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IL MESSAGGERO Mire prende la mira

Pjanic
Pjanic

(A. Angeloni) Due gol un anno fa davanti a Diego Maradona, una rete lo scorso anno sotto la Sud: Miralem Pjanic vede il Napoli e fa centro. Almeno all’Olimpico, perché al San Paolo è tutt’altra storia. In queste due ultime partite, Mire, non c’era: a Bergamo se n’è stato in panchina, contro il Torino ha giocato solo gli ultimi minuti, accompagnando Totti nella sua favola. Ora è pronto, adduttore permettendo, a riprendersi il posto in squadra, perché la Roma ha bisogno di lui e, diciamo, pure della sua vena anti-Napoli, utile per sperare nel secondo posto. La storia delle sue tre reti contro gli azzurri è ben diversa. La doppietta nel primo anno di Rudi Garcia è stata una festa: era l’ottava delle dieci vittorie consecutive che la Roma aveva regalato ai suoi tifosi. La rete contro il Napoli nella passata stagione aveva invece acuito le polemiche tra lui e la curva. Dopo il gol, un’esultanza rabbiosa davanti ai tifosi della Sud, i fischi e il giorno dopo le solite polemiche.

LE VALIGE PRONTE Mire la scorsa estate aveva maturato la convinzione di lasciare la Capitale: non ne poteva più del solito refrain, quel «non è decisivo», che è «discontinuo», che in cinque anni a Roma «avrà giocato bene due stagioni» etc etc. La migliore annata, numeri alla mano, è senza dubbio quella attuale, nella quale Mire ha realizzato il record di gol, nove, più dieci assist. Il bosniaco è arrivato a Roma insieme con gli americani (2011), con Sabatini è l’uomo sempre presente nella gestione a Stelle e Strisce e, proprio come Sabatini, rischia di andarsene. Perché se l’anno scorso, la sua partenza, poteva essere una conseguenza naturale per la stagione tormentata da numerose contestazioni, quest’anno appare cosa necessaria per lui e per la Roma. Il motivo, al di là dei suoi sentimenti verso i colori giallorossi, è doppio: una clausola alta, oltre i 30 milioni di euro, e un contratto in scadenza tra due anni, giugno 2018. Il bivio è proprio questo: Mire ha rinnovato nel 2014, guadagna poco più di 4 milioni di euro, è praticamente impossibile ridiscutere un rinnovo, e si dovrebbe fare ora vista la non lontana scadenza, a cifre più alte. Impossibile, a meno che a Trigoria non si cambi strategia, che i calciatori bravi, presenti e futuri, possano o debbano guadagnare contratti attualmente fuori portata (l’unico al momento è De Rossi). Pjanic partente ancora più di Nainggolan, questa la sintesi. Barça, Psg e Chelsea si sono affacciate, aspettano segnali di fine stagione. Poi, il mercato ci smentirà e magari partiranno entrambi o nessuno dei due. Ma al momento, la tendenza è un’altra. Sarebbe un peccato, perché Mire, nella Roma di Spalletti, appare sempre più un indispensabile. In questa ultima fase in cui la squadra ha mostrato una certa anemia tattica, le sue idee, la sua classe sarebbero potute essere utili. I suoi detrattori faranno notare che contro il Bologna c’era. E’ vero, c’era e ha giocato male. Capita, ma in assoluto il genio di questo calciatore è sotto gli occhi di tutti e nella Roma non c’è un sostituto naturale, uno che sappia fare il regista e il trequartista. Uno che sappia dialogare con gli altri calciatori tecnici della Roma. E poi lunedì c’è il Napoli, con cui come detto, avrà un conto in sospeso.

TREND E BILANCI La Roma nella gestione americana ha un trend positivo contro il Napoli all’Olimpico: pari (2-2) con in panchina Luis Enrique, vittoria con Andreazzoli (3-1), successi con Garcia (2-0 e 1-0). Tre reti nelle ultime due sfide, tutte e tre firmate da Miralem. Una su punizione sotto la Nord, una su rigore e l’ultima con un tocco alla Gianni Rivera. Pjanic ha speso cinque anni della sua vita con la maglia della Roma, il giallo e rosso sono i colori da lui più indossati. Siamo a 156 presenze in serie A (182 compresse le varie coppe), a Lione si è fermato a 120, per non parlare del Metz con cui ha giocato solo 34 volte. La Roma non sarà mai una squadra qualsiasi e se fosse per lui non se ne andrebbe mai, ma il mercato è una brutta bestia: i soldi azzerano i sentimenti. Qualcuno, se Mire andrà via, brinderà, qualcun altro sarà preso dalla disperazione. Sopra a tutto ciò ci sono i numeri. E dicono che Mire nel primo anno ha realizzato 3 gol e 9 assist, nel secondo 3 reti e sei assist, nel terzo 6 e 6, lo scorso anno 5 e 10 e oggi è alla ricerca del decimo gol e come passaggi gol è per il secondo anno consecutivo in doppia cifra. Vuole il decimo gol proprio contro la sua squadra preferita, appunto, il Napoli. Si può fare. Comunque vada sarà un lunedì di Liberazione.

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