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GAZZETTA DELLO SPORT Ferrero: “Una canzone per la Roma? Parole, non pijano mai lo Scudetto”

Ferrero
Ferrero

 (E. Esposito) – Corre come un pazzo sul palco dell’Ariston, come solo Benigni aveva osato fare. Con un ingresso col botto Massimo Ferrero si presenta al Festival, sventolando una maglia blucerchiata da dare a Carlo Conti che lo guarda interdetto e preoccupato. «Ecco il Conte, Antonio Conte… No, lo so, tu sei Conti e questo Festival è Conticiano». Impossibile frenarlo. Si rivolge alla platea da un palco che ha fatto sempre paura a tutti e urla: «Fate un applauso, non se paga, è gratis!». Quindi racconta l’origine del nome Viperetta, lancia un appello per nuove strutture nella Liguria alluvionata, ringrazia la sua Samp partendo da Mihajlovic. Poi, come sempre in questo Festival, Conti gli chiede la sua canzone del cuore tra quelle nate qui: «Vita Spericolata! », grida. Poi si lancia in quattro passi di danza e chiede un La all’orchestra. Conti arranca, il Viperetta è impazzito, inizia a cantare ma il conduttore lo ferma. E Ferrero: «Ci ho messo 50 anni a venire qua e dopo tre minuti mi caccia via?». L’Ariston è in delirio, tutti pazzi per Massimo Ferrero.

Carlo Conti sostiene che lei ha cambiato il calcio. Per questo l’ha voluta qui…«Se lo dice Conti ce po’ sta’… Quello che dice Conti, ha pagato già il conto, perciò…».

Ha scelto Vasco, la sua è una vita spericolata? «Io non so che intendete voi per vita spericolata, io so solo che m’alzo e canto…».

Che canta? «Vado sul mosquito, a Ostia Lido… ».

…Sì con Ilaria D’Amico. «So bullo, bello, ballo bene: chi è più bello di me è truccato».

Fatichiamo a seguirla. «Embè?».

Embè chi si ferma è perduto. «No. Se ti fermi, ti volti e riparti, non ti puoi perdere. Se voi continuate a dire queste cose, guardate i risultati? Tutti insoddisfatti, tutti a lamentarsi».

Una canzone per Mihajlovic. «A muso duro. Perché lui ride dentro, non esterna. Ma è un uomo di grande sentimento, ha il sole dentro. Gliel’ho dato io».

Ma ci sono stati musi duri anche tra voi due, recentemente? «No perché lui quando mi vede ride, io gli ho regalato il sole e lui è l’uomo dal sole dentro».

Una canzone per Garrone. «Grazie dei fiori… Bella no?».

Il fiore è la Samp? «Se lei ci pensa lui mi ha dato una Samp sana e ha iniziato un percorso dando fiducia a me. Lui è Garrone, io Ferrero, insieme facciamo una fergaronata no? Io sto portando avanti questa roba e se non prendevo la Samp non venivo a Sanremo e Sanremo è la città dei fiori, quindi Grazie dei fiori».

Chiarissimo… Ma se il fiore fosse la Samp? «Ma che me lo domandate a fa’. Una rosa, dove l’amore si posa».

Una canzone per la Juventus. (Ride) «Quella la sapete da soli… Una zebra a pois».

Vada per la zebra, ma i pois? «E i pois sono loro no?».

Loro chi? «Loro… Già per aver sbagliato la nazionalità di uno (e si riferisce al «filippino» detto a Thohir, ndr) mi hanno dato tre mesi, mo che dico un’altra cosa? No eh… Dico solo “loro”».

Una canzone per Preziosi. «Adoro Preziosi… Ricordate quella bella ragazza, mora, che cantava Trottolino amoroso tì tì tattatà. E Preziosi nun va né de qui né de là… E il derby sempre poi lui perderà…».

Canzone per Tavecchio. «Tavecchio chi? Chi sarà».

La canzone temiamo si intitoli «Che sarà»: che fa ricanta? «Che sarà, che sarà, che saraaaà… Che sarà di Tavecchio Dio lo sa…».

Omaggio alla sua città. Canzoncina per la Roma. «Dico Parole, perché non pijano mai lo scudetto. La Roma è come la Marina, tant’acqua e poco pesce».

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