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IL TEMPO Disney anima la Roma

Stanley P. Gold
Stanley P. Gold

(A. Austini) Un passo dentro la Roma. A due anni e mezzo dalla partnership siglata con Pallotta, la Disney da ieri ha un suo uomo di riferimento nel consiglio d’amministrazione giallorosso. È Stanley Phillip Gold, presidente e Ceo della società di investimento (Shamrock Holdings) che era guidata da Roy Disney, figlio di uno dei fondatori del colosso dell’intrattenimento americano e ultimo esponente della famiglia a farne parte fino alla sua scomparsa nel 2009.

Californiano, 71 anni, amante dello sport e delle Porsche nonché presidente della federazione ebraica di Los Angeles, Gold ha seduto per quasi vent’anni nel board della Walt Disney Company. È un uomo navigatissimo nel business ad alti livelli avendo mosso 2 miliardi di dollari in investimenti nei più svariati settori .

Ma perché entra nella Roma? Lo fa a titolo personale o per conto della Disney? Da Trigoria rispondono che, innanzitutto, è mosso da un’amicizia di lunga data con Pallotta. Detto questo, l’ingresso di Gold nel cda è anche la certificazione di un rapporto sempre più stretto tra la proprietà giallorossa e l’azienda che ha creato il fantastico mondo di Topolino & Co. e ha ospitato nel suo centro Espn a Orlando gli allenamenti della prima squadra e della Primavera in tre occasioni.

Se dietro questa mossa si nascondano nuovi accordi o investimenti di qualsiasi genere nel club lo scopriremo strada facendo. Di sicuro nella società costituita nel Delaware (l’As Roma Spv LLC), titolare del 60% della controllante di As Roma (oltre al 9% della Raptor), sono cresciuti i partner a fianco dei quattro fondatori Pallotta, DiBenedetto, Ruane e D’Amore. Sin dall’inizio la strategia era chiara: la Roma è un progetto aperto a chiunque abbia voglia e risorse per arricchirlo. E adesso una qualsiasi quota vale molto di più rispetto all’estate del 2011. Basti pensare che il «chip» di partenza per i 4 soci era di 12.5 milioni di dollari a testa. La crescita del brand e delle potenzialità del club hanno già convinto un gruppo come Starwood Capital a investire circa 40 milioni per affiancare Pallotta & Co.. Ora l’ingresso di un «pezzo grosso» come Gold apre a nuovi scenari.

Il posto nel board romanista glielo lascia Mark Pannes, altro uomo di fiducia del presidente che – si legge nella nota pubblicata ieri sera del club – si è dimesso a causa di «nuovi incarichi professionali non compatibili con l’impegno richiesto dalla carica». Ma Pannes, che è stato anche amministratore delegato del club per un breve periodo, non esce dall’orbita giallorossa: c’è sempre lui a capo del progetto del nuovo stadio e il carico di impegni, unito a quelli svariati nella Raptor di Pallotta, gli impedisce di partecipare con regolarità alla vita del club.

L’elezione del nuovo membro del consiglio è avvenuta con il meccanismo della cooptazione ed è stata ratificata ieri durante il cda tecnico convocato a Trigoria, al quale hanno partecipato anche Baldissoni, Zanzi e lo stesso Pannes, rientrati dagli States in anticipo rispetto alla squadra con un volo separato.

Unicredit mantiene i suoi cinque rappresentanti nel board: Fiorentino, il vicepresidente Cappelli, Pippo Marra, Piccarreta e la Navarra. L’impegno della banca è destinato a scendere ma la trattativa con i cinesi di Hna si è incagliata sul più bello. Ora c’è la Disney ad animare il magico (e imprevedibile) mondo della Roma.

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