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GAZZETTA DELLO SPORT Bentornato Castan. È un nuovo inizio o un arrivederci?

Castan
Castan

(C. Zucchelli) – All’aperitivo in piscina ha preferito una passeggiata tra i negozi e i grattacieli insieme all’inseparabile Emerson Palmieri, con la speranza – se non quasi la certezza – che oggi rivedrà il campo quattro mesi dopo l’ultima volta. Doveva essere la stagione della rinascita, per Leandro Castan, è stata probabilmente peggiore di quella precedente, per l’atleta, quantomeno. Perché l’uomo ha archiviato il cavernoma che a dicembre 2014 lo ha costretto ad operarsi, ma il calciatore ha faticato a tornare ad essere tale: cinque presenze in campionato, l’ultima il 17 gennaio contro il Verona, un’ora abbondante di gioco prima di rientrare negli spogliatoi devastato, avendo capito che la strada per tornare quello che era sarebbe stata ancora lunga e piena di ostacoli.

MESI DIFFICILI – Ha rifiutato il prestito, il brasiliano, si è messo sotto, lavorando giorno e notte, anche a casa, e adesso inizia a rivedere la luce. Sia Sabatini sia Spalletti hanno detto che «sta molto meglio», stasera, al caldo degli Emirati, avrà l’occasione per farlo vedere, per quanto tempo lo deciderà Spalletti. Lui si sente pronto, poi affronterà con l’allenatore e la società il discorso sul suo futuro: ha un contratto fino al 2018, guadagna più di 2,5 milioni, lui vorrebbe restare perché dopo aver perso due stagioni non vuole andar via da sconfitto. Il problema, se tale si può chiamare, è che Spalletti, pur avendo infinita stima e considerazione dell’uomo, non può e non vuole fare sconti, quindi Castan sa che se dovesse restare partirebbe, almeno, come terzo centrale e dovrebbe lavorare tanto per dimostrare di meritare il posto. Viceversa, se andasse a giocare altrove, potrebbe ritrovare continuità ma, anche se le richieste non mancano (inItalia, come in Spagna e Brasile), il suo ingaggio da top player spaventa e la Roma potrebbe essere costretta a contribuire.

RESA E RINASCITA? – Discorsi «futuribili», direbbe Sabatini, per adesso Castan aspetta di capire se il campo gli darà sensazioni confortanti, ben diverse da quel Roma-Verona, prima partita di Spalletti, quando fu costretto a scusarsi: «Una giornata frustrante per me, ho lottato tanto per tornare a giocare a pallone, pensavo che stessi bene, oggi ho visto che bisogna migliorare tanto per essere lì dietro in questa squadra, forse si sono fidati troppo di me e li ringrazio. Voglio chiedere scusa, perché ho sempre provato a fare il meglio con questa maglia, mi dispiace tanto». La Roma gli è stata vicina, i compagni anche, solo il tempo però dirà se quella di stasera sarà la prima tappa della rinascita in giallorosso o se, invece, sancirà l’addio. Che, magari, potrebbe essere soltanto un arrivederci, visto che Castan, dopo aver passato l’inferno un anno e mezzo fa, non ha voglia di chiudere, tra gli sceicchi, la sua avventura romanista.

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