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IL MESSAGGERO. Baldini ritrova l’eterna rivale

Franco Baldini

(A.Angeloni) – Da Viola a Sensi, passando per Zeman e Baldini: Roma-Juve non è mai stata una partita nella norma. Astio eterno, battute, battaglie pesanti, tribunali, querele, insulti, da Nord a Sud e viceversa, infine Calciopoli. Vigìlie di fuoco, sempre. In questo Baldini è un po’ il figlio di Franco Sensi e Dino Viola. Quest’ultimo aveva Agnelli e Boniperti come rivali, per Sensi e Baldini il nemico giurato era Moggi (o forse non facevano altro che difendersi da Luciano). L’ultima èra, firmata da Rosella Sensi ci aveva regalato una sfida contro la Juve che non sapeva più di nulla: Moggi era diventato un gentil uomo, la società bianconera era piena di amici, la palla era tornata rotonda.Baldini è esiliato in Inghilterra e non ha riconosciuto più quella Roma battagliera, che non sapeva abbassare la testa. Adesso? È tornato e gli ritocca Roma-Juve, ma non c’è più niente da combattere, perché quella Juve che era Moggi (e Giraudo) adesso è Andrea Agnelli, Marotta, altra pasta, a Roma non c’è più Sensi. Ma i nemici non sono diventati amici. Non sono niente. Sono solo persone con cui confrontarsi, discutere, magari anche fare qualche affare (vedi Vucinic). Nulla di più. Baldini ha aperto crediti a tutti, è solo all’inizio e la linea politica sta appena decollando. Lui guarda, aspetta e poin giudicherà, per poi schierarsi pro o contro qualcuno. Il nemico vero resta Moggi, anche se non è più Juventus. Lui, Lucianone, non fa altro che stuzzicarlo, anche ora. «Se si dimettesse con Luis Enrique, sarebbe un bene per la Roma», ecco l’ultima di Moggi. Lunedì all’Olimpico i dirigenti bianconeri saranno ospitati degnamente, mentre la vecchia triade spesso era costretta a nascondersi. Con Agnelli e Marotta si potrà andare nella stessa direzione anche in Lega, pure nella questione dei diritti televisivi. Il nemico dichiarato – secondo Baldini – non è al nord, ma molto vicino casa. Baldini e gli americani vogliono combattere l’arroganza, certi toni ascoltati in Lega o durante i consigli federali. Tornato in Italia, il dg della Roma ha capito che tanto è cambiato nel calcio, ma certe vecchie abitudini, ovvero quelle di pensare troppo al proprio orticello e non al bene comune, non sono cambiate. Adesso il nemico è la mentalità, non gli uomini. Ma Roma-Juve è sempre Roma-Juve, anche senza un po’ di pepe.

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