palla… Ogni tanto lui ci sta addosso e noi calciatori ne abbiamo bisogno, noi dobbiamo lottare per arrivare ad un traguardo”.
Che ruolo ha avuto il tecnico nel percorso di recupero della sua forma migliore?
“Spalletti è arrivato dopo il mio terzo intervento, mi stavo allenando con la Primavera. In prima squadra il centrocampo stava giocando benissimo con Pjanic, Naiggolan e De Rossi. Per questo lo scorso anno stavo sempre in panchina, non ero informa fisicamente e tecnicamente, ma mi ha sempre sostenuto. Poi quest’anno sin dal precampionato mi ha cominciato a parlare tanto e lo fa anche ora. Ha detto che devo giocare sempre, io devo migliorare tanto e lavoro per tornare al mio livello”.
Quanto è cambiato Kevin Strootman dopo l’infortunio?
“Non so, forse sono cambiato tanto. Sono passati tre anni e io non mi ricordo neppure come giocavo. Io do tutto per aiutare la squadra, per tornare al mio livello. Caratterialmente sì, tanto… più forte!”.
Nel corso di questa stagione, la Roma ha dovuto fare i conti con infortuni pesanti, come quelli di Mario Rui, Rudiger e Florenzi, e con la partenza di Salah per la Coppa d’Africa, eppure il rendimento non è calato. La sensazione è che tutti siano importanti, ma nessuno sia indispensabile.
“Sì, nessuno è indispensabile. In tante partite magari cambia uno o più giocatori ma chiunque entri è importante, è all’altezza della situazione. È una rosa di qualità, con giocatori forti”.
Domenica ancora la Sampdoria. Stavolta in trasferta.
“In trasferta sarà molto più difficile, davanti ai loro tifosi. Un campo difficile, sono un gruppo fortissimo e hanno fatto vedere anche in coppa il loro valore. Dovremo fare di tutto per prendere i tre punti”.
Quali sono i giocatori a cui fare maggiore attenzione?
“Non posso svelare tutto qua, l’intervista esce prima della partita! Sono forti tatticamente. Certo Muriel è bravissimo, e non solo lui. Credo che l’aspetto più importante sia la forza della squadra. Soprattutto in casa, dobbiamo fare attenzione a non prendere gol. È colpa nostra quando perdiamo e dobbiamo fare far vedere che siamo pronti ancora una volta contro la Samp”.
Poi si giocheranno i quarti di Coppa Italia con il Cesena. Dove può arrivare la Roma?
“Dobbiamo e vogliamo crederci. Anche con loro non sarà facile. In squadra ci sono alcuni giocatori che lo scorso anno erano in campo in Roma-Spezia e tutti ci ricordiamo cosa è successo. La Coppa Italia è molto importante per noi, per la società. Dobbiamo fare di tutto per vincere un trofeo, ma ora testa alla Sampdoria”.
Poi febbraio sarà il mese anche dell’Europa League.
“Sì, ci aspetta la doppia sfida con il Villarreal. Non li conosco bene. Ho visto qualche partita in televisione, loro giocano sempre bene negli ultimi cinque, dieci anni. In casa hanno giocatori veloci, tecnicamente preparati, ma ci sarà tempo per studiarli”.
Dalla sfida con il Cesena a quella con l’Inter di campionato: 7 partite in 26 giorni.
“Un ciclo di impegni molto importante. È bello giocare ogni tre giorni, e sarà un momento decisivo per il prosieguo della stagione. Se vinci tutte le gare non cambia tanto, sei in corsa per tutto, ma se perdi punti per la strada… Hai poco tempo per allenarti e devi solo recuperare per la partita dopo”.
A tre anni e mezzo dal suo arrivo a Roma, si sente di fare un bilancio della sua esperienza fin qui?
“Ho giocato troppo poco, ora finalmente sto bene e voglio continuare a dare il mio contributo a questa squadra. Aspetto questa domanda a fine campionato, quando magari abbiamo vinto qualche cosa”.
C’è un momento che ricordi con particolare affetto?
“Il sostegno sempre presente dei tifosi”..