(A.Abbate) – Bufera dall’est, Ilievski travolge ancora Mauri: «Ha avuto un ruolo fondamentale anche in Lecce-Lazio. Gli ungheresi mi hanno poi portato i soldi». Analizzato ogni aspetto della combine del Salento del 22 maggio 2011. E non solo, lo “Sfregiato” sputa ancora nomi, combine e situazioni particolari: «Cementate le accuse, anche sulle partite di Serie A, confermata ogni impostazione della Procura», bisbigliano soddisfatti gli inquirenti. Secondo tempo dell’interrogatorio ieri a Cremona, si andrà ben oltre i tempi supplementari. Quattro ore sotto torchio martedì, oltre tre ieri pomeriggio davanti al gip Salvini. E martedì prossimo il “capo degli zingari” verrà ascoltato direttamente dal pm Di Martino, presente comunque nelle prime due audizioni. Dove Ilievski ha approfondito tutti i tarocchi e fornito i primi dettagli, comprese le modalità per corrompere i calciatori, nei ritiri o addirittura in pieno centro a Milano: «Io e Gegic spesso consegnavamo i soldi a Gervasoni, per comprare i giocatori, in un noto ristorante di Porta romana, di proprietà di un ex giocatore rossonero». Al Finger’s di Seedorf, che nulla c’entra però in questa brutta vicenda. Dovevano esserci risultati sicuri per riversare il fiume di denaro in arrivo da Singapore. Collabora, il 38enne macedone, perché punta a una sostanziale riduzione della pena. Non è pentito, è “furbo”, ma a Cremona servono le sue informazioni. Ulteriori prove saranno portate a processo per inchiodare le accuse. Lo scorso 9 febbraio è stato notificato l’atto di chiusura delle indagini, il pm Di Martino sta preparando i rinvii a giudizio. Ilievski è la ciliegina sulla sua torta.
LA DIFESA – Accusato addirittura d’associazione a delinquere, Mauri: «Sì, l’ho incontrato», aveva già tuonato martedì il capo degli Zingari, sbarcato lunedì pomeriggio a Orio al Serio per costituirsi dopo quattro anni di latitanza. Martedì lo “Sfregiato” aveva già confermato di aver visto pure Omar Milanetto, in occasione di Lazio-Genoa del 14 maggio 2011, nell’albergo rossoblù in ritiro a Roma: «Tutto questo è incredibile. Io non so neanche che faccia abbia», giura l’ex giocatore. E il suo avvocato Mascia minaccia la querela per calunnia: «Ilievski non aveva mai fatto il nome di Milanetto nemmeno nelle intercettazioni. Anche nelle interviste ha sempre parlato di un altro calciatore del Genoa. Non si capisce come mai, adesso che si è costituito, tiri in ballo il mio assistito che, ricordo per completezza d’informazione, è già stato prosciolto da tutte le accuse».
NE BIS IN IDEM – Dal punto di vista sportivo anche Mauri è già stato giudicato per quelle gare, varrà il principio del ne bis in idem: «Non c’è assolutamente il rischio di una riapertura del processo sportivo», assicura Melandri, avvocato del capitano biancoceleste. Infastidito però dai nuovi e soliti spifferi della Procura: «Ilievski può aver detto ciò che vuole, ma questo non toglie che andrebbe dimostrato con fatti precisi. Finché accusa senza fornire prove o particolari concreti, siamo alla solita inchiesta giornalistica». Ilievski avrebbe parlato addirittura di una riunione prepartita fra Lazio e Genoa per concordare il risultato: «Ma come fa a saperlo, se lui non c’era?».
SODDISFAZIONE – Eppure a Cremona sono sempre più soddisfatti delle “prove” contro il capitano biancoceleste. «Emergono altri particolari schiaccianti e la sua posizione si aggrava», fanno sapere fonti investigative. Ilievski, ancora con un braccio fasciato per colpa di una caduta in mountain bike, avrebbe fatto una lista di partite truccate e tirato in ballo anche tre giocatori a suo tempo prosciolti dalla giustizia sportiva. Dopo l’interrogatorio della prossima settimana col pm Di Martino il 38enne, ex agente della polizia speciale macedone, che si è definito «corruttore», «pagatore di notizie» e «scommettitore», verrà di nuovo sentito dal gip Salvini. Così il più grande malfattore può diventare il testimone principe. Tenuto al sicuro a Ca’ del Ferro.